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lunedì 13 luglio 2015

Chi la dura ... la vince


Finalmente possiamo dire che il MONTE PASUBIO è stato conquistato !! al terzo tentativo ma testardamente siamo riusciti nell'impresa di godere e poter osservare tutto il suo splendore e la bellezza di questa imponente montagna di 2000 mt, cosa che ci era stata privata nei tentativi precedenti a causa del maltempo e le spesse nuvole che avvolgevano in una coltre nebbiosa e grigia la parte superiore del percorso.... nascondendo i suoi "tesori".
L'ascesa fino alla CIMA da Valli del Pasubio rimane sempre un impegno fisico atletico da non sottovalutare con i suoi 1900 metri di dislivello e che sono da affrontare tutto d'un fiato nel percorrere i 19 km di questa storica via militare, disegnata come lo sono la maggioranza delle comunicazioni stradali costruite dal Genio durante la prima guerra mondiale, su una esigenza di trasporto merci e pertanto con pendenze costanti che si aggirano in un range quasi costante del 10 - 12 %.
Sulla Strada degli Scarubbi  - giunti a quota 1700 - si apre finalmente la vista di tutta la spettacolare cornice che identifica il Monte Palon e il Piccolo Roite, quale cresta di confine e campo di battaglia per gli eroi che si affrontarono su questo campo cruentodi battaglia.
Non da meno la discesa sulla STRADA DEGLI EROI che ci ha riservato un idilliaca sorpresa con passaggi ardui e ingegneristicamente unici nel giungere all'inarrivabile Pian delle Fugazze. Il percorso circolare si è concluso con il transito sullo snervante singletrack che scende dall'Ossario, riportandoci immediatamente alla realtà della calura del fondovalle e alla "riserva" delle nostre energie oramai al limite.
Si conclude qui, definitivamente e con soddisfazione questo nostro obiettivo di salire al Monte Pasubio in MTB,  consigliando a coloro che non sono stati presenti in questi 3 tentativi  effettuati, di farci una riflessione, un progetto da realizzare, perché  il raggiungimento di una vetta di questo livello rimane sempre una emozione indescrivibile, è la fine di enormi affaticamenti fisici e psicologici e quando ti giri un attimo per prendere fiato, lo sguardo si perde nell’infinito, non domina mai l’orizzonte, ma lo abbraccia.
Ad Maiora.

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