Sull'omonimo monte, ai confini tra Riolo Terme e Brisighella, si erge la Pieve di Montemauro (505 m. s.l.m.), ormai più che millenaria, la quale è sopravvissuta all'adiacente castello (castrum tiberiacis, ricordato già nel 953), ora completamente cancellato e anticamente posto sulla cima del monte stesso. Questa Pieve, come altre, era riccamente dotata e poteva permettersi quindi il mantenimento normale di varie persone, chiamate canonici, dedite al culto all'interno dell'edificio. La Pieve, dedicata all'assunzione di M. Vergine, che dal '600 fino all'inizio del nostro secolo, risultava vicariato di montagna, si nascondeva tra l'alta vegetazione, evidenziandosi solo grazie al suo caratteristico campanile, ed era servita da una mulattiera.
Solo nella seconda metà del nostro secolo si è provveduto ai collegamenti con strade. Apparteneva al Comune di Brisighella ed era dedicata a M. Assunta in Cielo. Nel 932 la troviamo nominata come Santa Maria in Tiveriaci (prendendo il nome da una località ancora da precisare) e poi S. Maria in Tiberiaci (1104-1126). Nel Comune di Brisighella, cui apparteneva, era ricordata come Montemaggiore, mentre nei documenti parrocchiali veniva indicata con Monte Maore, poi definitivamente, dal secolo scorso, con Monte Mauro.
Solo nella seconda metà del nostro secolo si è provveduto ai collegamenti con strade. Apparteneva al Comune di Brisighella ed era dedicata a M. Assunta in Cielo. Nel 932 la troviamo nominata come Santa Maria in Tiveriaci (prendendo il nome da una località ancora da precisare) e poi S. Maria in Tiberiaci (1104-1126). Nel Comune di Brisighella, cui apparteneva, era ricordata come Montemaggiore, mentre nei documenti parrocchiali veniva indicata con Monte Maore, poi definitivamente, dal secolo scorso, con Monte Mauro.
La Chiesa completamente costruita in gesso, fu restaurata nel 1574: sull'altare maggiore era un quadro dell'Assunta che già nello stesso anno, era stato ritoccato per ravvivarne i colori (successivamente fu sostituito da un'altra tela). La Pieve venne poi quasi del tutto riedificata nel 1818. Essa aveva vasta giurisdizione sul Senio e sulla Sintria con ampi possedimenti oltre che sui monti anche in pianura (Solarolo). Per secoli la popolazione parrocchiale si era stabilizzata in circa 270 anime con leggero aumento agli inizi del nostro secolo. La parrocchia è stata soppressa e la Pieve unita a Riolo Terme.Fonte: www.terredifaenza.it
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