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lunedì 29 gennaio 2018

La Via Bibulca


La Via Bibulca, così chiamata perchè consentiva il passaggio di una coppia di buoi, cominciò ad essere praticata sia dalla tribù dei Frignati, i quali spesso si spingevano per le loro razzie fino a Lucca e a Pisa, sia dai Romani, efficienti organizzatori del territorio. Il percorso escursionistico della Via Bibulca ricalca l'originaria traccia storica che dall'ampia Valle del Secchia conduceva i viandanti a S. Pellegrino in Alpe lungo mulattiere e carreggiate che formano un unico grande sentiero in alcuni tratti ben marcato dai residui delle vecchie pavimentazioni e, in brevi tratti, asfaltato. Esso si snoda tra argille e arenacee tipiche dell'Appennino centrale emiliano. Morfologicamente interessante e diverso nelle sue differenti fasce geologiche e vegetazionali, l'ambiente circostante l'antica arteria cambia ripetutamente durante la risalita al crinale appenninico. L'itinerario inizia da ponte Dolo, poco a monte della confluenza dei torrenti Dragone e Dolo per arrivare a Montestefano, caratterizzato da aree coltivate e leggeri declivi. Superata la borgata il sentiero sale ripidamente e raggiunge l'Oratorio di Madonna delle Grazie fino a raggiungere Montefiorino, arroccato sulla naturale finestra di crinale che offre una serie di affascinanti panorami. Con una breve deviazione si può raggiungere Rubbiano per visitare la Pieve di Santa Maria Assunta. Le origini di questa pieve sono antichissime. Fu infatti uno dei primi edifici sacri del territorio modenese lungo la Via Bibulca. Incorniciata in un paesaggio di rara bellezza, la chiesa rappresenta una delle massime espressioni del romanico nella provincia di Modena. Superata Montefiorino, la Bibulca inizia il suo tratto più panoramico, costeggiando le principali sommità dello spartiacque Dolo-Dragone. Altri suggestivi scenari sulle catene più alte, sono visibili verso est dove si ergono le dorsali di Alpesigola, Sassotignoso e, sullo sfondo, il monte Cimone in tutta la sua imponenza. In questo tratto l'ambiente cambia aspetto: dalla vegetazione di fascia collinare si passa alle tipiche conformazioni silvo-forestali dell'Ostyro-querceto e castagneto. Il percorso si sviluppa gradualmente sulla Valle del Dragone per raggiungere Frassinoro. Dopo una sosta in questo grazioso ed importante paese dell'Appennino modenese per visitare la Chiesa di S. Maria e S. Claudio sorta sulle rovine dell'abbazia benedettina, si prosegue verso le vette più elevate in direzione di Madonna di Pietravolta. L'ambiente circostante si arricchisce di nuovi aspetti: faggeti e conformazioni di arenarie stratificate. Il percorso raggiunge Colle del Morto, dove incrocia il Sentiero Matilde. Il sentiero arriva a costeggiare il crinale di spartiacque tosco-emiliano per entrare così nel Parco del Frignano. Quando si arriva al Santuario di San Pellegrino in Alpe, la via si ricongiunge con il Sentiero Matilde, il Sentiero Italia, il Sentiero Spallanzani, la Via Vandelli e la Grande Escursione Appenninica (GEA).
Fonte http://www.appenninoeverde.it

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