Per
dirla con Tonino Guerra, il romagnolo è molto sentimentale ma non lo vuole far
vedere ed è ancora restio a lasciarsi andare in pubblico a parole e gesti di
affetto e di amore verso la moglie o la fidanzata. Il romagnolo è poco avvezzo
ai sofismi o a filosofeggiare, alle smancerie e alle affettuosità ostentate,
anche nei rapporti amorosi. E del resto la parola dialettale amór significa
sapore oltre che amore. È un atteggiamento che si riscontra anche verso gli
amici: il saluto non è mai un abbraccio e tanto meno un bacio sulla guancia ma
un cordialissimo “Ti venisse un colpo!”. Oppure incazzosi, senza peli sulla
lingua e stravaganti. E’ il caso di Luigi Rossi detto “Chilone””, antifascista,
espatria in Francia, poi torna a Lugo e apre una “Ustarèia” diventando dagli
anni ‘60 uno dei più rappresentativi protagonisti che hanno fatto la storia
della ristorazione romagnola. Durante
le riprese a Lugo del film Boccaccio 70 diretto da De Sica, l’attrice Sofia
Loren fece tappa presso la sua trattoria situata proprio nel centro storico
della cittadina. L’ambiente era quello di un tipico locale a piano terra con
soffitti basse, una “casa abbinata” convertita alla ristorazione come potevano
esserle tutte le osterie del tempo, ma ugualmente con un buon decoro della sale
da pranzo: quando l’attrice chiese di andare “al bagno”, al suo ritorno apostrofò
con impeto le sue proteste per lo stato indegno del “gabinetto”, ricevendo una
diretta risposta dal romagnolaccio Chilone: “ éla avnuda per magnè o par piscè
…. “.
Fonte:
www.provincia.fc.it (Romagna tipica
terra)
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