Tra borghi silenziosi e crinali ammantati di boschi si può ripercorrere, nella Riserva Naturale dell'Alpe della Luna, i luoghi raccolti e misteriosi che cinque secoli fa ispirarono la sublime arte di Piero della Francesca. La luna più imponente è un dirupo di marna e arenaria alto 200 metri , quasi verticale, impressionante. Vista dai colli di Sestino e di Badia Tedalda, la Ripa della Luna ha la forma di una falce. La Riserva si estende su una vasta area che va dalla Valtiberina, alle Marche. Ha una superficie complessiva è di 1540 ettari , tra i 520 a 1453 metri . Si tratta essenzialmente di un vasto territorio boscato. Alle quote superiori predomina la faggeta, mentre più in basso si trovano boschi di cerro, carpino nero, ecc. L'elevato isolamento ha permesso di mantenere quest'area in uno stato ancora pressoché selvaggio; non vi sono grandi strade di comunicazione, (Passo del Frassineto / Passo di Viamaggio) ma solo strade forestali e sentieri per l'escursionismo, e non sono presenti al suo interno insediamenti abitativi significativi.
Si narra che durante una delle celebri feste che i conti di Montedoglio tenevano nel loro castello di Badia Tedalda, il giovane conte Manfredi di Montedoglio conobbe Rosalia, figlia del signore e podestà di Colcellalto, e se ne innamorò perdutamente. Ma la famiglia del giovane ostacolava in ogni modo questa unione. Tuttavia sempre più frequenti erano le visite del conte a Badia Tedalda per rendere omaggio alla sua bella. Fu durante una sera di luna piena, mentre i due stavano al balcone a scambiarsi tenere frasi d´amore, che Rosalba svelò al giovane il segreto dell´Alpe della Luna. La fanciulla disse al conte: "Vedete, Messere, se, quando la Luna sembra appoggiata all´Alpe, uno potesse toccarla tutti i suoi desideri sarebbero esauditi. Inoltre si narra che sull´Alpe siano nascosti immensi tesori, ma che nessuno sia mai riuscito a scovarli. L´Alpe appartiene infatti alla Luna e lei uccide chiunque osi avvicinarsi per trafugare i suoi tesori". Vorremmo precisare a questo punto che secondo la tradizione i rapinatori dei viandanti e delle diligenze che da Sansepolcro attraversavano la via della Romagna, della vicina Umbria o il passo di Bocca Trabaria, nascondevano la refurtiva proprio nei boschi dell´Alpe e uccidevano quanti osavano avvicinarsi ai loro nascondigli. Rosalia tanto parlò al suo innamorato dei tesori dell´Alpe della Luna, che il giovane decise di andare sull´Alpe per toccare la Luna e impossessarsi delle sue ricchezze, in modo che poi nessuno avrebbe più potuto opporsi al loro matrimonio. La fanciulla non ebbe alcun dubbio, avrebbe seguito ovunque l´amato e lo avrebbe accompagnato anche sull´Alpe della Luna... I due innamorati, sellati i cavalli, partirono insieme, ma mai più ritornarono. Da allora carbonai, boscaioli e quanti abitavano in prossimità dell´Alpe raccontano che in certe notti di luna piena hanno udito il passaggio di due cavalli al galoppo e hanno visto due giovani con le mani protese in alto nel disperato tentativo di toccare la Luna.
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