Al di là dell’Atlantico la chiamano bikenomics. È un concetto nuovo che mette assieme le parole Bike e Economics. In mezzo mondo ne parlano da almeno un paio d’anni, non solo attivisti della bicicletta, ma anche prestigiose università e organizzazioni internazionali. Obiettivo: calcolare gli effetti ma soprattutto il ritorno d’investimento della ciclabilità. E in Italia? Per Giulietta Pagliaccio presidente della Federazione Italiana Amici della Bicicletta (Fiab) i segnali cominciano a vedersi anche qui. “Se rotocalchi di economia invitano Fiab a parlare di crisi dell’auto, se riviste di finanza come Valori mettono in copertina l’opportunità economica e culturale della bicicletta significa che il mondo sta cambiando velocemente e che la bicicletta avrà un ruolo da protagonista”. I conti fatti da ECF sono impressionanti: il valore economico generato dall’uso della bicicletta nei paesi dell’EU-27 supera i 200 miliardi euro, una cifra analoga al PIL della Danimarca.
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