L’arte si fa paesaggio urbano ed arreda i muri delle case, le strade e le piazze, dando luce ad ogni angolo ed aprendo suggestioni improvvise. Anche questo è Dozza. Per la precisione è la Biennale d’arte del “Muro Dipinto”, singolare manifestazione settembrina di pittura sui muri delle case, nel corso della quale gli artisti dipingono “dal vivo”, davanti al pubblico. La prima edizione fu organizzata dalla Pro Loco nel 1960, da un’idea di Tommaso Seragnoli e grazie alla collaborazione di altri cittadini dozzesi quali Fernando Baroncini, Ennio Sangiorgi, Gino Gardi, Mario Guermandi e Gino Nereidi. Da allora la manifestazione si è sempre più qualificata divenendo biennale d’arte moderna, nobilitata dalla partecipazione di importanti maestri della pittura, fra i quali Matta, Saetti, Sassu, Licata, Purificato, Brindisi, Sughi, Schweizer, Zancanaro, Frasnedi, Gagliardi, Mascellani e Zigaine. Il “Muro Dipinto” lasciò infatti, ben presto, la formula dell’estemporanea indiscriminata e fu una delle prime rassegne italiane ad abolire premi e graduatorie per puntare al primato dell’artista rispetto alle tentazioni egemoniche della critica. La storia del “Muro Dipinto” è quindi storia di artisti, o meglio di opere che vanno valutate per il loro valore intrinseco e non per la rispondenza a questa o quella tendenza, nella quale il tradizionale rapporto diretto città-artisti si consolida a beneficio del risultato complessivo.
Nessun commento:
Posta un commento