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mercoledì 30 novembre 2011

Circuito Romagnolo 2012

E' stato pubblicato il programma 2012 delle manifestazioni cicloturistiche che fanno parte del Circuito Romagnolo di GFondo non competitive. Invariato il numero delle prove che rimane fermo a cinque e (purtroppo!) anche i percorsi relativi. Il costo d'iscrizione rimane anch'esso fissato nella quota di 7 euro per ogni singola manifestazione, mentre per l'abbonamento è confermato un costo cumulativo di 30 euro e quindi particolrmente vantaggioso per coloro che vogliono pedalare e non pensare a nient'altro "se non quel di divertirsi".... al resto ci pensano gli organizzatori di questo unico Circuito cicloturistico!


 
15 aprile - Le Cime di Romagna / Faenza
22 aprile - Bertolt Brecht / Russi
6 maggio - Giro della Romagna / Lugo
27 maggio - Città di Lugo / Lugo
10 giugno - La Ercole Baldini / M. Lombarda

martedì 29 novembre 2011

Montefiore Conca

Montefiore è la capitale medioevale della Valle del Conca e uno dei paesi della Signoria dei Malatesta più integri e affascinanti. La Rocca, come sentinella di pietra delle terre malatestiane, offre, con le sue geometrie severe e imponenti, scorci davvero unici. Sorge su un promontorio dove, nelle giornate serene lo sguardo abbraccia la costa da Fano a Ravenna.
Il fiume Conca nasce dal Monte Carpegna, nelle Marche. Attraversa terre che serbano storie antiche e bellezze naturalistiche, fino a gettarsi nel mare, tra Cattolica e Misano Adriatico. In Romagna il paesaggio si distende in dolci declivi, costellati di borghi e castelli, dove la natura selvaggia convive con gli spazi coltivati. Nel basso Medioevo e nel primo Rinascimento questi luoghi godettero del loro massimo splendore politico, artistico e culturale, contesi e dominati dai Malatesta, signori di Rimini, e dai Montefeltro, signori di Urbino. Un momento storico che ha lasciato un’impronta profonda nell’identità del territorio e della popolazione locale. Montefiore, con il suo imponente castello, si erge su una delle più alte colline della Valconca, permettendo una veduta d’insieme della costa e di tutta la bassa vallata: un panorama unico, vibrante di luce e di colori. Il borgo di Montefiore, con le sue case, si addossa al castello, conservando la sua fisionomia medioevale. Si raccoglie in un semicerchio chiuso da mura, con le loro antiche torri; e fuori da queste mura un borgo, disteso brevemente a fianco della strada che risale e ridiscende la valle del Conca. Il castello e il paese dovevano la loro fortuna alla posizione dominante e al fatto di trovarsi al centro di un paese fertile, e su una strada importante, quella Flamnia minor grazie alla quale era possibile accorciare sensibilmente il viaggio verso Roma o da Roma.

lunedì 28 novembre 2011

La giusta forza

Con l’avvento di telai in carbonio e dadi e viti in titanio o in alluminio, certamente ha reso più leggeri ma nche più fragili i vari componenti che compongono la nostra Specialissima. La domanda ricorsiva su quanto bisogna stringere per non rompere il pezzo interessato oppure di non generare un danno in piena attività cicloturistica, sta nella ingegnerizzazione del “gesto meccanico” attraverso l’uso di una chiave dinamometrica. Ma che cos’è questo strumento di lavoro: è una chiave di manovra a serraggio controllato, usata per il serraggio di viti dadi e bulloni al giusto valore di coppia. L’unità di misura adottata è il Newton metro (N-m) e di conto le case produttrici hanno iniziato a fornire dati appunto espressi in Newton sul grado di serraggio delle viti che sono parte dei loro telai, evitando spiacevoli sorprese del “fai da te”. Abbiamo selezionato fra tanti e creati appositamente per le due ruote il Giustaforza II De Luxe con una testa minimale per lavorare in spazi ridotti, anodizzata in colore nero e fornita in elegante scatola di metallo completa di inserti. Capacità da 2 a 16 Nm: è la gamma di coppia ideale per l’uso ciclistico di precisione.

 www.effettomariposa.eu

domenica 27 novembre 2011

Chiamarlo... Bello, non è una casualità

Non è ben chiaro il perchè venga chiamato Montebello quando la sua denominazione corretta è Monte Chioda, e cioe' quel passaggio appenninico che da Rocca San Cassiano giunge fino a Modigliana, ma la bellezza dei luoghi, dei boschi e di tutte le valli nascoste che si intersecano e sono caratterizzanti dell'area, ne rendono indubbiamente appropriato questo suo appellativo. Tornando invece alla cronaca della nostra gita domenicale in MTB, scelta non fu più giusta quella di dirigersi appunto a Modigliana invece di optare per il raduno del Challenger UISP programmato a S. Lucia di Faenza: eravamo certi che il percorso faentino sarebbe stato mappato sulle solite strade da noi percorse non più di 15 gg or sono, Monte Paolo & Via del Santo, e quindi, vista la splendida giornata invernale, serena e tersa, che si prospettava abbiamo optato per il percorso del Montebello, un circolare da " mille e una notte"!!!!.
Due gradi alla partenza ma non è certo un problema... siamo ansiosi di imboccare quella strada sterrata  - che si imbocca a sx prima del ponte che determina anche il punto di ascesa del Montebello su asfalto - e dare inizio ad un lunga salita sterrata di circa 6 km che porta sulla bretella ove ci si congiunge con il Monte Trebbio. Si scende ora dal versante di Dovadola seguendo sempre strade forestali dal fondo asciutto e compatto, incuneandoci dentro a silenziose valli la cui magia viene solamente interrotta dagli spari echeggianti dei numerosi cacciatori in zona.
Il percorso segue un andamento altalenante, ora in discesa & risalita, ora in quota, e dall'alto dei 600 mt di altitudine, ove stiamo pedalando, la vista spazia lontano, fino ai monti della Carpegna. Che libidine... non si vorrebbe fare più ritorno!.
Giunti sul Chioda si riparte per la seconda entusiamente parte del persorso, quella che è indirizzata prima verso un trasferimento in discesa all'interno di un bosco "alpino" di abeti e poi la fatiosa risalita alla chiesa di San Valentino, posta sul quel crinale che delimita la Valle di Tredozio. Questa carrareccia ora ci conduce per circa 6 km e sempre in quota fino a Modigliana, passando dal "Castellaccio" e concludere il nostro tour nella Piazza storica e centrale del paese che lambisce il torrente Marzeno.
Ore pedalate 3,10. Percorsi 33 km. Dislivello 1.000 mt.

giovedì 24 novembre 2011

Un aperitivo... in bicicletta.


In questi anni di viaggi, Ad Maiora è stata supportata nella logistica da DEKA Viaggi che prontamente ha saputo soddisfare e interpretare le richieste specifiche del cicloturista in generis, quali noi ci sentiamo di rappresentare. Se facciamo un salto a ritroso nel tempo, appena 10 anni fa il trasporto in autobus era un problema in quanto pochissimi operatori disponevano del carrello porta-biciclette oppure gli hotel non erano indirizzati verso una gamma di servizi specifici, attualmente ben rappresentati nei Bike Hotel: ad esempio… con alimentazione dedicata e con colazioni maggiormente abbondanti, bike-room, servizio di piccola manutenzione al mezzo, supporto tecnico informativo locale. Ma tutto ciò si evoluto per la crescente domanda di ciclo-turismo, quello che esce dai confini regionali e si proietta ovunque dove si possa respirare aria di divertimento nello sport. Ed è per questo che è nato Sportime 100% cycling, una nuova costola organizzativa di Alpitour, rappresentato localmente appunto dalla Deka Viaggi, interamente dedicato ai ciclisti su strada che vogliono il massimo dal loro “giocattolo”. La missione di Sportime 100% cycling è quella di farvi vivere delle giornate indimenticabili offrendovi tutti gli strumenti tecnici selezionati da esperti del settore ciclistico e la professionalità di una vacanza del Gruppo Alpitour World in collaborazione tecnica con lo staff Pinarello.
L’invito che Demetrio Ferretti ha esteso a tutti gli Ad Maiora Friends è per giovedì 1 dicembre, ore 20, presso l’Hotel TATI’ di Lugo, per la presentazione delle proposte turistiche 2012:
29 marzo - 1 aprile / Giro delle Fiandre
19 – 22 aprile / Liegi Bastogne Liegi
17 – 23 maggio / Gran Fondo di NewYork
20 – 27 febbraio / Gran Canaria Bike Event
7 – 14 aprile / Sicilia Bike Event
8 – 17 agosto / Santiago Bike Event
19 – 20 novembre / Madagascar Bike Event
Voi che siete dei CicloArgonauti… non potete mancare certamente.
Info: agenzia@dekaviaggi.it 

MTB domenica 27 novembre

12^ prova MTB Santa Lucia di FaenzaRitrovo: Bar Briko Lugo ore 7.45
Partenza: presso: presso Circolo ARCI S. Lucia - via s. Mamante 71
Parcheggio consigliato: Campo sportivo nel retro del Circolo
Percorso: 38 km mappato nelle zone limitrofe (Monte Paolo - Converselle)  
Iscrizione € 4,00 – dalle ore 7.30 alle ore 9.30;
Ristoro di percorso + Pasta party .
E' sempre stato un dilemma partecipare a questo raduno per via del fondo stradale, che in questo periodo invernale e in questa zona è particolrmente fangoso: ma quest'anno NON dovrebbe essere così, lasciando agli organizzatori maggiore libertà nella scelta dei percorsi che possono comprendere splendide carrareccie, dalla cima Pietramora-Samoggia al Monte Paolo fino a fianchi di Monte Fortino. Chi sarà ai "nastri di partenza"... vedrà!

mercoledì 23 novembre 2011

Mercatini di natale

Palazzuolo sul Senio
Domeniche 4-11-18 e Mercoledì 8 dicembre
“ 8^ Ed. MERCATINI DI NATALE “
Magie dell’Avvento
Esposizione e vendita di articoli da regalo e decori Natalizi, spettacoli in tema e " LA BAITA DI BABBO NATALE”. Affascinanti illuminazioni, decorazioni per le vie del Borgo e la sera…. Palazzuolo diventa il paese delle Lanterne Bianche. Non mancheranno ghiotte degustazioni di prodotti tipici nello stand gastronomico denominato "La Mangiatoia": tortellini di marroni, polenta e l’angolo dei cantucci con Vin Santo, e altri dolciumi. Allegreranno le feste i Santa Klaus Jazz Quartet, gli artisti di strada  e il  il Percorso ludico dedicato ai bambini "Borgo delle meraviglie".
"Palazzuolo sul Senio: terra di attimi sospesi, di pensieri infiniti, di legami profondi. Dovunque volgi il tuo sguardo incontri la natura, il respiro dei castagni secolari, di leggiadre faggete. Borgo silenzioso dove la vita torna ad essere un'emozione".

martedì 22 novembre 2011

Tre cime di Lavaredo


- Località di partenza: Misurina (1761 m)
- Località di arrivo: Rif. Auronzo (2333 m)
- Lunghezza: 7.2 km
- Dislivello: 576m
- Pendenza media: 8%

Per chi è affetto dal morbo della salita, anche il nome soltanto di questo luogo mitico possiede un fascino evocativo e una forza di attrazione che non hanno pari. Forse si deve al ricordo delle battaglie all’ultimo sangue che qui si sono combattute, o forse semplicemente alle particolari caratteristiche dell’ascesa: brevissima e spietata, ricambia la fatica estrema di chi sale con quel senso di appagamento, quella percezione intima dell’impresa che solo le grandi salite possono regalare. La salita che porta alle Tre Cime di Lavaredo è una strada privata che devia dalla statale 48bis subito dopo il lago di Misurina e termina al rifugio Auronzo, a quota 2333, dopo circa 7 chilometri; la scalata vera e propria però inizia dopo il casello per il pagamento del pedaggio (le biciclette sono esentate) e da lì sono 4 chilometri e 700 metri. Il dislivello da superare su questa breve distanza è di ben 473 metri, con una pendenza media superiore al 10%, ma se si considera che il tratto subito dopo il casello è ancora di leggera discesa e pianura, la pendenza media dei rimanenti chilometri aumenta considerevolmente. Non ci sono altri versanti, perciò si sale e si scende da un’unica strada, così chi arranca nel bel mezzo delle tribolazioni incrocia inevitabilmente chi oramai si gode la discesa con animo leggero, al colmo del sollievo e dell’orgoglio, oggetto di indescrivibile invidia........

Libero pensatore lughese

Sulla Rocca Comunale di Lugo è collocata una targa marmorea, dettata da Olindo Guerrini, che cosi recita:
PIÙ CHE QUESTA PIETRA / DURI IL RICORDO DI / ANDREA RELENCINI /STRANGOLATO E BRUCIATO QUI PRESSO / NEL MDLXXXI / PER SENTENZA DELLA S.R.INQUISIZIONE / ED AMMONISCA CHE LA CHIESA NON TOLLERA / OMBRA DI LIBERTÀ

La strada laterale destra della Rocca, quella che immette a Piazza Baracca è intitolata ad Andrea Relencini, figlio acquisito di terra romagnola il cui martirio non potrà essere dimenticato.


Ma chi era Relencini? Aiutandomi con uno scritto di Ambrogio Bongiovanni (1848-1916) già Direttore della Biblioteca Trisi di Lugo, storico, amante degli eventi di Romagna, inizio dalla fine della vita del grande Modenese trapiantato e naturalizzato lughese: Da una mattina d’estate dell’anno 1581 quando sotto un cielo limpido e sereno, già dalle prime ore, le strade polverose della Terra di Lugo si animano di persone giunte da ogni parte del contado, con ogni mezzo, fino a divenire una moltitudine che la si vedeva solamente nelle feste delle grandi città. Quale era la novità. Era corsa voce di un fatto eccezionale, mai accaduto a Lugo e cioè il supplizio di un empio, eretico, seguace di Lutero, condannato dalla santa inquisizione. Nelle parole e dai volti della gente si intuiva sdegno, odio e ribrezzo per il condannato e tutti, salvo pochi, erano ansiosi di veder applicata la sentenza. Nella piazza era stata preparata una catasta di legna disposta a squadra, necessaria per il rogo “purificatore” e la gente era ammassata all’esterno della Rocca in attesa che fosse calato il ponte levatoio per poter accedere alla piazza. Con un rumor di catene il ponte viene abbassato e la gente prende posto ai lati della piazza in attesa di assistere a quell’evento che di li a poco determina la morte di un libero pensatore, ma prima di tutto di un uomo, messo a morte da altri uomini che nascondevano dietro la carità cristiana la loro crudeltà al limite del sadismo, solo perché la pensava diversamente da loro e non voleva sottoporsi alla volontà dogmatica di una ingiustizia di egoisti, ambiziosi solo di potere. Cominciano con l’entrare nella piazza cento cavalieri in armi, i trombettieri che con i loro suoni fanno rabbrividire, uno stuolo di preti e frati con un gonfalone su cui è disegnata una croce irta di chiodi. Ecco poi entrare il potere rappresentato dai membri dell’ufficio dell’inquisizione, dai dignitari del sacro ordine domenicano, dal rappresentante del vescovo di Imola, dal commissario estense e così via con giudici, notai, anziani della comunità, valletti, cavalieri, sgherri ed altra gente armata. Uno scabino sale sul palco dove già è stato portato il disgraziato a lato della forca e dà lettura all’atto d’accusa. Dopo ciò un frate si avvicina al condannato con una croce in mano esortandolo all’abiura ed al pentimento. Al rifiuto con la “fiera ostinatezza col dover obbedire alla intimazione del tribunale inquisitorio” da parte del condannato, un notaro del seguito legge la sentenza di morte. “Ei non tiene china ne tentenna la testa, e rifiuta di baciare un Cristo di legno, mentre lo porta nel cuore”. Ad un gesto del giudice, la vittima viene presa in consegna dal carnefice per la ferale esecuzione. Viene impiccata e non si ode un gemito o un lamento ed appena dati gli ultimi tratti di vita, viene tagliata la corda e gettata nella catasta di legna a cui è appiccato il fuoco. Eseguita la sentenza le sue ceneri vengono disperse perché di lui non resti niente.
Testo di Ugo Cortesi
Fonte:http://vecchio.italialaica.it

MTB consigli utili

La differenza sostanziale della attività cicloturistica con preciso riferimento alle due discipline legate alla SPECIALISSIMA e alla MTB, sta senza alcun dubbio nei luoghi ove si praticano prevalentemente: da un lato strade asfaltate e dall'altro esattamente l'opposto e cioè tutto ciò che NON sono strade asfaltate, ma una pratica sportiva denominata appunto e con senso... OFF Road: luoghi fantastici e un contatto diretto e unico con la natura che sbalza l'escursionista fuori dalla quotidianità, dal caos e dai ritmi frenetici, in una forma mentis di assoluto relax... ma anche di assoluto isolamento.
Ed è per questo che l'attento biker deve porre delle attenzioni ad un serie di particolari affinchè l'imprevisto NON possa mai capitare, in quanto potrebbe trovarsi in luogo remoto ove NESSUNO potrebbe portargli soccorso o risolvergli un problema meccanico occorso. In questo post porremo la nostra attenzione proprio all'inconveniente meccanico.  Sarebbe indispensabile la conoscenza della meccanica di base con cui porre rimedio a quasi tutti i problemi che possano accadere in campo aperto, ma certo non si può pretendere di "tanto sapere"; sarebbe opportuno a sufficenza, che almeno qualcuno del gruppo avesse pratica per intervenire su piccole riparazioni, giuntare una catena rotta, riparare una foratura su copertone e su tubeless, ed altro.
Pertanto oltre allo standard kit in dotazione in ogni bike in cui possiamo ritrovare una camera d'aria / una bomboletta d'aria con rubinetto miscelatore e leve smonta-copertoni, consigliamo di aggiungere pezze autoadesive per tamponare tagli sui copertoni, Fast gonfia-e-ripara per camere e tubeless (magari ancorato al reggisella), kit di attrezzi specifici per intervenire sulla bicicletta (vedi foto: KIT ATTREZZI SPECIALIZED EMT PRO MTB), valvola di ricambio SMONTABILE per cerchi tubeless.
Prevenire è meglio che curare!


lunedì 21 novembre 2011

Le risorse sono limitate


Per Geppetto una pera non aveva scarti: i torsoli e le bucce possono sempre venir buoni, come impara presto Pinocchio. Oggi invece gettiamo nelle spazzature tonnellate di cibo all’anno. E con il cibo sprechiamo anche l’acqua: non soltanto quella contenuta negli alimenti, ma anche quella servita per produrli. Tanta, anche se scarsa: anzi limitata. E invece dovremmo ridurre gli sprechi. Non solo perché non è etico scialacquare in tempi di crisi, ma anche perché le risorse naturali – il capitale naturale – è limitato. Vogliamo aumentare ancora il nostro debito ecologico, sommandolo a quello economico e invelenire totalmente l’ambiente e le nostre vite?
I rifiuti ci stanno sovrastando, in tutti i sensi. Non sappiamo più come gestirli. I rifiuti fisici, intendo. Figurarsi quelli umani. Che sono poi la diretta conseguenza dei primi. Come uscirne? La formula è semplice: consumare e produrre meno, ma meglio (possibilmente).

domenica 20 novembre 2011

Sole d'inverno

Mentre in pianura una fitta nebbia e il freddo umido hanno reso difficoltoso e poco invitante "uscire" con la specialissima....  qui ad Isola, piccola frazione alle porte di Riolo Terme, oggi abbiamo potuto trarre piacere nel pedalare in MTB, grazie ad una gradevole giornata soleggiata. Ma comunque niente di nuovo... questo è il nostro clima padano e le sue nebbie!. Ritornando a noi e al nostro appuntamento domenicale, sembra che il nostro appello o denuncia pubblica che conseguentemente al Raduno di Palazzuolo abbiamo rivolto agli organizzatori in generis affinchè rappresentassero nel grado di difficoltà dei percorsi uno spirito più cicloturistico e meno hard, sia stato accolto o meglio... sarà un puro caso ma sia a Fontanelice che oggi ad Isola hanno mappato due splendidi percorsi, impegnativi dal lato muscolare/fisico ma con una difficoltà tecnica media.
Quello odierno, aiutato dalle condizioni meteo e da un fondo asciutto che da molti anni non si verificava, ha potuto spaziare su strade forestali e single-track meno conosciuti.... quelli che vanno da Borgo Rivola al crinale del Poggiolo fino a fiancheggiare il Monte Cece e far ritorno da Settefonti, Monte Albano e Monte Mauro, lambendo la sua chiesetta posta  sulla cima a mo' di vedetta. Quarantuno km ben distribuiti e con il gran finale della "bandega" a base di polenta con ragù.
Il gruppo ADM è indubbiamente speciale per "colorare" la giornata,  coeso e sempre più numeroso e tutto ciò non può che rendere piacevole ogni appuntamento in MTB trascorso insieme.

sabato 19 novembre 2011

La Sagra del Tartufo

Cusercoli, 13-20 novembre.
Protagonista della Sagra che si svolge la seconda e la terza domenica di novembre è senza dubbio il “Tartufo bianco pregiato” della Valle del Bidente, che proprio in questo mese tocca il suo apice qualitativo. Migliaia di buongustai e di turisti si danno appuntamento per celebrare l’oramai noto e prezioso fungo sotterraneo. Nei due fine settimana, la cittadina medievale è invasa dalle bancarelle dei tartufai che espongono i loro “diamanti della terra”. Il programma prevede l’esposizione di prodotti tipici agroalimentari, di oggetti di artigianato artistico locale legato ai vecchi mestieri della Valle del Bidente e l’attivazione di conferenze, proiezioni e spettacoli musicali. Il momento più atteso è sicuramente quello della premiazione degli espositori e del tartufaio che ha trovato il tartufo più grosso e profumato. Alla raccolta dei funghi e del tartufo bianco pregiato sono legate anche le attività gastronomiche di Cusercoli. La Pro Loco "Chiusa D'Ercole" organizza due Sagre, quella del Prugnolo e quella del Tartufo Bianco pregiato di Romagna. Negli anni queste sono diventate punto di ritrovo per cercatori, acquirenti e buongustai.
La Sagra, che si svolge il 13 e 20 novembre, è invece interamente dedicata al tartufo.
Per mantenerne intatto il caratteristico profumo, lo si utilizza principalmente crudo su piatti caldi, il cui vapore porta alle narici tutto il suo inebriante aroma. Il modo migliore di apprezzarlo è affettarlo con l’apposito strumento poco prima del consumo.
Gli abbinamenti ideali sono: con un uovo al tegamino, sulla pasta o sui ravioli con burro e formaggio, sul risotto, sui crostini, sul nodino di vitello, sul filetto di bue, sul petto di fagiano in salsa di vino. Particolarmente gustoso sui nidi di tagliatelle in bianco o nei ripieni e nelle salse. Alla Sagra cusercolese lo si può assaggiare abbinato al “raveggiolo” (formaggio molle maturato in foglie di felce), per farcire la piada alla lastra.

Passo San Marco (1.985)

- Località di partenza: Piazza Brembana (536 m)
- Località di arrivo: Passo San Marco (1.985 m)
- Lunghezza: 24 km
- Dislivello: 1.450 m
- Pendenza media: 7,2%
La Val Brembana con la sua natura protetta del Parco delle Orobie e con la splendida natura del paesaggio, con i suoi itinerari lungo il fiume Brembo e le famose località turistiche è il luogo ideale per le escursioni cicloturistiche. Questo itinerario ci consente di pedalare nella storia, non solo quella sportiva, ma anche quella scritta da secolari traffici lungo la storica Via Priula, tracciata all’uopo dalla Serenissima sul finire del 1500 per raccordarsi commercialmente con i paesi del Nord Europa. La partenza della salita avviene in prossimità della monumentale chiesa di Piazza Brembana (possibilità di parcheggio), attraversando il paese che fu patria dei fratelli Calvi volgendo in direzione di Olmo al Brembo - Averara. Lungo questi quattro km iniziali le gambe hanno modo di scaldarsi pronte ad affrontare la lunga salita e la ragguardevole pendenza della strada che, mediamente, si presenta con un’inclinazione del 7,2%, ma dopo Mezzoldo spara “strappi” che superano il 12%. Giunti a Mezzoldo è utile far provvista di acqua e rifiatare un attimo godendosi il panorama sui monti circostanti. Ora si riprende a pedalare e si fa sul serio perché la salita che porta alle località Ponte dell’Acqua e Castello non scherzano. Il bel bosco di abeti ospita caprioli e camosci che, talvolta, si possono incontrare e dispensa frescura ed ossigeno che giungono come gradito carburante alle nostre gambe. Giunti al laghetto artificiale, la valle si apre ed offre un tratto quasi pianeggiante e con un po’ di fiato si riesce meglio ad apprezzare questo ambiente quasi da sogno. Antiche baite e villini fioriti anticipano il complesso del rifugio Madonna delle Nevi e degli ultimi ristoranti che odorano di polenta taragna e carne in salmì. Non è ancora finita, lo storico passo ci attende 7 km più in alto. Ora si cambia versante e cessa l’ombreggiatura, ma il fondo stradale si mantiene buono così come costante (8% - 9%) la pendenza. Dai, ormai è fatta, ecco apparire il nuovo rifugio San Marco e giunti alla curva d’Ancogno la visuale si apre sul gruppo del monte Ponteranica e finalmente si vede il nostro arrivo. Tre tornanti ed un lungo traverso sotto le pendici del Pizzo di Segade ed eccoci affacciati sul culmine che si apre come una grande finestra sulle montagne Retiche laggiù oltre il solco della Valtellina.
Fonte: www.sport.vallebrembana.org

venerdì 18 novembre 2011

Stelvio a pedaggio

É ufficiale: dal 2012 per transitare sul Passo dello Stelvio dal versante altoatesino si dovrà pagare il pedaggio. La decisione segue un progetto di tutela delle Dolomiti da parte della provincia di Bolzano, iniziato con l’introduzione del ticket sul Rombo nel 2006 e che dovrebbe proseguire con altri quattro passi del Gruppo del Sella. Sono ormai anni che si discute sulla possibilità di introdurre un pedaggio sui Passi dolomitici assiduamente frequentati quali lo Stelvio, il Sella e il Gardena. L’unico che fino ad oggi è diventato a pagamento è stato il Passo  del Rombo. Nel 2006 il passaggio sul valico che collega Italia e Austria, posto a oltre 2.500 metri di altitudine, ha introdotto infatti un ticket, che ha prodotto un incasso annuo di oltre 300 mila euro.Durante la seduta della Giunta provinciale di Bolzano dello scorso 3 ottobre è stato deciso di aggiungere il pedaggio anche al Passo dello Stelvio. A partire dal 2012 i veicoli a motore che saliranno dalla provincia altoatesina diretti al valico posto a 2.758 metri di quota dovranno pagare un ticket. Sul versante lombardo invece, per ora nulla è cambiato, visto che spetta solo alle autorità della Regione prendere decisioni in merito. Secondo le dichiarazioni del presidente della Provincia Luis Durnwalder, l’attuazione della decisione della Giunta seguirà l’esempio del Rombo e utilizzerà il denaro raccolto per opere di manutenzione della strada, tutela dell’ambiente ed eventuali aggiunte o migliorie riguardanti il settore turistico.
Secondo quanto emerge dalle dichiarazioni dell’assessore all’Amministrazione del patrimonio e Lavori pubblici Florian Mussner al Corriere delle Alpi, il pedaggio sarebbe un possibile metodo per preservare le bellezze delle Dolomiti che dovrebbe proseguire con l’introduzione del ticket anche sui quattro passi che circondano il Gruppo del Sella: Passo Gardena, Passo Pordoi, Passo Campolongo e il Passo Sella. Le province di Trento e Belluno, su cui si trovano gli altri versanti di tre dei quattro valichi interessati, si erano in passato dimostrate scettiche sul dar vita al progetto negli scorsi anni. Spetterà alla provincia di Bolzano cercare di convincerle o decidere di agire solo sul versante altoatesino come hanno appena fatto sullo Stelvio.
Info: www.provincia.bz.it

giovedì 17 novembre 2011

MTB domenica 20 novembre

11^ prova MTB RioloTerme ISOLA
Ritrovo: Bar Briko Lugo ore 7.45
Partenza: presso: Azienda agricola "I Casini" via Caduti di Torranello 14 - R. Terme
Parcheggio consigliato: Campo sportivo presso Chiesa di S. Tommaso di Gallisterna
Percorsi: 34 / 41 km mappati nelle zone limitrofe
Iscrizione € 4,00 – dalle ore 8.00 alle ore 9.00;
Ristoro di percorso + Polenta finale.
Un appuntamento classico del Challeger invernale UISP 2011. Si parte già in salita solamente per iscriversi presso l'Azienda agricola "I Casini" per proseguire in zona Monte Mauro e dipanandosi su tutto il crinale della Val Fusa lato Casola. Considerando che il fondo dovrebbe essere OK per l'assenza di piogge, si può prevedere un appuntamento da non perdere.

Il "duemila" Sloveno

Se volete scoprire una salita Hors “panoramica” e poco affollata ecco a voi la Forcella del Mangart: l’unico “duemila” sloveno con accesso possibile solo dal versante sloveno mediante una strada asfaltata, a pedaggio per i veicoli motorizzati. Il punto di partenza dell’ascesa è situato ad un bivio (segnalato) per il Mangart, sulla direttrice che dal Passo del Predil porta verso l’abitato di Log Pod Mangartom  e che prosegue in direzione Bovec nella Soca-Valley.
Da questo punto si sviluppa una incredibile strada tipicamente alpina scavata nella roccia con 4 corte gallerie più una quinta molto buia, con una carreggiata molto stretta  e una  pendenza media dell'8.6% con molti tratti sempre sopra al 10% , che in poco piu' di 11 km, porta a superare un dislivello di 950 m fino a quota 2055 circa. Nel primo tratto la strada risale il torrente seguendo la linea di massima pendenza, salvo un breve intermezzo nel bosco, oltre il quale occorre superare un duro rettilineo al 15%; seguono 3 chilometri circa con  incantevoli passaggi all’interno di boschi di faggio che poi fanno posto alla nuda roccia.
Ora la strada si apre alla visuale con ripidi tornanti alternati a tunnel scavati nella roccia, la vista va sempre più allargandosi sulla Valle di Riofreddo, cinta a meridione dal gruppo del Canin ed a settentrione dalla cresta del Montasio.
La strada priva di protezioni laterali giunge sino al rifugio situato sotto la sella. Poco oltre inizia un percorso asfaltato ad anello a senso unico di percorribilità che raggiunge l’altitudine di 2055.

Una volta in cima ed ammirato da un lato l'imponente mole del Mangart  e dall’altro un panorama grandioso che dall’alto si staglia sui laghi di Fusine, con la bici non si puo' fare altro che tornare sui propri passi e ridiscendere fino al bivio per Bovec.
(percorsa il 05/08/2011)

mercoledì 16 novembre 2011

Scala di difficoltà dei percorsi MTB

Al fine di uniformare le indicazioni relative ai percorsi e fornire maggiori dettagli i praticanti MTB, il Club Alpino Italiano sezione Cicloescursionismo, ha approvato la seguente scala di difficoltà:


Per descrivere l'aspetto di impegno fisico:

dislivello in m.
lunghezza in km
.
per descrivere l'aspetto di impegno tecnico:

sigla/sigla
 

Per descrivere l'aspetto tecnico, si definiscono le seguenti sigle:

TC - MC - BC - OC - EC

si deve indicare una sigla per la salita e una per la discesa, separate da una barra (/)

Definizione delle sigle per la descrizione della difficoltà tecnica il criterio per individuare una sigla è il tipo di fondo prevalente, secondo la seguente didascalia:

TC
(turistico) percorso su strade sterrate dal fondo compatto e scorrevole, di tipo carrozzabile
MC
(per cicloescursionisti di media capacità tecnica) percorso su sterrate con fondo poco sconnesso o poco irregolare (tratturi, carrarecce…) o su sentieri con fondo compatto e scorrevole
BC
(per cicloescursionisti di buone capacità tecniche) percorso su sterrate molto sconnesse o su mulattiere e sentieri dal fondo piuttosto sconnesso ma abbastanza scorrevole oppure compatto ma irregolare, con qualche ostacolo naturale (per es. gradini di roccia o radici)
OC
(per cicloescursionisti di ottime capacità tecniche) come sopra ma su sentieri dal fondo molto sconnesso e/o molto irregolare, con presenza significativa di ostacoli

EC
(massimo livello per il cicloescursionista... estremo!) percorso su sentieri molto irregolari, caratterizzati da gradoni e ostacoli in continua successione, che richiedono tecniche di tipo trialistico

Esempio:
Colle della Battagliola (2285 m)
Dislivello: 1000 m;
Lunghezza: 22 km;
Difficoltà tecnica: MC/BC+
 

Fontanelice "the best"

E' indubbiamente vero che in questo blog siamo particolarmente critici e attenti ad ogni sfaccettatura di mala-organizzazione ma il tutto è proteso ad evidenziare punti deboli delle manifestazioni alle quali partecipiamo e con la finalità di dare spunti per poterle correggere nelle edizioni future. E proprio a conferma di ciò, in merito all'appuntamento MTB che si è svolto lo scorso weekend a Fontanelice, non possiamo che tessere lodi: bravi e attenti gli organizzatori a mappare un percorso incredibilmente piacevole, panoramico e alla portata di molti (con un grado basso di difficoltà tecnica) che hanno potuto optare su i due percorsi di 29 e 20 km. Da segnalare la bellisam discesa dalla Bordona.
Ottimo il ristoro di metà percorso e ben posizionato e altrettanti complimenti per il pasta-party conclusivo.... a suo di garganelli al ragù e buon sangiovese. Al prossimo anno!

lunedì 14 novembre 2011

Quali scarpe scegliere?

In inverno mantenere al caldo i nostri piedi mentre si pedala è un bel problema e in MTB lo è ancora di più in quanto i tradizionali copriscarpe non sono la soluzione più idonea in presenza di fango, pozze d'acqua e terreno argilloso mollo: si inzuppano e il piede si bagna!. Ripeto, in MTB il problema è sentito maggiormente rispetto alla "strada" in quanto è frequente il piede a terra o percorrere a piedi con bici al seguito, lunghi tratti impraticabili o extreme; pertanto a risoluzione l'industria ci viene incontro proponendo scarponcini invernali imbottiti. Mi piace molto questa proposta della Northwave modello Gran Canyon 2 con membrana Goretex impermeabile e traspirante. Materiale esterno: poliuretano resistente, all'interno vi è un'imbottitura invernale. Plantare GTX ergonomico. Allacciatura rapida e cinturino con fascia velcrata e grazie alle suola Vibram Allmountain profilata, le scarpe sono adatte anche alla camminata ed ai pedali MTB (SPD) anche senza l'innesto rapido. Insomma una scarpa per tutti gli usi che ci consente di pedalare anche con temperature rigide... soffrendo meno!

domenica 13 novembre 2011

In ricordo di un amico

Poesia di Emilio Tasca
Mille colori
volano,
s'inseguono
sull'asfalto
iridandolo.
Ed insieme
alla strada
sale la fatica.
Il dolore attanaglia i muscoli,
annebbia la vista,
espande il cuore.
In piedi,
sui pedali,
lo sguardo in alto
a cercare la fine della salita.
Spingi
al ritmo del tuo cuore
quella bici
che sembra
non voler salire.
E in quel momento
lui,
ti passa vicino,
ti guarda,
si gira,
ti sorride,
ti incita,
ti sprona
e se ne va.
Veloce
s'invola.
Così veloce,
così in alto,
che non potranno
mai più raggiungerlo.
Adesso
quel cielo azzurro
oltre il traguardo
lo accoglie.


venerdì 11 novembre 2011

Valle dei Mocheni

Pergine Valsugana, attivo borgo rinascimentale di interesse storico, che si trova a pochi chilometri da Trento. È capoluogo dell’alta Valsugana e ormai popolosa cittadina con un’ampia offerta commerciale e di tipicità. Dominata dalle antiche torri del castello medievale, Pergine è anche un ottimo punto di partenza per gite nei dintorni e per molte attività sportive, dal golf al dragon boat (antica imbarcazione cinese entrata nella pratica sportiva locale). Un insieme che appassiona i visitatori di cultura, natura, sport, spettacolo . Scorci suggestivi accolgono in centro, come la Via Maier, una tra le più belle contrade rinascimentali, ricca di testimonianze artistiche, dalle case patrizie alle antiche chiese. Intorno alla cittadina le colline, le coltivazioni dei piccoli frutti e i laghi: Pudro, Madrano e Canzolino, e i più grandi Caldonazzo e Levico. Soltanto pochi chilometri separano Pergine Valsugana dalla originale Valle dei Mocheni, isola etnica e luogo di antiche tradizioni tutte da scoprire all’interno di un impervio e fiabesco scenario naturale. Dalla periferia di Pergine in pochi chilometri si raggiungono Canezza ed un bivio dal quale si deve imboccare la strada provinciale nr. 8, sul versante orografico destro della Valle dei Mocheni. L’ascesa si presenta impegnativa fin dai primi tratti, con pendenze regolari ma accentuate, ampi tratti lungo i quali c’è poco respiro. Nell’ultimo tratto, poco prima dell’abitato di Sant’Orsola (bivio a sinistra) per Passo Redebus, la salita è davvero severa.
Un valico in mezzo ai boschi, sulle pendici della catena dei Lagorai, collegamento fra la Valle abitata dalla minoranza etnica dei Mocheni e quella di Pinè. Un importante ritrovamento archeologico ha consentito lo studio delle abitudini delle popolazioni di nomadi-cacciatori dell’era mesolitica che qui avevano installato un accampamento. La zona venne frequentata nei secoli scorsi anche dai “canopi” i minatori che cavavano l’argento da queste montagne. A Palù del Fersina, pochi chilometri dal Passo, è interessante una visita all’Istituto Culturale Mocheno Cimbro dedicato alla cultura, alle tradizioni ed all’identità di questa popolazione minoranza etnica delle Alpi.
Partenza: Pergine Valsugana (480m) / Arrivo: Passo Redebus (1453m)
Sviluppo totale: 16,1 Km  / P. Media: 6%

Dedicato a....

La Cima Fauniera – valico alpino situato nelle Alpi Cozie in Piemonte – si chiamerà Colle Pantani. La decisione è stata presa dal Consiglio Comunale di Castelmagno che comunicherà all'Istituto Geografico Militare la variazione del nome.
Presto potremo così leggere su tutte le cartine il nome di Pantani, che ha legato il suo nome a questa durissima salita nel 1999 quando il Giro d’Italia transito per la prima volta su questo colle. Pantani in quell’occasione scattò sulle sue rampe e transitò per primo sul valico: a testimonianza di ciò è stato realizzato un busto in marmo nero dedicato al ciclista e ora il grande riconoscimento – unico nel suo genere nella storia e nella leggenda del ciclismo.

mercoledì 9 novembre 2011

Domenica 13 novembre

Il prossimo appuntamento settimanale del Challenger UISP è quello organizzato dalla società locale Ciclistica Fontanelice: una Medio Fondo escursionistica non competitiva di mountain-bike su tracciato di 29 km con 1150 mt di dislivello (percorso corto 23 km); con ristoro previsto a 17 km dalla partenza e pasta party conclusivo. 




RITROVO: Bar Briko Lugo ore 7,45
PARTENZA: ore 8,45 presso la nuova Bocciofila di Fontanelice
ISCRIZIONI:  dalle ore 7.30 alle ore 9.30, 
QUOTA ISCRIZIONE: euro 4,00

Tour for Kids 2012

Dopo la prima grande avventura dell´estate scorso, anche nel 2012 si ripeterà il Tour for Kids, l´evento ciclistico di beneficenza NON COMPETITIVO a favore dei " Drachenkinder" (bambini "DRAGO" con malattie incurabili) e noi li sosterremo: asssieme ai nostri partner e sponsor raccoglieremo denari per giovani meno fortunati. Si tratta qui di un´evento NON STOP per ciclisti (su strada) ben allenati che amano le distanze lunghe. Seguito da numerosi media, il gruppo partirà all´alba di sabato 11 agosto da Bolzano (Alto Adige) per giungere nella stessa giornata e dopo ca 380 km in Germania, esattamente a Ravensburg, situato a nord del lago di Costanza (Bodensee). Il percorso pasererà l´Alto Adige e la Val d´Isarco prima di arrivare al valico del Brennero, dopodichè si entra in Austria in direzione Innsbruck; dopo Landeck si supera il passo dell´Arlberg e si và verso Bregenz, sullo splendido lago di Costanza; a Lindau si entra in Germania e da lí manca poco fino a Ravensburg. Grande highlight sarà l´arrivo del Tour for Kids 2012 nellla piazza principale, la Marienplatz, dove ci sarà una grande festa con musica realizzata da Radio 7 ("Sun and Fun Tour 2012"), un´emittente locale.
Cos´è il Tour for Kids 2012 ?

• è un Charity-Event a favore dei "Radio 7 Drachenkinder"
• si terrà sabato 11 agosto 2012
• cicilsti pedaleranno non-stop da Bozen (ITA) a Ravensburg (GER)
• Distanza: ca. 380 km, ca. 3.200 metri di dislivello, durata evento ca. 15 ore
Fonte; http://www.bikeandmore.it/


Un giardino "nascosto"

Nel cuore di Tredozio, paese di frontiera, in bilico tra Romagna e Toscana che vive ancora di quella sua natura appartata, lontana dalle frenesie contemporanee, in un panorama di boschi e strade tortuose si trova Palazzo Fantini. Signorile e defilato, opulento e modesto, sospeso tra i ritmi di una passata civiltà contadina e il privilegio di un'erudita agiatezza. Palazzo Fantini raccoglie la storia di un'unica famiglia che lo abita da quasi tre secoli. L'elegante ma severissima facciata settecentesca nulla lascia presagire dell'accogliente segretezza del giardino. Dalla strada nessun indizio; dopo il portale a volta la prima corte accoglie con un gioco di bossi intagliati, salvia splendens e una vasca con piante acquatiche. D'intorno gli ingressi privati e una serie di edifici un tempo pertinenze agricole. Poi la sorpresa, un giardino all'italiana sopraelevato rispetto al piano della casa e accessibile solo da una gradinata lungo un'ampia muratura di sostegno. Esso si compone di vari settori che si adagiano sulla collina ed in salita. Progettato nell'800 riprende i temi classici dell'epoca: i vialetti segreti, la fontana con le ninfee, le geometrie precise delle siepi, i bossi topiati, le aiuole di rose antiche con stachis lanata e bordure di fiori “fuori moda” come dalie e begonie, iris e lantane.
Il giardino roccioso: più in alto, il parco di alberi secolari come cedri del Libano, lecci, ippocastani acacie, tigli, querce e sottostanti prati con fiori spontanei, quali margherite, viole, primule e ciclamini. Questa parte va misteriosamente a perdersi nel giardino roccioso con scalinate e muri secondo uno stile ottocentesco e romantico, con vialetti riservati.
Le erbe aromatiche: Di recente progettazione e realizzazione è invece l'angolo dedicato alle erbe aromatiche. Un'aiuola nuova a forma trapezoidale che non era nella originaria struttura del giardino, con bordure di bosso per raccogliere erbe aromatiche locali quali la vinca,la nepeta, il camedrio, la menta variegata, il timo, l'alloro, il dragoncello, la ruta, la santoreggia, il rafano, l'achillea etc...
Il verde cupo dei bossi fronteggia il rosso e giallo dipinti a strisce sul muro interno. Nella tradizione locale infatti gli edifici agricoli venivano dipinti con il tipico motivo a bande bicolori. L'allegra limonaia fa da cornice all'aiuola centrale.
Visite su appuntamento al giardino e al museo della civiltà contadina da Aprile a Settembre.
Fonte: www.palazzofantini.net

martedì 8 novembre 2011

E noi cosa facciamo?

La vergogna corre sul video: l’alluvione dei giorni scorsi ha provocato una vera e propria esondazione di rifiuti di plastica lungo il lagno Rosario nei pressi di Nola suscitando sdegno in tutta l’opinione pubblica mondiale. Ma i rimpalli di responsabilità e le vere ragioni di questa “catastrofe” sono da ricercarsi soltanto nella mancanza del senso civico, della educazione e nel rispetto degli altri. Pensate quanto poco basterebbe per risolvere questo attuale problema dei rifiuti, adottando quella unica soluzione disponibile che è quella della raccolta differenziata e responsabile da parte di ogni cittadino. Tra le ragioni che spingono a fare la raccolta differenziata della plastica si può, senz'altro, annoverare la sua lenta degradabilità. I contenitori in polietilene o in cloruro di polivinile abbandonati nell'ambiente impiegano dai 100 ai 1000 anni per essere degradati, mentre per oggetti apparentemente più inconsistenti, come le carte telefoniche ed i sacchetti, il tempo necessario è almeno 1000 anni. E noi cosa facciamo per adottare nella nostra quotidianità uno stile di vita maggiormente ECO?
Visto che trattiamo di cicloturismo... in questa piccolissima "finestra" quale è questo Blog, come possiamo contribuire per essere ECO-coerenti anche quando pedaliamo:
1) Non lasciate lungo la carreggiata o nei fossi adiacenti, le camere d'aria sostituite/forate e le relative ricariche d'aria usate per il gonfiaggio delle stesse.
2) Non gettare "al vento" le confezioni delle barrette energetiche o gli stick degli integratori dolcificanti: basta riporle nelle proprie tasche e poi giunti a casa, immetterle nel contenitori dei rifiuti.
3) Avere rispetto del territorio che tanto adoriamo.

Fossa, Tartufo e Cerere

Mondaino, terra di confine tra Romagna e Marche, nella terza e quarta domenica di novembre, torna a presentarsi come il “paese dei ghiottoni”; al centro di due giorni di eventi volti alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale e dei prodotti agro-silvo-pastorali del territorio, si tiene la mostra mercato del tartufo bianco pregiato delle colline riminesi e la Festa della sfossatura del formaggio di fossa.Musica da palato è una manifestazione in cui a farla da padroni è il gusto di vivere da ghiottoni, termine inteso non solo in senso strettamente gastronomico, ma anche come propensione al rispettoso consumo di tutte le cose buone della vita. Domenica 20 è la giornata dedicata al prezioso Tuber Magnatum, mentre domenica 27 a vestire i panni del protagonista, è il formaggio di fossa con la festa della sfossatura. Contemporaneamente si svolge la mostra mercato dei prodotti tipici locali secondo la logica del km-zero: olio extra vergine di oliva, mieli dorati, salumi, farine e vini provenienti dalle produzioni locali. Altra ospite delle vie del paese è la mostra mercato dei prodotti dell’artigianato artistico, mentre nella piazza centrale e nella piazzole minori si tengono concerti e spettacoli della tradizione e della contemporaneità, saggiamente distribuiti per offrire divertimento agli intervenuti, sia ai grandi che ai piccini; non mancano momenti di riflessione e approfondimento legati ai prodotti tipici e alla loro valorizzazione con convegni e seminari a tema. Infine le Osterie offrono menù particolarmente gustosi che, non solo avranno come primi attori tartufo e formaggio di fossa, ma andranno ad utilizzare i prodotti del territorio, quindi un consumo a km zero.

lunedì 7 novembre 2011

Val d'Arc













Col de l'Iseran
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Distanza: 32,9 km
Dislivello: 1.371 mt
Pendenza media: 4,2% 

L'altissimo valico alpino collega la valle dell'Isère con quella dell'Arc, affluente dello stesso Isère, attraverso un fantastico scenario di grandi cime montuose e superbi ghiacciai, all'interno del Parco nazionale della Vanoise. Il passo era già frequentato nei secoli scorsi per i traffici locali, ma la strada è stata inaugurata solo il 10 luglio 1937.
Al momento della sua apertura ha sottratto lo scettro di passo più alto d'Europa al Passo dello Stelvio, prima di essere a sua volta detronizzato nel 1964 dal connazionale Col de la Bonette (2802m). La strada è interamente asfaltata, anche se il fondo della carreggiata risulta abbastanza rovinato nella parte più elevata, soggetta ad innevamento per molti mesi all'anno; le pendenze non sono mai estremamente ripide, ma la lunghezza del percorso con il consistente dislivello e le difficoltà climatiche legate alla quota rendono molto duro l'impegno per il ciclista; su entrambi i versanti la salita è divisa in due tratti separati da una fase centrale in falsopiano. Considernado l’ascesa dal versante meridionale il percorso prende l'avvio a Lanslebourg-Mont-Cenis (1399m), dove comincia anche la strada per il Colle del Moncenisio (2084m); si sale dolcemente a Lanslevillard (1479m) e con severa pendenza alla cappella della Magdeleine (1750m), affrontando successivamente un tratto di discesa ed il lungo pianoro che conduce a Bessans (1720m), stazione turistica che conserva l'antica tradizione del legno intagliato; la vecchia strada attraversa il paese mentre il tracciato moderno percorre la scorrevole circonvallazione. Si procede senza difficoltà fino a Bonneval-sur-Arc (1819m), base per numerose escursioni, dove si abbandona il fondovalle ed il fiume Arc che nasce dal ghiacciaio ai piedi della Levanna, sul confine con l'Italia.
Si affronta la dura salita finale che supera con ampi tornanti la parete montuosa che chiude la valle verso nord; dopo aver attraversato lo stretto passaggio delle Gorges de la Lenta si toccano le isolate località di Lenta e Pied-Montet (2270m); dopo un tornante a quota 2360m ed una breve galleria si attraversa il torrente Lenta al Pont de la Neige (2503m) e si percorre in costa con forte pendenza tutta la parete sotto la Pointe des Lessières (3041m); dopo un ulteriore tornante si affronta l'ultimo ripido tratto fino al passo posto a quota 2770 mt.
Fonte: www.massimoperlabici.eu
Foto: Emiliano De Angeli