Sicuramente il principale parco faentino, polmone verde per eccellenza. Sorge su quella che era la piazza d'armi (e il nome, nella tradizione faentina, sopravvive ancora), adibita fino ai primi del '900 ad esercitazioni militari e in seguito, fino agli anni '60, a pascolo per cavalli.
Venne realizzato nei primi anni '70 dal Comune di Faenza con la preziosa collaborazione, perlomeno da un punto di vista faunistico e botanico, da Roberto Bucci, industriale faentino cui il parco è dedicato, e dal vivaista e naturalista Cesare Gallegati.
Estensione notevole (oltre 8 ettari, non poco per quei tempi), ricchezza dell'apparato decorativo arboreo e arbustivo e presenza di laghi sono gli elementi che più caratterizzano questo parco. Pur con la prevalenza delle piante esotiche - chiaro retaggio della moda anni '60 - il parco mostra gia una certa attenzione alle specie autoctone e in alcuni punti (ad esempio le fitte macchie a carpino bianco, sul lato nord, o i micro-boschetti di quercia, al centro) rivela pionieristiche intuizioni, attribuibili al naturalista Gallegati. La bellezza dei gruppi di piante - si segnalano soprattutto i lecci, sul lato ovest della collina e, per i colori autunnali, i ginko biloba e i liquidambar su quello est - sono esaltati dalle grandi estensioni a prato. Altro elemento dominante è l'acqua con due laghi collegati da un ruscelletto, isolette, ponticelli. La fauna immessa è composta da anatidi vari, anche con specie assai interessanti come il codone e la volpoca. Ancora più importante è però l'avifauna selvatica, con specie di non facilissima osservazione - cince, capinera, regolo, fiorrancino, codirossi - ma ben presenti nel parco e in parte anche nidificanti.
Le piante attualmente presenti (il numero può avere leggere fluttuazioni) sono 1580, di cui oltre 1000 sono alberi d'alto fusto; per il resto si tratta di arbusti.
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