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martedì 24 luglio 2012

Don Camillo e la bicicletta.

Nel racconto scritto dal Guareschi "La bicicletta", tratto dal volume Mondo piccolo "Don Camillo e il suo gregge" ci si commuove nel rileggere la vera storia della nostra terra da un insolito punto di osservazione:
“Non si riesce a capire come, in quella fettaccia di terra che sta fra il grande fiume (il Po, nda) e la grande strada (la Via Emilia), ci sia stato un tempo in cui non si conosceva la bicicletta. Difatti, alla Bassa, dai vecchi di ottant’anni ai ragazzini di cinque, tutti marciano in bicicletta. E i ragazzini sono speciali perché lavorano con le gambe di sbieco in mezzo al triangolo del telaio e la bicicletta cammina tutta di traverso, ma va. I vecchi contadini viaggiano per lo più con le biciclette da donna, mentre i vecchi agrari col pancione adoperano le vecchie «Triumph» col telaio alto e montano in sella servendosi del predellino avvitato come dado al perno della ruota posteriore. C’è davvero da mettersi a ridere vedendo le biciclette dei cittadini, quegli scintillanti arnesi di metalli speciali, con impianto elettrico, cambio di velocità, portapacchi brevettati, copricatena, contachilometri e altre porcherie del genere. Quelle non sono biciclette, ma giocattoli per far divertire le gambe. La vera bicicletta deve pesare almeno trenta chili. Scrostata dalla vernice in modo da conservarne soltanto qualche traccia, la vera bicicletta, tanto per incominciare, deve avere un solo pedale. E dell’altro pedale deve essere rimasto soltanto il perno che, levigato, dalla suola della scarpa, luccica meravigliosamente ed è l’unica cosa luccicante di tutto il complesso.
Il manubrio, privo di manopole, non deve essere stupidamente perpendicolare al piano della ruota, ma deve essere spostato a destra o a sinistra di almeno dodici gradi. La vera bicicletta non ha parafango posteriore: ha soltanto quello anteriore in fondo al quale deve penzolare un buon pezzo di pneumatico di automobile, preferibilmente di gomma rossa, per evitare gli spruzzi.
Può avere anche il parafango posteriore qualora dia fastidio al ciclista la striscia di fango che si viene a formare sulla sua schiena quando piove [...]
Nella Bassa la bicicletta è una cosa necessaria come le scarpe, anzi più delle scarpe perché mentre uno anche se non ha le scarpe ma ha la bicicletta può andare tranquillamente in bicicletta, uno che ha le scarpe ma non ha la bicicletta deve andare a piedi.
Qualcuno magari osserva che questo può succedere anche in città: ma in città è un’altra cosa per via che c’è il tram elettrico, mentre nelle strade della Bassa, non ci sono rotaie ma soltanto, segnate nella polvere, le righe diritte delle biciclette e dei barocci e delle moto, tagliate ogni tanto dal solco leggero e saettante che fanno le bisce quando passano da un fosso all’altro”.

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