La Romagna è una terra storicamente votata all’agricoltura. E l’agricoltura, come molte altre attività “all’aperto” era, ed è tutt’ora, soggetta alle avversità metereologiche. Così la tradizione contadina del passato voleva che per scongiurare la malasorte venissero fatti dei riti propiziatori, come i fuochi magici: i “Lòm a Mêrz” (i lumi di marzo). L’accensione di falò propiziatori intendeva celebrare l’arrivo della primavera e invocare un’annata favorevole per il raccolto nei campi, ricacciando il freddo e il rigore dell’inverno. Il suo significato era quello d’incoraggiare e salutare l’arrivo della bella stagione, bruciando i rami secchi e i resti delle potature. Per questa occasione, negli ultimi tre giorni di febbraio e nei primi tre di marzo, ci si radunava nelle aie, si intonavano canti e si danzava intorno ai fuochi (al fugarèn), mangiando, bevendo e soprattutto divertendosi.
I lumi di marzo ritornano a vivere dal 27 febbraio al 3 marzo nei territori della Romagna rurale, spaziando dalle province di Ravenna, Forlì-Cesena, per arrivare fino al bolognese. Amore per il cibo tipico, tradizioni e cultura popolare sono gli elementi che si combinano in un calendario ricco di eventi in omaggio all’antico rito. Nelle aie e nelle case di campagna verranno accesi dei grandi falò attorno ai quali si svolgeranno iniziative e incontri sulla tradizione e la cultura contadina romagnola, fra balli, spettacoli, mostre, presentazioni di libri, mentre sarà possibile degustare vini e cibi tipici dell’enogastronomia locale.Il programma propone circa 50 aie e case di campagna e non solo, presso le quali sono tutti invitati a riscoprire i sapori e gli usi di un tempo, riscaldati da suggestivi falò e ammaliati da artisti, cuochi, sommelier, maestri artigiani, scrittori, cantastorie. Oltre alla simbologia del fuoco purificatore, la manifestazione è dedicata quest’anno anche al tema del “pane”,altro elemento simbolico intimamente legato all’uomo e figlio stesso dell’agricoltura; la sua sostanza è costituita solo da elementi naturali quali l’acqua e la farina, figlie della terra. Lom a Merz vi riporta nelle case di campagna con la certezza della tradizione, del genuino, con un atto d'amore, "il fare il pane", un alimento straordinario e legato al mondo contadino da migliaia di generazioni e di cui avere cura e custodia.
Fonte: http://www.emiliaromagnaturismo.it/
Nessun commento:
Posta un commento