La quercia si trova in località Trebbana ad una altitudine di 740 mt slm.
I documenti dell’ex parrocchia di Trebbana attualmente sono custoditi nell’ archivio della parrocchia di Lutirano. Risalgono agli inizi del 1800 e vanno fino al 1985, anno in cui è stato fatto l’ultimo battesimo in quella chiesa. Sono formati da registri di matrimoni, di morti, di stato d’anime = anagrafe, di battesimi, da relazioni di visite pastorali. Nella relazione dell’ultima visita pastorale, don Paolo Coradossi scrive: “Da un’antica pergamena risulta che in data 1063, il vescovo Pietro di Faenza fa una donazione all’ Eremo di Gamogna, rappresentato da S. Pier Damiano, di alcune località tra le quali è nominata Trebbana…”. Non è detto che allora ci fosse la chiesa; se ci fosse stata sarebbe stata ricordata come altre già esistenti (es. Badia in Acereto, Gamogna) nel diario del vescovo Lottieri della Tosa e in altri documenti successivi. L’edificio chiesa si può supporre che sia sorto prima come oratorio e poi sia divenuta parrocchia quando nelle nostre campagne c’è stato un insediamento di persone in seguito all’ appoderamento dei terreni. Riesce difficile capire come la chiesa di Trebbana abbia avuto l’autonomia parrocchiale, stretta com’era tra due parrocchie di notevole importanza quali Badia della Valle e Gamogna, che avevano 350/400 persone ciascuna . La parrocchia di Trebbana non ha mai superato le 100 persone, è stata forse la più piccola della diocesi di Modigliana. Si può pensare che sia sorta per un servizio a quelle persone che abitavano in quelle zone impervie e disagiate, distanti dalle altre chiese. Non aveva un cimitero proprio, i morti venivano sepolti nel cimitero di Lutirano. Per testimonianza diretta si può affermare che nel secondo dopo-guerra si è spopolata in breve tempo per mancanza di servizi, povertà del territorio, distanza dai centri di rifornimenti e di ricreazione ecc. Dal 1956 rimase senza parroco e fu unita alla chiesa parrocchiale di Badia della Valle. La chiesa e la casa canonica sono state restaurate negli anni settanta da don Antonio Samorì, prete faentino, e attualmente il complesso è meta di gruppi giovanili per escursioni, per campeggi o incontri di altro tipo. La chiesa è dedicata a S. Michele Arcangelo. La devozione di S. Michele era molto diffusa se pensiamo che in zona ci sono tante chiese a lui dedicate: Abeto, Grisigliano, Tredozio, Brisighella, Bagnacavallo. S. Michele ( chi come Dio?) è chiamato il principe delle milizie angeliche e appare come protettore del popolo eletto. Nell’ultimo libro della Bibbia (l’ Apocalisse) è descritto come capo degli angeli buoni nella lotta contro Lucifero e gli altri angeli ribelli. La Chiesa Cattolica gli ha riservato fin dall’antichità un culto particolare considerandolo sempre un protettore nella lotta che si combatte, e si combatterà fino alla fine dei tempi contro le forze del male. Nella liturgia funebre preconciliare veniva detto “vessillifero”, il porta bandiera, che guidava le anime del Purgatorio verso il cielo. Nell’iconografia, nell’arte viene raffigurato come un giovane guerriero alato nell’atto di calpestare Lucifero e di trafiggerlo con una spada.
Fonte: (da una ricerca degtli alunni della Scuola Media Statale di Marradi)
I documenti dell’ex parrocchia di Trebbana attualmente sono custoditi nell’ archivio della parrocchia di Lutirano. Risalgono agli inizi del 1800 e vanno fino al 1985, anno in cui è stato fatto l’ultimo battesimo in quella chiesa. Sono formati da registri di matrimoni, di morti, di stato d’anime = anagrafe, di battesimi, da relazioni di visite pastorali. Nella relazione dell’ultima visita pastorale, don Paolo Coradossi scrive: “Da un’antica pergamena risulta che in data 1063, il vescovo Pietro di Faenza fa una donazione all’ Eremo di Gamogna, rappresentato da S. Pier Damiano, di alcune località tra le quali è nominata Trebbana…”. Non è detto che allora ci fosse la chiesa; se ci fosse stata sarebbe stata ricordata come altre già esistenti (es. Badia in Acereto, Gamogna) nel diario del vescovo Lottieri della Tosa e in altri documenti successivi. L’edificio chiesa si può supporre che sia sorto prima come oratorio e poi sia divenuta parrocchia quando nelle nostre campagne c’è stato un insediamento di persone in seguito all’ appoderamento dei terreni. Riesce difficile capire come la chiesa di Trebbana abbia avuto l’autonomia parrocchiale, stretta com’era tra due parrocchie di notevole importanza quali Badia della Valle e Gamogna, che avevano 350/400 persone ciascuna . La parrocchia di Trebbana non ha mai superato le 100 persone, è stata forse la più piccola della diocesi di Modigliana. Si può pensare che sia sorta per un servizio a quelle persone che abitavano in quelle zone impervie e disagiate, distanti dalle altre chiese. Non aveva un cimitero proprio, i morti venivano sepolti nel cimitero di Lutirano. Per testimonianza diretta si può affermare che nel secondo dopo-guerra si è spopolata in breve tempo per mancanza di servizi, povertà del territorio, distanza dai centri di rifornimenti e di ricreazione ecc. Dal 1956 rimase senza parroco e fu unita alla chiesa parrocchiale di Badia della Valle. La chiesa e la casa canonica sono state restaurate negli anni settanta da don Antonio Samorì, prete faentino, e attualmente il complesso è meta di gruppi giovanili per escursioni, per campeggi o incontri di altro tipo. La chiesa è dedicata a S. Michele Arcangelo. La devozione di S. Michele era molto diffusa se pensiamo che in zona ci sono tante chiese a lui dedicate: Abeto, Grisigliano, Tredozio, Brisighella, Bagnacavallo. S. Michele ( chi come Dio?) è chiamato il principe delle milizie angeliche e appare come protettore del popolo eletto. Nell’ultimo libro della Bibbia (l’ Apocalisse) è descritto come capo degli angeli buoni nella lotta contro Lucifero e gli altri angeli ribelli. La Chiesa Cattolica gli ha riservato fin dall’antichità un culto particolare considerandolo sempre un protettore nella lotta che si combatte, e si combatterà fino alla fine dei tempi contro le forze del male. Nella liturgia funebre preconciliare veniva detto “vessillifero”, il porta bandiera, che guidava le anime del Purgatorio verso il cielo. Nell’iconografia, nell’arte viene raffigurato come un giovane guerriero alato nell’atto di calpestare Lucifero e di trafiggerlo con una spada.
Fonte: (da una ricerca degtli alunni della Scuola Media Statale di Marradi)