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mercoledì 3 febbraio 2016

Meteo e tradizioni popolari

La Candelora è una ricorrenza ufficiale nell’anno liturgico della Chiesa Cattolica, durante la quale si ricorda l’episodio evangelico della presentazione di Gesù al tempio, quaranta giorni dopo la sua nascita. La ricorrenza arriva il 2 febbraio, giorno in cui si benedicono le candele, simbolo di Cristo “luce delle genti”. Da qui deriva il nome popolare della festività: la Candelora. La tradizione popolare di tutta Italia assegna un valore molto particolare a questa festività. A parte infatti il valore religioso, si ritiene che la Candelora rappresenti l’ultimo giorno dell’inverno, a condizione però, come recita un celebre proverbio, che “non piova e che non tiri vento”. Ecco la versione romanesca del proverbio, che è diffuso in ogni regione:
Quanno viè la Candelora
da l’inverno sémo fóra,
ma se piove o tira vènto,
ne l’inverno semo drénto.

Secondo la Romagna le cose non stanno così, anzi cambiano a 360 gradi. La Candelora rappresenta la fine dell’inverno soltanto se è un giorno di pioggia, di freddo, di neve… Insomma se è un giorno brutto. Ecco come diventa il proverbio da Forlì a Rimini:
Per la candlora, o se piov o se neva da l’inveren a sem fora;  ma s’un piov, quaranta dé dl’inveren avegna ancora. Traduzione: Per la candelora che piova o che nevichi dall’inverno siamo fuori;  ma se non piove e se non nevica quaranta giorni d’inverno avremo ancora.
ieri era proprio il giorno della Candelora ma era anche il giorno di santa Caterina a cui ne corrisponde un altro dei detti popolari che è: Par Santa Catarena o che neva o che brena o che tira la curena o che fa la paciarena.  Per Santa Caterina o nevica o brina o soffia scirocco o fa le pozzanghere.
Quindi a voi l'ardua sentenza

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