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martedì 8 giugno 2010

LA FERROVIA TRANSAPPENNINICA

Il 1893 fu un anno indimenticabile per la Toscana e per la Romagna: finalmente la ferrovia aveva domato la montagna e permesso il collegamento di due mari e due porti: il Tirreno con Livorno e l’Adriatico con Ravenna.
La ferrovia di 101 km partiva dalla stazione di S. Maria Novella in Firenze e dopo 16 stazioni intermedie (tra cui Vaglia, S. Piero, Borgo S. Lorenzo, Ronta, Marradi, Brisighella) giungeva a Faenza.
La ferrovia era ricca di opere d’arte: il magnifico ponte sul Rio Trillero (tra Panicaglia e Ronta) tutto in pietra serena con spallette a sesto ribassato di 36 metri e con altre otto piccole luci, i viadotti sul Buggiano, sul Rio Morto e del Poggio e il bellissimo ponte-viadotto sul Lamone e sulla statale faentina a Marradi di 199 mt. sono monumenti eccezionali dell’ingegneria ferroviaria italiana.
Il 30 giugno 1913 veniva aperto il tratto di 32 km Borgo S. Lorenzo-Pontassieve per creare un collegamento più pratico della Faentina con la Firenze-Roma e l’Italia Centrale.
Lungo il percorso furono dislocate le stazioni di Vicchio, Dicomano, Contea-Londa e Rufina. La linea rasentava a tratti la riva sinistra e destra del fiume Sieve.
Nell’anno 1944-45 i tedeschi in ritirata distrussero sistematicamente il tratto Firenze-Borgo San Lorenzo: ponti, viadotti e gallerie furono fatti saltare con mine, cariche di tritolo ed altri esplosivi.
I tratti Borgo-Faenza e Borgo-Pontassieve furono ripristinati all’esercizio negli anni successivi alla guerra mentre la ricostruzione della faentina nel tratto Borgo S. Lorenzo-Firenze è iniziata solo negli anni ‘80 e il 14 gennaio 1999 la ferrovia è stata riattivata ufficialmente.

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