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sabato 28 luglio 2012

La sfida 2012
















Si parte: martedi 31 luglio alle ore 7,00 avrà inizio la nostra avventura 2012!! Ecco i 14 partecipanti che hanno accettato quest'anno la sfida di Ad Maiora Bike, una avventura senza uguali, lungo la direttrice della Route des Grandes Alpes, il più affascinante fra tutti gli itinerari montani alpini (405 Km da percorrere e con un dislivello altimetrico di 9.893 mt. su 4 tappe).
  • BARONCINI VILMA
  • SINTONI ROBERTO
  • PIATESI GIAN LUCA
  • DIRANI SERGIO
  • MELANDRI EZIO
  • BENEDETTI FERNANDO
  • PINAMONTI CLAUDIO
  • CARPI ELENA
  • GIANNATTASIO MICHELE
  • FUSARI STEFANO
  • ROI FABIO
  • MONTANARI ROBERTO
  • USTIGNANI FABIO
  • BRIGNANI PIER LUIGI
Un particolare ringraziamento ai nostri Sponsor Tecnici per il contributo che hanno apportato, che è risultato determinante per la riuscita organizzativa di questo nuova avventura cicloturistica Ad Maiora:
Rag. Giulio Carone - Banca Mediolanum - Lugo
Bike Passion - Cycling Store - Faenza
Deka Viaggi - Travel service agency - S. Agata s.S.

venerdì 27 luglio 2012

CARICA BATTERIA BIKE CHARGE

BIKENCHARGE è un pratico sistema di alimentazione universale che trasforma il movimento della bicicletta in energia elettrica autoprodotta, quindi totalmente gratuita e pronta all’uso, con la quale alimentare i più comuni dispositivi elettronici portatili funzionanti a 5 Volt, attraverso un connettore USB standard. BIKENCHARGE trasforma la corrente alternata prodotta da una comune dinamo di bicicletta in corrente continua con una tensione di 5Vdc. Lavorano con questa tensione apparecchiature elettroniche come il lettore MP3, l’iPod, il telefono cellulare, le luci con batterie ricaricabili, lo smart phone, piccoli dispositivi fotografici e di ripresa video digitali, il navigatore GPS, l’e-Reader (e-Book), piccoli accumulatori di energia, sensori e misuratori elettronici, e tanti altri dispositivi portatili alimentabili mediante una comune presa USB standard. L’energia autoprodotta durante il movimento della bicicletta é quindi elettricità totalmente gratuita e rinnovabile. La progettazione accurata del dispositivo BIKENCHARGE ha permesso di mettere a punto un sistema capace di erogare una corrente di alimentazione efficace per la ricarica, a partire da una velocità di spostamento di soli 5,5-6,0 Km/h, che corrisponde alla velocità raggiunta da un adulto quando cammina a piedi con un passo spedito. Maggiore è la velocità di movimento della vostra bicicletta e maggiore sarà la corrente erogata dal sistema fino alla soglia massima utile di 500 mA, che corrisponde alla corrente erogata da un comune alimentatore da presa elettrica (da 220 Vca) o da un alimentatore per presa accendisigari di automobile (da 12 Vcc).B IKENCHARGE diventerà l’accessorio insostituibile a bordo della vostra bicicletta, che vi accompagnerà durante i vostri spostamenti quotidiani. Maggiore sarà il tempo del vostro spostamento in bicicletta ed utilizzo di BIKENCHARGE e maggiore sarà la ricarica che produrrete. Maggiore sarà il risparmio di CO2 in rapporto all’ambiente. Tutto questo senza fare ulteriore sforzo oltre al normale movimento delle vostre gambe. Non vi viene chiesto alcuno sforzo supplementare. Sarà sufficiente pedalare, con la stessa intensità che normalmente avreste impiegato per recarvi a destinazione con la vostra bicicletta. Le dinamo (non in dotazione) di ultima generazione sono infatti leggere, particolarmente silenziose, creano un attrito quasi impercettibile, non rallentano pertanto l’andatura della bicicletta, non vi chiedono di fare un sforzo fisico supplementare.
Info e Shop:
http://gialdini.com





mercoledì 25 luglio 2012

Cavina San Pietro

Sulla sommità del Monte Giorgetto, che sovrasta l'odierna Cavina, nel XIII secolo sorgeva il medioevale "Castrum Cavinae". Possesso dei Fantolini di Zerfognano, passò nel 1320 ai Manfredi che la tennero fino al XV secolo. Al XIII secolo risalgono anche le prime attestazioni della Chiesa di Cavina, intitolata a San Pietro apostolo, di cui si ha notizia a partire dal 1290. Di detta Chiesa, a cui un tempo era collegato un oratorio intitolato a Sant'Antonio, oggi non resta traccia. L'attuale chiesetta, risalente al 1935 è di modeste proporzioni, ad una sola navata con tetto a capriate, e due altari dedicati alla Madonna del Rosario.
L’ascesa che prende il via svoltando a sx dalla strada della Val Fusa (circa 4km da Zattaglia in direzione Poggiolo) è di media difficoltà nel suo complessivo in quanto solamente la prima parte (1,8 km), al borgo di Ospedaletto, presenta pendenze impegnative che si attestano su un 8% di media; giunti sul crinale si può godere di una splendida vista che arriva fino alla pianura e il fianco del Parco del Carnè. Si prosegue pedalando in un piacevole sali & scendi anche a tratti ombreggiato e che si conclude, dopo aver percorso 6 km totali, al bivio della Strada Provinciale Valletta. Si può optare a questo punto di scendere a Zattaglia – via Bitella - svoltando a sx oppure proseguire sul crinale fino a Croce di Rontana o scendere – Via Valletta - a Fognano.

Sabato 28 luglio

CAVINA & RONTANA
RITROVO ore 7.30 BAR BRIKO Lugo
DISTANZA KM 91 / 680 mt. disl.
Ultima sgambata....  optiamo quindi di non appessantire le gambe da fatiche inutili e ci dirigiamo da Lugo verso Zattaglia - via Villa Vezzano; imboccata la strada della Val Fusa dopo 4 km svoltiamo a sx per affrontare la salita della Cavina e cavalcare poi tutto il crinale, che offre una vista su tutto il Parco del Carnè, fino a giungere sulla vetta della Croce di Rontana. La discesa fino Brisighella per il rituale Caffe' Time.
Il rientro a Lugo è la nostra prossima meta, transitando dalla strada panoramica di Sarna.

Le ciclabili dell'Alta Austria

Le possibilità di andare in bicicletta in Austria sono veramente numerose: tutto il Paese è percorso da migliaia di chilometri di piste ciclabili, tracciati per mountain bike e, per i neofiti, molte regione si sono attrezzata con il noleggio di e-bike (MTB elettriche). Si pedala sulla ciclabile della Drava. 238 km di questo tracciato corrono lungo il Danubio. Sempre accompagnati dall'eterno scorrere del fiume, si attraversano cittadine e borghi incantevoli, si superano rocche, abbazie e conventi. Con la ciclabile del Salzkammergut si scopre la zona di villeggiatura degli austriaci. Pedalando su piste ciclabili in gran parte tranquille e asfaltate, si passa da un pittoresco lago a un altro. Attenzione: vi sono spesso piccole salite da affrontare. Offre tante esperienze in soli 115 km il tratto della ciclabile dell'Inn che corre in Alta Austria. Il percorso si snoda in gran parte su strade di servizio, secondarie o principali relativamente poco trafficate. I tratti più lunghi corrono su piste sterrate. Per questo sono consigliabili bici da cicloturismo  o mountain-bike.
Riserva tante emozioni anche la ciclabile dei Romani (Römerradweg) lunga 180 km. Lungo il percorso s'incontrano numerosi siti e tracce di insediamenti romani. Due impianti Kneipp a Waldzell e Altheim offrono refrigerio nelle giornate calde. Poiché le salite sono quasi inesistenti, questa ciclabile è particolarmente indicata per le famiglie.
Ma anche il Salzkammergut è un paradiso per gli amanti della mountain-bike.

martedì 24 luglio 2012

Goliardicamente...........

L'annuncio della mancata partecipazione del campionissimo Tino Bura al Tour ADM 2012, ha indubbiamente destato in tutto l'ambiente ciclistico, una certa curiosità e scalpore sulle reali motivazioni di questa inaspettata decisione. Chi ha avanzato ipotesi di un suo coinvolgimento nell'inchiesta sulla Banda della Magliana per un traffico illecito con la Romania di maccheroncini trafilati al bronzo contraffatti, chi semplicemente ha interpretato questa clamorosa scelta in un mancato "via-libera" negato dalle autorità di Barbians City a seguito di tutta la vicenda doping che lo ha visto protagonista negli anni scorsi (vedi... Maledetto Jonny), ed infine l'ipotesi più accreditata è quella indirizzata esclusivamente al suo stato scadente di forma attuale e che si trascina ora mai dallo scorso anno, da quell'arrivo vittorioso sul Monte Crostis.
Bura non ti dimenticheremo!!!!.

Don Camillo e la bicicletta.

Nel racconto scritto dal Guareschi "La bicicletta", tratto dal volume Mondo piccolo "Don Camillo e il suo gregge" ci si commuove nel rileggere la vera storia della nostra terra da un insolito punto di osservazione:
“Non si riesce a capire come, in quella fettaccia di terra che sta fra il grande fiume (il Po, nda) e la grande strada (la Via Emilia), ci sia stato un tempo in cui non si conosceva la bicicletta. Difatti, alla Bassa, dai vecchi di ottant’anni ai ragazzini di cinque, tutti marciano in bicicletta. E i ragazzini sono speciali perché lavorano con le gambe di sbieco in mezzo al triangolo del telaio e la bicicletta cammina tutta di traverso, ma va. I vecchi contadini viaggiano per lo più con le biciclette da donna, mentre i vecchi agrari col pancione adoperano le vecchie «Triumph» col telaio alto e montano in sella servendosi del predellino avvitato come dado al perno della ruota posteriore. C’è davvero da mettersi a ridere vedendo le biciclette dei cittadini, quegli scintillanti arnesi di metalli speciali, con impianto elettrico, cambio di velocità, portapacchi brevettati, copricatena, contachilometri e altre porcherie del genere. Quelle non sono biciclette, ma giocattoli per far divertire le gambe. La vera bicicletta deve pesare almeno trenta chili. Scrostata dalla vernice in modo da conservarne soltanto qualche traccia, la vera bicicletta, tanto per incominciare, deve avere un solo pedale. E dell’altro pedale deve essere rimasto soltanto il perno che, levigato, dalla suola della scarpa, luccica meravigliosamente ed è l’unica cosa luccicante di tutto il complesso.
Il manubrio, privo di manopole, non deve essere stupidamente perpendicolare al piano della ruota, ma deve essere spostato a destra o a sinistra di almeno dodici gradi. La vera bicicletta non ha parafango posteriore: ha soltanto quello anteriore in fondo al quale deve penzolare un buon pezzo di pneumatico di automobile, preferibilmente di gomma rossa, per evitare gli spruzzi.
Può avere anche il parafango posteriore qualora dia fastidio al ciclista la striscia di fango che si viene a formare sulla sua schiena quando piove [...]
Nella Bassa la bicicletta è una cosa necessaria come le scarpe, anzi più delle scarpe perché mentre uno anche se non ha le scarpe ma ha la bicicletta può andare tranquillamente in bicicletta, uno che ha le scarpe ma non ha la bicicletta deve andare a piedi.
Qualcuno magari osserva che questo può succedere anche in città: ma in città è un’altra cosa per via che c’è il tram elettrico, mentre nelle strade della Bassa, non ci sono rotaie ma soltanto, segnate nella polvere, le righe diritte delle biciclette e dei barocci e delle moto, tagliate ogni tanto dal solco leggero e saettante che fanno le bisce quando passano da un fosso all’altro”.

lunedì 23 luglio 2012

Cartolina dalla ... Svizzera 2004

Dozza città d'arte

L’arte si fa paesaggio urbano ed arreda i muri delle case, le strade e le piazze, dando luce ad ogni angolo ed aprendo suggestioni improvvise. Anche questo è Dozza. Per la precisione è la Biennale d’arte del “Muro Dipinto”, singolare manifestazione settembrina di pittura sui muri delle case, nel corso della quale gli artisti dipingono “dal vivo”, davanti al pubblico. La prima edizione fu organizzata dalla Pro Loco nel 1960, da un’idea di Tommaso Seragnoli e grazie alla collaborazione di altri cittadini dozzesi quali Fernando Baroncini, Ennio Sangiorgi, Gino Gardi, Mario Guermandi e Gino Nereidi. Da allora la manifestazione si è sempre più qualificata divenendo biennale d’arte moderna, nobilitata dalla partecipazione di importanti maestri della pittura, fra i quali Matta, Saetti, Sassu, Licata, Purificato, Brindisi, Sughi, Schweizer, Zancanaro, Frasnedi, Gagliardi, Mascellani e Zigaine. Il “Muro Dipinto” lasciò infatti, ben presto, la formula dell’estemporanea indiscriminata e fu una delle prime rassegne italiane ad abolire premi e graduatorie per puntare al primato dell’artista rispetto alle tentazioni egemoniche della critica. La storia del “Muro Dipinto” è quindi storia di artisti, o meglio di opere che vanno valutate per il loro valore intrinseco e non per la rispondenza a questa o quella tendenza, nella quale il tradizionale rapporto diretto città-artisti si consolida a beneficio del risultato complessivo.

sabato 21 luglio 2012

Sambuca & ritorno

E' proprio vero che gli appuntamenti "classici" riscuotono sempre un alto gradimento e alta partecipazione, come lo è stato oggi quello della Lugo -Passo della Sambuca e ritorno. Centotrentaquattro km tutto d'un fiato con la immancabile sosta panino a Palazzuolo e poi un veloce rientro (arrivo ore 12) agevolati anche dal vento favorevole.
Ovviamente l'ascesa al Passo è stata interpretata ognuno con il proprio ritmo pedalatorio, ma tutti godenti del fresco clima della mattinata che ha mitigato lo sforzo.
L'occasione è stata anche quella di sfoggiare le nuove divise ADM 2012.... indubbiamente OK!!!!. Siamo pronti e frementi per l'Ubaye... i motori girano al giusto regime.

venerdì 20 luglio 2012

Pina... Off-Road

Dopo tanti rumors che hanno scatenato il web in questo ultimo mese, Pinarello fa la sua tanto attesa entrata nel mercato MTB. Pinarello inizia ufficialmente il suo primo programma off-road seguendo la stessa filosofia che l’ha portato ad essere uno dei nomi più importanti del ciclismo su strada: INNOVAZIONE CONTINUA. Azienda storica, celebre per i suoi design innovativi e rivoluzionari, Pinarello ha applicato la sua capacità di sviluppare soluzioni altamente performanti al mondo dell’off-road. In netto contrasto alla diffusa convinzione che niente di nuovo potesse essere migliorato su un telaio MTB, il nuovo DOGMAXC 9.9 è un impressionante concentrato di innovazione che offre un vasta gamma di soluzioni avanzate; e più in dettaglio il carro posteriore ONDA XC Asymmetric Twin Arms. Questo sistema rivoluzionario divide sia verticalmente che orizzontalmente i pendenti posteriori, disperdendo le vibrazioni in maniera più uniforme attraverso una superficie più ampia, donando a questo telaio un confort senza rivali per una MTB, senza perdere nulla in reattività. Nell’ottica di aumentare in maniera sensibile comfort di guida e stabilità, i tecnici del PinarelloLab hanno volto la loro attenzione al design di telai da hardtrail tradizionali. Nei telai tradizionali infatti, i pendenti verticali si congiungono al tubo sella e al tubo orizzontale nello stesso punto, causando la trasmissione di impatti e vibrazioni dalla ruota posteriore direttamente al tubo orizzontale. Pinarello ha separato il telaio in due triangoli distinti spostando i pendenti verticali leggermente sopra al tubo orizzontale, in modo da eliminare la trasmissione dello shock dal carro posteriore al tubo orizzontale, donando più stabilità al telaio. Il carro posteriore è stato modificato per migliorare non solo comfort e stabilità, ma anche la frenata. Pinarello rompe con la posizione tradizionale del freno posteriore sui verticali e lo sposta sul fodero orizzontale. Quest’ultimi sono asimmetrici e sovradimensionati per gestire perfettamente la frenata senza che quest’ultima incida sulla stabilità della bicicletta. Posizionare il freno sul un carro asimmetrico posteriore garantisce al ciclista un azione frenante più simmetrica.

BeviMagnaLonga

La festa unisce alla scoperta di sentieri e della castagneta di Alfero la degustazione di prodotti tipici del territorio. Organizzata dalla locale pro loco, la passeggiata enogastronomia parte dal centro del paese per districarsi tra boschi di castagni e verdi sentieri montani. La "bevimagnalonga" è il binomio perfetto tra natura e cibo. L'escursione, infatti, ha l'intento di far conoscere il territorio, la sua natura e le sue peculiarità gastronomiche. Nel percorso, creato attraverso tappe intermedie, sono organizzati banchetti dove è possibile degustare, tra una camminata e l'altra, piatti tipici del territorio.

Pedala l'Arte

Importanti centri storici della Regione Emilia-Romagna da visitare in bicicletta con la guida di una mappa e di un navigatore satellitare. Nuovi strumenti e nuove tecnologie al servizio di rilassanti e divertenti visite tra monumenti di ogni epoca, palazzi storici e parchi urbani, lungo itinerari che percorrono l'atmosfera e la vita delle antiche città e la rete dei vicoli delle zone pedonali.
Un grande percorso principale unisce le città di Parma, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì e Faenza, dall'Emilia alla Romagna, dall'Appennino al Mare.
I percorsi più suggestivi all'interno dei centri storici sono segnalati in mappa e disponibile come file di navigazione. Fuori dalle città percorsi secondari e varianti invitano a scoprire la natura, la collina, i borghi e in centri minori di questo territorio.

giovedì 19 luglio 2012

Alpe della Luna

Tra borghi silenziosi e crinali ammantati di boschi si può ripercorrere, nella Riserva Naturale dell'Alpe della Luna, i luoghi raccolti e misteriosi che cinque secoli fa ispirarono la sublime arte di Piero della Francesca. La luna più imponente è un dirupo di marna e arenaria alto 200 metri, quasi verticale, impressionante. Vista dai colli di Sestino e di Badia Tedalda, la Ripa della Luna ha la forma di una falce. La Riserva si estende su una vasta area che va dalla Valtiberina, alle Marche. Ha una superficie complessiva è di 1540 ettari, tra i 520 a 1453 metri. Si tratta essenzialmente di un vasto territorio boscato. Alle quote superiori predomina la faggeta, mentre più in basso si trovano boschi di cerro, carpino nero, ecc. L'elevato isolamento ha permesso di mantenere quest'area in uno stato ancora pressoché selvaggio; non vi sono grandi strade di comunicazione, (Passo del Frassineto / Passo di Viamaggio) ma solo strade forestali e sentieri per l'escursionismo, e non sono presenti al suo interno insediamenti abitativi significativi.
Si narra che durante una delle celebri feste che i conti di Montedoglio tenevano nel loro castello di Badia Tedalda, il giovane conte Manfredi di Montedoglio conobbe Rosalia, figlia del signore e podestà di Colcellalto, e se ne innamorò perdutamente. Ma la famiglia del giovane ostacolava in ogni modo questa unione. Tuttavia sempre più frequenti erano le visite del conte a Badia Tedalda per rendere omaggio alla sua bella. Fu durante una sera di luna piena, mentre i due stavano al balcone a scambiarsi tenere frasi d´amore, che Rosalba svelò al giovane il segreto dell´Alpe della Luna. La fanciulla disse al conte: "Vedete, Messere, se, quando la Luna sembra appoggiata all´Alpe, uno potesse toccarla tutti i suoi desideri sarebbero esauditi. Inoltre si narra che sull´Alpe siano nascosti immensi tesori, ma che nessuno sia mai riuscito a scovarli. L´Alpe appartiene infatti alla Luna e lei uccide chiunque osi avvicinarsi per trafugare i suoi tesori". Vorremmo precisare a questo punto che secondo la tradizione i rapinatori dei viandanti e delle diligenze che da Sansepolcro attraversavano la via della Romagna, della vicina Umbria o il passo di Bocca Trabaria, nascondevano la refurtiva proprio nei boschi dell´Alpe e uccidevano quanti osavano avvicinarsi ai loro nascondigli. Rosalia tanto parlò al suo innamorato dei tesori dell´Alpe della Luna, che il giovane decise di andare sull´Alpe per toccare la Luna e impossessarsi delle sue ricchezze, in modo che poi nessuno avrebbe più potuto opporsi al loro matrimonio. La fanciulla non ebbe alcun dubbio, avrebbe seguito ovunque l´amato e lo avrebbe accompagnato anche sull´Alpe della Luna... I due innamorati, sellati i cavalli, partirono insieme, ma mai più ritornarono. Da allora carbonai, boscaioli e quanti abitavano in prossimità dell´Alpe raccontano che in certe notti di luna piena hanno udito il passaggio di due cavalli al galoppo e hanno visto due giovani con le mani protese in alto nel disperato tentativo di toccare la Luna.

Le gorges del Vercors

Il Vercors, in Francia, è un luogo eccellente per il cicloturismo per molte ragioni. Lo scenario è incredibile, le strade sono tranquille e le pendenze sono spesso più graduali . L'altopiano calcareo del Vercors si trova a sud ovest di Grenoble delle Prealpi del Delfinato. La vetta più alta è il Grand Veymont che raggiunge i 2.346 mt. Ci sono due principali rotte che da Grenoble che si arrampicano in questo massiccio montuoso, da St Nizier e da Lans-en-Vercors. Una serie di gole sono situate sul lato occidentale e è la distanza perfetta per effettuare un giro di un giorno tenendo come base di partenza Grenoble. La Gorge de la Bourne, il Grand Goulets e Combe Laval sono tra le strade più impressionanti e ardite in Francia. Queste sono strade progettate e scavate nella roccia da oltre un centinaio di anni fa.

mercoledì 18 luglio 2012

Sabato 21 luglio

LUGO - SAMBUCA e ritorno.
RITROVO ore 7.00 BAR BRIKO Lugo
DISTANZA KM 135 / 1250 mt. disl.

Siamo agli sgoccioli... il 31 luglio è alle porte. Il programma annuale di avvicinamento e preparazione al Tour UBAYE si sta concludendo con l'ultima tradizionale escursione al Passo della Sambuca. E' il weekend "pre-vigilia" (domenica prox... riposo) del Tour 2012 e anche perchè il meteo non ci da' una mano con una probabile variabilità , pertanto lasciamo l'automobile in garage per partire direttamente da Lugo. Quindi ritrovo e partenza dal Bar Briko alle ore 7.00 in punto, in bicicletta! direzione Palazzuolo e Passo della Sambuca.

E chi lo avrebbe mai detto!

... che dovessimo emigrare in Francia per partecipare ad un cicloraduno, e che cicloraduno! . Da Barcelonnette parte proprio il 5 agosto (ultimo giorno del nostro Tour 2012) un appuntamento cicloturistico incredibile, sia per la bellezza del percorso che per la sua durezza nell'affrontare ben 3 Colli - over 2000 mt - e con un dislivello complessivo di oltre 3500 mt spalmato su 120 km.
NOI non saremo certamente in grado di aggiungere questo ulteriore "peso muscolare" al già impegnativo programma pianificato Ad Maiora UBAYE e pertanto ci accontenteremo di optare per il PETIT PARCOURS che prevede la sola (!!!!) ascesa al Col de la Cayole (2345).
Siamo curiosi di capire come i francesi, che indubbiamente sono spartani nell'interpretare il cicloturismo, in quale modo organizzano una manifestazione pedalatoria.

lunedì 16 luglio 2012

Spirito Rando

21-22-23 luglio.
Non si poteva NON affibiare un titolo differente a questa interessante iniziativa dell'Alfredo "Bagi" e della Cicloturistica Baracca, tutti pronti ed entusiasti nell'affrontare questa nuova avventura, una diversa escursione cicloturistica dal vero gusto di Randonnèe. Dentro a questa tre giorni di pedalate sulla specialissima c'è tutta la passione e la voglia di pedalare su nuovi itinerari senza l'assillo del tempo, una filosofia pedalatoria che l'Alfredo da anni cerca di promuovere nell'ambiente ciclistico locale.
Approfittando della manifestazione Rando, La Verona - Passo Resia interamente su pista ciclabile, si è pensato di non concludere qui questo impegnativo appuntamento (300 km!!!), ma dare seguito e sfogo ai 14 partecipanti che hanno risposto alla chiamata , aggiungendo due tappe dal sapore escursionistico e che chiudono il circolare programmato sempre a Verona, ma transitando dalla Val d'Ultimo, Lago di S. Giustina, Tuenno e nella ultima giornata da Andalo, Lago di Molveno, il Passo Ballino, Lago di Tenno, Riva del Garda e costeggiando il grande lago giungere alla meta conclusiva. Niente male!!!. 580 km e 6534 mt di dislivello!. Una vera avventura sui pedali e con zaino in spalla! Fantastico.
Quindi non ci rimane che fare i nostri "in bocca al lupo"... con un pizzico di sana invidia.

La mappa cartacea

Non sempre l’innovazione è digitale. Lo dimostra il recentissimo brevetto depositato dalla Provincia di Ferrara che trasforma un semplice cartoncino in un comodo strumento per escursioni in bicicletta. Tutto improntato su una cartografia chiara e dettagliata, abbinata ad un comodissimo road book con l’indicazione passo passo del percorso e la relativa chilometrica. Oltre ai caratteristici fori che consentono alla bike map di essere installata in qualsiasi manubrio, lo strumento è completato dall’elenco dei punti di ristoro e strutture di servizio posizionati lungo il percorso, compreso i noleggiatori e riparatori di biciclette. Una prima mappa da manubrio è stata realizzata con il percorso che dal centro storico di Ferrara, conduce, attraverso un itinerario di circa 23 km, sino al Mulino del Po di Ro Ferrarese; da qui, è spesso possibile rientrare in città con la barca, per un’escursione complessiva di mezza giornata, compresa la sosta per il pranzo. La seconda edizione della mappa, nelle lingue italiano, inglese e tedesco, è invece dedicata al delta, ed in particolare alle valli di Comacchio. Dalla spiaggia dei lidi infatti, la bike map conduce facilmente ad un itinerario mozzafiato, dove è quasi impossibile non vedere centinaia di fenicotteri rosa nel mezzo delle saline di Comacchio, attraversando il suggestivo paesaggio vallivo fatto di casoni ed indelebili richiami all’atmosfera di un tempo. Le mappe, già disponibili presso gli uffici informazione di tutta la provincia, sono in distribuzione gratuita anche presso le strutture ricettive di Ferrara e dei lidi di Comacchio e possono essere richieste attraverso la seguente mail: maptur@provincia.fe.it.
L’iniziativa ha subito attratto l’attenzione di altri territori limitrofi, che hanno chiesto la concessione d’uso del brevetto per replicare l’idea nelle realtà di Bologna, Modena, Parma, Piacenza, Faenza e Forlì.

Ferrara... esempio di città ciclabile

Ferrara ha 132 222 abitanti e... 100 000 biciclette. Più del 30 % degli spostamenti verso la scuola o il posto di lavoro avviene in bicicletta. La città continua però i suoi sforzi per mantenere e addirittura aumentare l'uso della bicicletta e ridurre quello dell'automobile. Il centro (5 ha) è zona pedonale ma accessibile ai ciclisti. Attorno a questa zona, altri 50 ha sono aperti al traffico automobilistico ma con molteplici restrizioni. Ferrara aumenta progressivamente la rete ciclabile sui grandi assi di circolazione e il numero di zone residenziali dove ciclisti e pedoni hanno la precedenza sul traffico automobilistico, consente ai ciclisti di circolare su tutte le strade a senso unico e migliora il parcheggio delle biciclette (2 500 posti gratuiti, 330 posti con sorveglianza, 800 posti alla stazione). Per aumentare l'attrattiva della bicicletta e dell'andare a piedi nel centro storico, la città non ha esitato a sostituire l'antico selciato poco confortevole con lastroni larghi 80 cm! In più: a Ferrara sono stati creati alcuni sensi unici non per facilitare il traffico automobilistico o per disporre di più parcheggi, ma specialmente per recuperare spazio destinato ai ciclisti quando si voleva creare una pista ciclabile nei due sensi. In altre strade è stato ridotto il traffico di transito per consentire la circolazione dei ciclisti accanto a quella delle automobili, diventata strettamente locale. Si è pensato al turismo e al tempo libero creando un itinerario di 163 km lungo il Po e sono organizzate visite di Ferrara in bicicletta. Sul piano dell'economia locale e delle piccole e medie imprese che danno lavoro ad una manodopera tecnica, la popolarità della bicicletta permette la coesistenza di ben 31 riparatori di biciclette.
Tratto da: Città in bicicletta, pedalando verso l’avvenire.
Comunità Europea

domenica 15 luglio 2012

Missione compiuta....

Quale compito a me ingrato nel ricercare le giuste parole per descrivere l'entusiasmante escursione al Monte Grappa? Una imperiosa ascesa, così differente ed unica nei tre tratti che la compongono e che certamente è da catalogarsi come una "hors categoriè", che esalta le doti del cicloescursionista che con grande soddisfazione mette il "piede a terra" soltanto al Rifugio Bassano a quota 1750 mt, dopo 20 interminabili quanto impegnativi chilometri. La salita che stiamo prendendo in osservazione è quella del Monte Grappa affrontata dal versante di Semonzo considerata da molti la più dura delle 5 scalate; é un’affermazione condivisibile, se pensiamo che sono 19 km all’ 8% di media con punte al 15.
Partenza in auto all'alba (ore 6) da Lugo, arrivo a Romano d'Ezzellino alle 8,20.
La giornata è serena e non troppo calda... ma è ancora presto per cantar vittoria.
Alla rotonda di Romano d'Ezzellino (200 mt altitudine), dove si imbocca il versante Cadorna, abbiamo svoltato a dx in direzione Semonzo e giunti a questa piccola borgata (circa 3 km ) il Monte Grappa ci ha presentato immediatamente il suo biglietto da visita con una serie di ubriacanti 18 tornanti che ci hanno guidato verticalmente per 9 km al 9-10 % di pendenza fino a quota 1.000 mt... per dominare dall'alto tutta la pianura veneta: una vista paradisiaca!.
Raggiunto Campo Croce si entra nel cuore del Massiccio del Grappa; una piacevole e leggera contropendenza di 500 mt ci trasporta fino al bivio per Camposolagna seguendo le indicazioni per Baita Camol: 2,3 km all’10,8%. Un po’ di discesa lascia spazio per recuperare, non ve ne saranno altri. Il clima è mutato e pedaliamo dentro a nuvole minacciose e umide e con scarsa visibilità. Si sale ancora con strappi ad oltre il 10% di pendenza fino al ricongiungimento con la Strada delle Malghe (congiunzione con il versante temuto del Salto della Capra) proseguendo con pendenze che si mantengono tra il 9 e il 10% per un paio di km, quando ci si innesta con la Cadorna e manca meno di 1 km al sospirato Rifugio Bassano, meta del nostro primo ristoro. Un vero peccato non aver potuto godere sulla cima del Grappa di quella vista panoramica che arriva fino alla costa Adriatica, ma ugualmente tutti soddisfatti per essere stati ugualmente protagonisti di questa innesima "impresa".
Break ristoratore a suon di strudel e birra... fa freddo (15°), indossiamo i giubbotti antipoggia e rimettiamo in moto le gambe intirizzite, ci attende ancora molto per concludere il circolare programmato.
Si scende ora per 27 km lungo il versante opposto da dove siamo partiti, quello di Caupo, tutto immerso nel bosco.... interminabile!. Siamo ora nei pressi di Feltre pedalando sulla ciclabile in direzione ovest, in direzione della Val Sugana. Una ciclabile contornata dai splendidi panorami delle Vette Feltrine, la conca di Arsié e quella di  Cismon e il lago del Corlo: le strade lungo il lago attraversano i paesi di Rocca e di Incino, superando il Col del Gallo, per scendere lungo l'impressionante stradina verso Cismon, fatta di stretti e pericolosi tornanti  scavati nella roccia.
Facciamo ingresso a Cismon del Grappa... nella Valle del Brenta.
Ci spostiamo sul lato destro orografico del fiume superando una lunga passarella in legno, e ci immettiamo sulla Ciclopista del Brenta, quella che ci condurrà fino a Bassano senza percorrere la pericolosa e carica di traffico veloce, la SS47 della Valsugana. Il tratto tra Cismon e Bassano (25 km) è su strada secondaria a traffico promiscuo,  ben praticabile e percorso da molti ciclisti, in leggera discesa ma con dei ripetuti rilanci in salita che ci impegnano ugualmente.
Il passaggio dal centro di Bassano è... un passaggio obbligato, ancor di più è d'obbligo percorrere il Ponte degli Alpini e.... fermarsi ancora un attimo ad osservare le vette circostanti.
Abbiamo percorso 117 km / 2045 mt dislivello.

venerdì 13 luglio 2012

La tela Romagnola

Collocate storicamente nell'ambito dell'artigianato povero, legato agli strumenti dell'essenziale creatività contadina, ossia stampi in legno di pero, colori ottenuti dalla ruggine, canapa coltivata nei campi e tessuta dai telai casalinghi, le tele romagnole stampate a mano hanno, però, una data di nascita incerta ed antenati e consimili ancora più vaghi. Gli storici hanno trovato riferimenti molto lontani a tessuti "battuti": è certo che l'arte della stampa con blocchi fosse nota agli egizi. Per quanto i documenti più antichi in nostro possesso non vadano oltre i primi decenni dell'800, si può accreditare l'ipotesi che l'attività delle tele romagnole stampate a mano sia precedente. Infatti tale arte risulta diffusa nello Stato Pontificio, di cui la Romagna fece parte fino all'Unità d'Italia, sin dal XVII secolo. Appare realistico dunque, collocare le botteghe romagnole come le ultime sopravvissute di un gruppo operante nello Stato Pontificio e nella stessa Roma sino alla fine del '700.E' limitativo, comunque, relegare le tele stampate nell'alveo della tradizione contadine, è evidente, infatti, soprattutto analizzando la scelta di alcuni disegni (non tutti si ispirano al mondo agreste), l'intenzione di "copiare", con metodi semplici e di lieve impegno economico, tessuti pregiati, decori e ricami delle stoffe e degli ornamenti dei ricchi. Di certo l'ornato romagnolo ottenuto attraverso la stampa ebbe una sua discreta fortuna, oltreché come gualdrappa dei buoi, come abbellimento di coperte, asciugamani, grembiuli, cuscini, trapunte, tende e tovaglie, soluzioni ancora oggi tra le più apprezzate. Le tele romagnole stampate ebbero una notevole dffusione fino agli inizi del '900. Ma (corsi e ricorsi della moda che è tale proprio perché dimentica e poi riscopre) come scrive Aldo Spallicci, insigne poeta ed appassionato sostenitore delle tradizioni romagnole: " Nel 1910, distratta dalle mode d'Oltre Alpe, l'industria languiva. Giacevano alla rinfusa in oscure bottegucce dei tintori, i legni annosi così profondamente incisi dalla sgorbia e dallo scalpello degli avi". Al successo dei nostri giorni, che associa le tele stampate all'immagine stessa della tradizione romagnola, hanno dato un contributo determinante l'impegno e la passione delle poche stamperie (una decina in tutto) che non derogano al metodo tradizionale in favore di quello serigrafico, più comodo e produttivo, ma decisamente poco fedele allo spirito vero della tradizione di stampa su tela.

Quale foca.....

In merito al cartello stradale posizionato sul porto di Marina di Ravenna “VIA DELLA FOCA MONICA” vi allego quanto scritto nello Stradario Comunale "Erminia Dirani, immigrata a Ravenna da Bagnacavallo, dove era nata nel 1856, aprì nel 1882 una trattoria nel borgo S. Biagio dove cucinava, alla presenza dei clienti, carni e pesce su un enorme braciere. Nei pressi del locale, a quel tempo, una compagnia di artisti di strada presentava uno spettacolo di foche monache ammaestrate, richiamando un gran numero di spettatori che divennero ben presto clienti abituali del vicino ristorante. La caratteristica andatura dondolante di Erminia e la facilità dei romagnoli nel dare soprannomi, le procurò l'appellativo di 'Focamonica' che le rimase per sempre. Pur lavorando molto, l'osteria non garantiva grandi guadagni, dato il genere di clientela poco abbiente, per cui la 'Focamonica' decise di prendere in affitto un locale a Porto Corsini, lungo la via d'Alaggio, e nel 1893 vi aprì un nuovo esercizio. Grazie alla sua collaudata esperienza in cucina e a una innata capacità nell'accattivarsi la simpatia dei clienti, seppe apprestare una trattoria che faceva anche servizio di pensione per i pochi villeggianti che allora frequentavano la località. In occasione delle annuali esercitazioni militari nel poligono, allestiva la mensa per gli ufficiali, procurandosi elogi e una fama che cominciò a varcare i ristretti confini della zona. Donna di non comune intelligenza, imparò direttamente dai pescatori le varie maniere di cucinare il pesce, rielaborandole con particolare inventiva, tanto che il popolare brodetto dei chioggiotti fu trasformato in una sua personale specialità, da molti imitata ma mai perfettamente copiata.

Le Alpi australiane VIctorian

giovedì 12 luglio 2012

Ad Maiora UBAYE

Siamo agli sgoccioli! Ancora pochi giorni e una nuova avventura escursionistica avrà inizio. Ci attendono le Alpi francesi, dal Galibier alle Alpi marittime: che avventura ragazzi!.
Per affinare gli ultimi dettagli del viaggio e per la consegna delle nuove divise, come da consuetudine venerdì 20 luglio alle ore 20,30 ci ritroviamo presso la Trattoria "La Zambra" via villa 63 Lugo per ritrovarci attorno ad una tavola imbandita e trascorrere una piacevole serata in compagnia. Oltre ai partecipanti al Tour 2012 sono invitati tutti gli amici di Ad Maiora.
E' assolutamente indispensabile inviare una mail di conferma.

Monitorare la pedalata

Sfruttate al massimo ogni pedalata con GARMIN Edge® 800 - il primo Bike GPS touchscreen. Ideale per il ciclismo agonistico, amatoriale e turistico, su strada e mountain bike, dispone di una mappa di base integrata mondiale (slot per microSD) e tiene traccia della distanza percorsa, della velocità e della posizione in tempo reale. Usatelo con la fascia cardio in bundle o opzionale, il sensore di velocità/cadenza o un sensore di potenza compatibile ANT+ per una analisi dettagliata della tua corsa. Il display touchscreen dell' Edge 800 è resistente agli elementi atmosferici e agli urti, e molto sensibile per rispondere velocemente al tocco del vostro dito, anche con i guanti, per cambiare le schermate di allenamento o per fare lo zoom della mappa con un semplice "tap". E' luminoso, a colori, ed è leggibile alla luce diurna e in qualsiasi condizione di illuminazione. L'Edge 800 è impermeabile fino allo standard IPX7. Edge 800 monitorizza la tua corsa e fornisce i dati in tempo reale, e ti consente di personalizzarne la visualizzazione in modo da poter vedere solamente le informazioni desiderate. L'altimetro barometrico fornisce inoltre, con estrema precisione, i dati di salita e discesa e i cambiamenti di temperatura, e da non dimenticare, la velocità ascensionale media (VAM). Prezzo differnti modelli e opzioni può variare da 360 euro a 600.

mercoledì 11 luglio 2012

Sabato 14 luglio

Monte Grappa ☺ Semonzo
Ritrovo: Bar Briko Lugo ore 6,00
Partenza: Romano d'Ezzellino (Campo sportivo) ore 8,30
(Km 90 / 2.177 mt. disl.)
Percorso: Percorso: partenza da Romano d’Erzellino, Semonzo, Campo Croce, Rifugio Bassano (1745), Caupo, Seren del Grappa, Arsiè, Rocca, Incino, Cismon, Pove, Bassano, Romano d’Erzellino.

Si potrebbe anche dire "provaci ancora Sam" intendendo l'ennesimo tentativo di scalare il mitico Monte Grappa dopo i numerosi tentativi andati a fallimento per colpa delle pessime condizioni meteo. Quindi ora non ci rimane che conquistare sabato prossimo questa mitica vetta!

Il ritrovo, il parcheggio e la partenza avviene dagli impianti sportivi di San Giacomo di Romano d'Ezzelino, in Via Benedetto Marcello. Ci si dirige verso Romano d’Ezzelino, puntando verso Nord e, soprattutto, verso il Monte Grappa. Alla rotonda di Romano d’Ezzelino si svolta a destra, in Via Dante Alighieri. Siamo sulla SP74, che diventerà SP26 dopo poco più di un km, quando entriamo in provincia di Treviso. Giungiamo a Semonzo. La salita di Semonzo (SP140) è considerata da molti la più dura delle 5 scalate. E’ un’affermazione condivisibile, se pensiamo che sono 19km all’ 8% medio. Tuttavia la pendenza massima è intorno al 15%, non ci sono le punte “estreme” che abbiamo trovato nella prima ascesa. Ne consegue che la difficoltà è nel suo essere sempre dura e regolare. Un’altra difficoltà potrebbe essere dovuta alla sua esposizione a Sud e alla protezione offerta dalle piante: scarsa quella offerta dai cipressi della prima parte, inesistente nella seconda. La prima parte (21 tornanti, 8,5% medio, partendo dalla Chiesa di Semonzo), ci porta a Campo Croce. A Campo Croce c’è più di un km dove possiamo recuperare energie per la seconda parte, più dura della prima. Al bivio per Camposolagna teniamo la destra seguendo le indicazioni per Baita Camol: 2,3 km all’10,8%. Un po’ di discesa lascia spazio per recuperare, non ve ne saranno altri. Si sale ancora con strappi ad oltre il 10% di pendenza fino al ricongiungimento con la Strada delle Malghe. Al bivio con la strada che sale da Possagno si riprende a salire con pendenze che si mantengono tra il 9 e il 10% per un paio di km, quando ci si ricongiunge con la Cadorna e manca meno di 1 km al Rifugio Bassano, meta finale della nostra ascesa.
La discesa verso Caupo è lunga, molto lunga. Sono più di 28 km, contrassegnati anche dalla presenza di 2 contropendenze. La prima inizia all’incrocio con la SP148 dopo 2,4 km. Mentre in precedenza, svoltando a sinistra, si è scesi a Romano d’Ezzelino, ora si svolta a destra, in direzione Feltre. Per un paio di km si procede in leggera salita, lasciando alla propria sinistra il Rifugio Scarpon. Dopo aver superato una breve galleria (che non necessita di dispositivi di illuminazione), ci si lancia in discesa sul Monte Pertica, fino a raggiungere la località Forcelletto, dove inizia un’altra contropendenza di circa 1,6 km. Successivamente la strada non presenta difficoltà: dapprima si mantiene irregolare, poi si spinge decisamente in discesa per alcuni km, lungo una strada piuttosto stretta, fino a quota 1000 slm, dove inizia un tratto di oltre 4 km con pendenze tenui. Gli ultimi 8km di discesa sono senz’altro i più facili. Lunghi rettilinei, carreggiata molto ampia, asfalto in buone condizioni. A Caupo c’è la possibilità di fare rifornimento d’acqua. Una volta raggiunto Caupo e l’Hosteria al Menta (Ristoro e ritrovo), ripartiamo in direzione Arten e Fonzaso. Frassenè, Agana, Soras, per giungere a Arsiè. All’inizio del paese seguire le indicazioni per Rocca: mantenere sempre la strada principale costeggiando il Lago del Corlo fino ad arrivare ad Incino, da visitare il vecchio Ponte delle Catene (molto suggestivo), non più percorribile. Seguire le indicazioni per Cismon (visibile a fondo Valle). Attenzione è una strada esposta, anche se protetta con paracarri e reti è comunque consigliabile affrontarla con cautela; una volta arrivati alla fine della discesa ci si trova a Cismon in località Vannini.
La pista ciclabile ora si imbocca dove finisce la vecchia strada Campesana, quella che corre sulla sponda opposta del Brenta rispetto alla statale Valsugana, nei pressi della birreria "Cornale". Tra Cismon e Bassano non c'è pista ciclabile, ma la vecchia strada Campesana che comunque presenta un traffico davvero scarso.
Valstagna, Campolongo, Pove, Bassano e siamo ritornati al punto di partenza.
 (descrizioni e testo salita tratti da www.montegrappachallenge.org )

martedì 10 luglio 2012

Un versante inedito...

I tanti versanti che "scalano" il monte Grappa si arricchiscono di una nuova ed inedita PRESA (vedi Montello) che è quella che ha inizio da Cismon del Grappa.
La salita parte poche centinaia di metri dopo quella che porta alla Rocca di Incino, non vi è nessun cartello ma del resto nemmeno nessun'altra strada, quindi non c'è possibilità di sbagliare. Dopo un paio di tornanti si gira sul costone della montagna dalla parte opposta rispetto alla salita della Rocca, per poi addentrarsi nel cuore del Monte Grappa. Superato un tratto piuttosto ripido (vedi foto tornante) la strada diventa sterrata ( ora asfaltata ) e lo rimarrà per quasi 10km. Il fondo è perfetto (terra compattata e liscia, pochissimi sassi) fino al km 9, dove ad un bivio si prende a destra in discesa. Questo è forse il tratto peggiore, il fondo peggiora leggermente anche se perfettamente percorribile in bici da corsa senza difficoltà; avendo una MTB si potrebbe correre parecchio, mentre con la bici da corsa si è costretti a limitare la velocità e si ha la sensazione di prendere quota, mentre come si vede dal grafico la pendenza di questo tratto di strada è quasi nullo. Come sterrato finisce la strada prende a salire in prossimità del bivio per il Finestron, mentre proseguendo a sinistra ci aspettano 3km davvero impegnativi che terminano in corrispondenza di un capitello; svoltando a sinistra si esce dal bosco e si pedala tra i pascoli, salendo ancora di qualche chilometro (ci aspettano ancora 2 tratti di sterrato in ottimo stato) fino a congiungersi con la s.s. Cadorna circa 800 metri dopo il rifugio Forcelletto. Da qui alla cima la strada è la classica ascesa da Seren e da Caupo.
Nel complessivo una salita bella ed impegnativa, interessante alternativa alla già note salite "classiche". La si può fare senza problemi in bici da corsa, peccato il lungo falsopiano centrale che ne altera inevitabilmente i tempi di percorrenza.

Quale bike-zaino scegliere?

Un ottimo zaino, idoneo e conforme all'esigenze del ciclo-escursionista, è senza dubbio il Baja 20 Marsupio; un prodotto super tecnico studiato appositamente per Bike, con dorso FREEDOM AIR per una maggiore aerazione della schiena, presenta spallacci e cintura a vita regolabili, cinturino pettorale scorrevole e nastri di compressione laterali. Comodo accesso grazie allo scomparto suddivisibile sul fondo, tasche laterali in rete porta borraccia e banda catarifrangente. Compatibile con sistemi d'idratazione, utilissimo porta casco frontale e il copri zaino inserito sul fondo. Un venti litri che consente il trasporto del necessaire (vestiario accessori) per trascorrere anche alcune giornate in indipendenza totale con una copertura impermeabile full, estraibile dal fondo dello zaino.
Caratteristiche
Litri :20
Peso :1030 gr
Materiale :MAR-TEX POLYESTER 600/RIPSTOP
Dimensioni :41 x 32 x 19
                     

lunedì 9 luglio 2012

Sagra della trippa e dello strozzaprete

Monte Colombo (RN)
dal 21/07/2012 al 22/07/2012
In Romagna la pasta fresca per eccellenza sono gli strozzapreti, nome che sembrerebbe ricalcare una tradizione anticlericale di una regione da sempre bonariamente pagana negli usi e nei costumi. In realtà, sebbene questa spiegazione potrebbe risultare in qualche modo affascinante, va approfondita. Lo strozzaprete, pasta povera per antonomasia fatta di acqua e farina e nient’altro, nasce nel Seicento in Romagna e viene così chiamata per l’avversione dei romagnoli verso gli esattori del Papato (i preti appunto) che passavano di casa in casa a riscuotere tasse e gabelle e spesso, se i soldi erano finiti, pretendevano le uova in pagamento. Da qui la geniale idea di realizzare una pasta fresca senza uova e di chiamarla, con ritorsione tipicamente romagnola, strozzaprete. E allora una incredibile occasione da non perdere è gustare questa pasta o "minestra" per dirla alla Romagnola, in questa Sagra di Monte Colombo che oltre alla degustazione del piatto in questione offre ai visitatori un'offerta di stand gastronomici, musica folkloristica, ballo su pista, giochi popolari e un mercatino dei prodotti dell'agricoltura. Ma anche un'interessante mostra della civiltà contadina con esposizione di macchine ed utensili che rievocano il tempo passato, divertimento per giovani con discoteca all'aria aperta, teatrino dei burattini per i bambini e una mostra di moto d'epoca.

giovedì 5 luglio 2012

Passo della Calla

Una delle salite maggiormente ricercate ciclisticamente dell'appennino tosco-romagnolo sia per la sua imponenza (lunghezza e altimetria) sia per la sua bellezza in quanto posizionata nel cuore delle Foreste Casentinesi. Collega la Valle dell'Arno a quella del Bidente (Stia - S. Sofia) e l'arrivo del Passo è situato a quota 1.296 mt; da qui si può ancora proseguire lungo una pastorale asfaltata di ben 4 km immersi nel bosco che porta fino a quota 1.500 mt... alla Burraia. Il versante toscano ha il suo inizio dalla cittadina di Stia e percorrendo 15 km abbastanza lineari come pendenza media (5,3%) supera un dislivello metrico di 835 mt. Buona parte del percorso è ombrato e nella parte conclusiva della salita ci si può rifornire d'acqua dalle fontane posizionate lungo la strada.

A Symmetric Vehicle

mercoledì 4 luglio 2012

Birravezzanen


Dopo i grandiosi festeggiamenti dello scorso anno per il decennale, Birravezzanen la festa della birra di Villa Vezzano (Brisighella), non molla e per l’edizione 2012 dal 18 al 21 luglio, oltre all’ottima cucina romagnol-tedesca e la fantastica birra Haker-Pshorr sempre fresca, ai coinvolgenti spettacoli, ai balli sfrenati e la staffetta 3x0.4, rilancia con una doppia notte bionda, venerdì e sabato si balla fino a notte fonda e con il Birrabus (navetta gratuita da e per Riolo Terme e Castel Bolognese) attiva TUTTE le serate.

Circolare Fiumicello

Sabato 7 luglio
Ritrovo ore 6,00 Bar Briko Lugo
Partenza: Fiumicello  (FC) ore 7,30
Percorso 104 km - 2.465 mt dislivello

Ultimi fondamentali appuntamenti per prepararsi in modo adeguato al nostro Tour di agosto nell'UBAYE; indubbiamente impegnativi per il dislivello ma progettati su ascese lunghe, con giuste pendenze e con tratti ombreggiati per cercare di evitare l'impatto con la calura che per il prox weekend dovrebbe concedere una tregua.
Fiumicello è situato in uno splendido scenario appenninico a 555 m. di altitudine, immerso nei boschi, nelle verdi e quiete montagne premilcuoresi, bagnato dalle acque dell'omonimo torrente, lontano da tutto ciò che rappresenta rumore, stress, inquinamento, nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. E' qui che ha inizio questo percorso circolare veramente unico, ideale per coloro che sono affascinati dalle lunghe salite e dal disturbo del traffico automobilistico. Si sale per 9 km fino a giungere al Valico dei Tre Faggi (991 mt) e "picchiare" nel versante toscano fino alla cittadina di Dicomano; si prosegue in direzione di Firenze e dopo circa 1 km (fraz. Contea) si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Stia. Qui ha inizio un tratto in falsopiano di circa 3 km che supera i borghi di Londa e Recine per poi iniziare l'anonima quanto bellissima e lunga (km 14) ascesa del Valico della Croce a Mori (955 mt). Si ridiscende a Stia cittadina dall'impronta architettonica medicea che sorge ai piedi del monte Falterona, nei pressi della confluenza del torrente Staggia e del fiume Arno; la sosta al bar per un caffè break è d'obbligo!. Si prosegue senza un attimo di tregua e di pianura... ci attende ora l'ascesa al Passo della Calla con i suoi 16 km e i 900 mt di dislivello che ci portano sulla vetta del valico. Ora non ci rimane che una lunga discesa passando per Campigna, Lago e infine Corniolo ove svolteremo per l'ultima fatica del Passo della Braccina che con i suoi 5,8 km sembrerebbe una passeggiata viste le precedenti.... ma sarà proprio in questo punto che ci sarà lottare per superare i suoi 950 mt di altitudine e in discesa fare ritorno al punto di partenza a Fiumicello.
A Fiumicello c'è un ottimo ristorante e consigliarlo è d'obbligo per un ristoro meritato.

martedì 3 luglio 2012

Stravaganti ma... non troppo!

Per dirla con Tonino Guerra, il romagnolo è molto sentimentale ma non lo vuole far vedere ed è ancora restio a lasciarsi andare in pubblico a parole e gesti di affetto e di amore verso la moglie o la fidanzata. Il romagnolo è poco avvezzo ai sofismi o a filosofeggiare, alle smancerie e alle affettuosità ostentate, anche nei rapporti amorosi. E del resto la parola dialettale amór significa sapore oltre che amore. È un atteggiamento che si riscontra anche verso gli amici: il saluto non è mai un abbraccio e tanto meno un bacio sulla guancia ma un cordialissimo “Ti venisse un colpo!”. Oppure incazzosi, senza peli sulla lingua e stravaganti. E’ il caso di Luigi Rossi detto “Chilone””, antifascista, espatria in Francia, poi torna a Lugo e apre una “Ustarèia” diventando dagli anni ‘60 uno dei più rappresentativi protagonisti che hanno fatto la storia della ristorazione romagnola. Durante le riprese a Lugo del film Boccaccio 70 diretto da De Sica, l’attrice Sofia Loren fece tappa presso la sua trattoria situata proprio nel centro storico della cittadina. L’ambiente era quello di un tipico locale a piano terra con soffitti basse, una “casa abbinata” convertita alla ristorazione come potevano esserle tutte le osterie del tempo, ma ugualmente con un buon decoro della sale da pranzo: quando l’attrice chiese di andare “al bagno”, al suo ritorno apostrofò con impeto le sue proteste per lo stato indegno del “gabinetto”, ricevendo una diretta risposta dal romagnolaccio Chilone: “ éla avnuda per magnè o par piscè …. “.
Fonte: www.provincia.fc.it (Romagna tipica terra)

domenica 1 luglio 2012

La calura non ci ferma !!!!

Tramazzo Via Isola

Sebbene la giornata di sabato abbia espresso temperature molte elevate attorno ai 40 gradi, ci siamo permessi ugualmente un splendido quanto impegnativo percorso in MTB senza dover eccessivamente sopportare la cappa di caldo che "Caronte" ci ha traghettato in questi giorni sulla nostra cara Italia. Partendo alla giusta ora (8) da Modigliana abbiamo immediatamente preso quota salendo alla Casetta dei Frati fino alla Passo della Collina e lasciando l'incantevole crinale, via singletrack, per discende a Tredozio e nella Valle del Tramazzo, nostra meta giornaliera. Pedalando su strada asfaltata, superata la chiesa di Ottignana, abbiamo optato per salire al Colle del Tramazzo attraverso la strada forestale che si imbocca seguendo le indicazioni Isola (bivio a sx km3 da Tredozio). La salita va affrontata nella giusta maniera e ritmo essendo particolarmente lunga (9 km) e con punte di pendenza che impegnano indubbiamente l'escursionista; è interamente all'ombra tranne il tratto finale (ma ora mai in quota... e quindi senza alcuna sofferenza per le temperature eccessive), inizialmente in asfalto e successivamente diventa un ottimo sterrato. Arrivati in cima al Monte Collina (950 mt) si mantiene la destra per giungere dopo circa 800 metri alla Fonte del Bepi (ristoro idrico). Il percorso prosegue lungo tutto il crinale (sempre su strada forestale) con dei sali-scendi che ti portano in vetta al Colle del Tramazzo (1029) dove il sentiero si congiunge con la SP forestale 86, quella che congiunge Tredozio con il Passo del Peschiera. Siamo al punto di ritorno... però optando come da nostra "sana" abitudine, di fare sosta al Lago di Ponte dove al Rifugio abbiamo goduto, all'ombra del bosco, della fresca temperatura offerta e della prelibatezze che la cucina del Circolo ci ha sfornato a go-go. Al ritorno fino a Modigliana... si sono spalancate le porte dell'inferno... fortunatamente in discesa, fortunatamente per un tratto non troppo lungo.
Percorsi km 46 - dislivello 1.111 mt