Fonte: www.teleromagnole.com
venerdì 13 luglio 2012
La tela Romagnola
Collocate storicamente nell'ambito dell'artigianato
povero, legato agli strumenti dell'essenziale creatività contadina, ossia
stampi in legno di pero, colori ottenuti dalla ruggine, canapa coltivata nei
campi e tessuta dai telai casalinghi, le tele romagnole stampate a mano hanno,
però, una data di nascita incerta ed antenati e consimili ancora più vaghi. Gli
storici hanno trovato riferimenti molto lontani a tessuti "battuti":
è certo che l'arte della stampa con blocchi fosse nota agli egizi. Per quanto i
documenti più antichi in nostro possesso non vadano oltre i primi decenni
dell'800, si può accreditare l'ipotesi che l'attività delle tele romagnole
stampate a mano sia precedente. Infatti tale arte risulta diffusa nello Stato
Pontificio, di cui la Romagna fece parte fino all'Unità d'Italia, sin dal XVII
secolo. Appare realistico dunque, collocare le botteghe romagnole come le ultime
sopravvissute di un gruppo operante nello Stato Pontificio e nella stessa Roma
sino alla fine del '700.E' limitativo, comunque, relegare le tele stampate
nell'alveo della tradizione contadine, è evidente, infatti, soprattutto analizzando
la scelta di alcuni disegni (non tutti si ispirano al mondo agreste),
l'intenzione di "copiare", con metodi semplici e di lieve impegno economico,
tessuti pregiati, decori e ricami delle stoffe e degli ornamenti dei ricchi. Di
certo l'ornato romagnolo ottenuto attraverso la stampa ebbe una sua discreta
fortuna, oltreché come gualdrappa dei buoi, come abbellimento di coperte,
asciugamani, grembiuli, cuscini, trapunte, tende e tovaglie, soluzioni ancora
oggi tra le più apprezzate. Le tele romagnole stampate ebbero una notevole
dffusione fino agli inizi del '900. Ma (corsi e ricorsi della moda che è tale
proprio perché dimentica e poi riscopre) come scrive Aldo Spallicci, insigne
poeta ed appassionato sostenitore delle tradizioni romagnole: " Nel
1910, distratta dalle mode d'Oltre Alpe, l'industria languiva. Giacevano alla rinfusa
in oscure bottegucce dei tintori, i legni annosi così profondamente incisi
dalla sgorbia e dallo scalpello degli avi". Al successo dei nostri
giorni, che associa le tele stampate all'immagine stessa della tradizione
romagnola, hanno dato un contributo determinante l'impegno e la passione delle
poche stamperie (una decina in tutto) che non derogano al metodo tradizionale
in favore di quello serigrafico, più comodo e produttivo, ma decisamente poco
fedele allo spirito vero della tradizione di stampa su tela.
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