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venerdì 23 novembre 2012

Clusum Herculis

Piccolo borgo medievale adagiato sulla destra del fiume Bidente, fra Meldola e Civitella di Romagna, la romana Cusercoli (Clusum Herculis) è il fiore all’occhiello di questa rigogliosa valle. La rocca di Cusercoli sorse in età medievale, intorno al XII secolo, su una prima fortificazione del periodo tardo romano; di quest’ultima rimane un imponente muro di pietra a secco. La fortezza apparteneva all’Abbazia di Sant’Ellero, come risulta dalla bolla di Papa Innocenzo II datata 1213, e agli Arcivescovi di Ravenna. Il feudo era compreso nella contea di Giaggiolo, i cui signori erano i Malatesta di Giaggiolo, discesi dal famoso Paolo immortalato da Dante Alighieri nel V canto dell’inferno. Nel corso del XIV secolo, i Malatesta fecero costruire, accanto al castello, un palazzo fortificato utilizzato come residenza del feudatario. Nel XVI secolo, probabilmente per le pessime condizioni in cui la fortezza versava, i Malatesta la cedettero ai Guidi di Bagno che ne mantennero il possesso sino al XIX secolo. Nella Seconda metà del 1700, i Conti Guidi apportarono profonde modifiche alla rocca, per adeguarla alle proprie esigenze abitative. Vi aggiunsero infatti i giardini pensili e la chiesa di san Bonifacio, al posto della piccola chiesa di Sancta Maria de Saxo rovinata da un’alluvione nel 1750. Lo stemma dei Guidi di Bagno è ben conservato sopra la cosiddetta “Portaccia”, antico ingresso al borgo da sud-est. Oggi, con il borgo antico che si snoda ai piedi del castello, il complesso emana uno straordinario fascino, sia per i segni dell’antico fasto che per la sua particolare posizione di dominio sul territorio circostante. Perla dell’archeologia industriale in Val Bidente è la Cartiera, la più antica di Romagna. Costruita dai Conti guidi di Bagno nel 1637, essa ha continuato la sua attività fino all’inizio del 1900. Famosa per la produzione di pietre e rosari, Cusercoli ne confeziona migliaia ogni anno con vari materiali (perle, legno, plastica fosforescente o semi di piante), esportandoli poi in tutto il mondo. Da esaltare infine la cucina, ricca di tradizioni e antichi sapori, riproposta con maestria dalle “azdore” anche in occasione delle sagre.
Fonte: http://tartufodiromagna.it

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