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martedì 9 dicembre 2014

Il Faggione del Tramazzo

Non ci si aspetta di trovare grandi patriarchi in questa parte di Appennino contraddistinta, fino a qualche decennio fa, da uno sfruttamento del bosco piuttosto intenso. Ma basta percorrere per un breve tratto il sentiero 565, che si stacca dalla pista forestale del Tramazzo poco sopra Cà Cerreta, per trovarsi di fronte, all’improvviso, uno degli alberi più vetusti di tutto il parco nazionale: il Faggione del Tramazzo o, come alcuni l’hanno ribattezzato, la Grande Madre, per la particolare forma del tronco, caratterizzato da grandi “mammelloni” originati dalle cicatrici di enormi rami. L’albero, di dimensioni colossali, è alto quasi 35 m, con una circonferenza che supera i 5 m e un’età stimata di oltre 300 anni. Il Faggione del Tramazzo, però, non è l’unico grande albero presente nella zona e il parco, in collaborazione con la Provincia di Forlì-Cesena e grazie a un finanziamento della Regione Emilia-Romagna, ha recuperato un percorso, denominato “I giganti del Tramazzo”, che riscopre diversi di questi grandi patriarchi arborei. Il sentiero, lungo 8 km, inizia dalla strada forestale del Tramazzo, all’altezza di Cà il Bagno, e risale il crinale verso il passo del Tramazzo. Lungo il percorso si incontrano la Regina del Bagno, una grande quercia che cresce nell’omonima località, i castagni e i faggioni della Cerreta, nei pressi di Cà Cerreta, il Faggione del Tramazzo, il Carpinone della Valdanda e i Giganti del Bepi, i grandi faggi della Fonte del Bepi. Tutti questi esemplari sono contrassegnati lungo il percorso da un’apposita segnaletica. Anche se non si trova nella valle del Tramazzo, ma nella vicina valle dell’Acerreta, merita di essere segnalata anche la Quercia di Trebbana, che cresce vicino al monastero e alla chiesa di San Michele di Trebbana: una roverella di dimensioni eccezionali, con una circonferenzadi 4 m e un’età stimata di 400 anni (è raggiungibile dal rifugio Casa Ponte, risalendo il sentiero 557 fino al crinale, dove si prosegue a nord sul sentiero 553 e si scende poi dal Monte Cerro per il sentiero 549a).

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