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martedì 3 luglio 2012

Stravaganti ma... non troppo!

Per dirla con Tonino Guerra, il romagnolo è molto sentimentale ma non lo vuole far vedere ed è ancora restio a lasciarsi andare in pubblico a parole e gesti di affetto e di amore verso la moglie o la fidanzata. Il romagnolo è poco avvezzo ai sofismi o a filosofeggiare, alle smancerie e alle affettuosità ostentate, anche nei rapporti amorosi. E del resto la parola dialettale amór significa sapore oltre che amore. È un atteggiamento che si riscontra anche verso gli amici: il saluto non è mai un abbraccio e tanto meno un bacio sulla guancia ma un cordialissimo “Ti venisse un colpo!”. Oppure incazzosi, senza peli sulla lingua e stravaganti. E’ il caso di Luigi Rossi detto “Chilone””, antifascista, espatria in Francia, poi torna a Lugo e apre una “Ustarèia” diventando dagli anni ‘60 uno dei più rappresentativi protagonisti che hanno fatto la storia della ristorazione romagnola. Durante le riprese a Lugo del film Boccaccio 70 diretto da De Sica, l’attrice Sofia Loren fece tappa presso la sua trattoria situata proprio nel centro storico della cittadina. L’ambiente era quello di un tipico locale a piano terra con soffitti basse, una “casa abbinata” convertita alla ristorazione come potevano esserle tutte le osterie del tempo, ma ugualmente con un buon decoro della sale da pranzo: quando l’attrice chiese di andare “al bagno”, al suo ritorno apostrofò con impeto le sue proteste per lo stato indegno del “gabinetto”, ricevendo una diretta risposta dal romagnolaccio Chilone: “ éla avnuda per magnè o par piscè …. “.
Fonte: www.provincia.fc.it (Romagna tipica terra)

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