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lunedì 1 febbraio 2016

La "bruciata"

Il paese di Santa Maria in Fabriago nel XVII secolo era detto "La Bruciata" perché aveva subito un incendio che l'aveva distrutto e fu ricostruito e fortificato nel 1730. Nel luogo ove ora sorge il castello vi era nel 1882 un grande casolare e del castello esisteva solo la parte a nord posta ora sulla via di Conselice. (Dal Brogliardo di Santa Maria in Fabriago, depositato all'archivio storico di Roma sez. Catasto Gregoriano, si è riscontrato che la possessione del Casone denominato Casa di villeggiatura, del borgo e dei terreni del Ducato, risultava di "Massari Antonio di Franco e nipoti Cav.Vincenzo e Galeazzo di Gianbattista").
E' dopo questa epoca che, distrutto il casone, il castello fu ingrandito alla forma attuale dal duca generale Massari.
Fino a pochi anni fa l'ingresso principale del castello era adorno di un bel balcone romanico sostenuto da due colonne che poggiavano su due cariatidi che poggiavano a loro volta sulla groppa di due leoni di marmo rossi tenenti ciascuno tra le zanne la testa di bue. Tutto è stato asportato da circa due decenni e i leoni si trovano a Ferrara davanti alla porta maggiore del Duomo. Nel cortile del castello vi era un grande capitello bizantino usato come vera da pozzo, ma anch'esso è stato asportato in questi ultimi anni. …..Ma il Duca Galeazzo Massari optò per il medioevo e se lo ricostruì a portata di mano a portata di mano nell'anno stesso della riparazione alla chiesa di Fabriago.
Nel 1882 restaurò il palazzo-castello già dei Rondinelli, alla Bruciata, manipolato secondo un modello dei tempi remoti. Ne uscì fuori uno stucchevole falso antico, biturrito, a merlatura ghibellina. Non vale la pena soffermarsi e descrivere l'edificio e la cappella interna. Si può solo accennare alle vestigia della vecchia torre di levante nei bianchi marmi angolari interiori, rimasti con gli stemmi dei Rondinelli; alle due basi del portale e a due capitelli bizantini. Da basi alle colonne del portale fungevano due leoni scolpiti, già appartenenti al Duomo di Ferrara. Furono donati al Duca da quell'Arcivescovo. Corrado Ricci (1858-1934)li fece restituire al monumento di origine. I capitelli bizantini provenivano, secondo il Gaddoni, dalla chiesa di S. Barbara di Ravenna. Nel 1921 uno di questi era già stato trasferito nel palazzo Massari di Ferrara. Il nostalgico Duca Galeazzo aveva comunque realizzato il suo sogno: una chiesa di cui era patrono e un castello di cui era padrone. Fece del castello la sede del suo ducato, che cinse di mura e nobilitò di una porta. La scritta "DUCATO DI FABRIAGO" vi spicca ancora, visibilissima, quasi a motteggio.

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