Domenica 9 ottobre: passare repentinamente dai 25° di temperatura della scorsa settimana ai 9° di questa fredda mattinata autunnale è indubbiamente traumatico per coloro che sono montati in sella alla propria specialissima con l'intenzione di pedalare quei 100 km che distanziano, fra andata e ritorno, Lugo da Comacchio. Quindi è stato d'obbligo rispolverare gli indumenti più opportuni e protettivi (ginocchiere, manicotti, maglie felpate) per "soffrire" meno all'impatto di un autunno ritardatario e godersi a pieno questa giornata dal sapore di tradizione e differente per il contesto panoramico offerto.
E' vero siamo dei salitomani ma almeno una volta all'anno possiamo concederci un vero relax mentale godendo di questo spettacolo offerto dalla Valle di Comacchio, che proprio in questo periodo dell'anno offre particolari viste, uniche e distensive.
L'appuntamento è oramai diventato un must nel ciclo-circo del comprensorio lughese, non certamente per l'osservazione delle numerose Folaghe, Germani Reali o dell'Airone Cenerino fermo immobile nello specchio paludoso d'acqua della Zona Faunistica Zavelea, ma per il crescente contesto agonistico che nei vari anni ha coinvolto uno vero sciame di cicloarteriosi di ogni età e di ogni sesso! Fantastico osservare a cosa può far trascendere quel mezzo semplice a due ruote & pedali ma come altrettanto è piacevole constatarne le molteplici interpretazioni d'impiego, in sintesi come "farsi possedere nel fisico e nella mente" (e chi scrive ne sa qualcosa...): una droga mentale!
Comunque ritornando a noi e alla nostra gita domenicale giunti a Comacchio attraverso un percorso d'ingresso insolito, che transita nei pressi della necropoli di Spina (da visitare), abbiamo fatto sosta nei pressi dei Trepponti autentico emblema di della città e opera architettonica di valore, costruito nel 16° secolo; sarebbe indubbiamente stato piacevole visitare anche il centro cittadino pedalando lungo i canali e ancor di più proprio in questa weekend in cui Comacchio mostrava il suo "vestito" migliore per la concomitante Sagra dell'Anguilla ma... il tempo è tiranno o meglio NON si ha l'abitudine per queste divagazioni esplorative. Chissà!
Si fa ritorno: attraversiamo compatti il Gran Canale con il nuovo ponte levatoio in direzione "home". Il fondo stradale è pressochè distrutto rendendo difficoltoso pedalare in sella. Si viaggia a ritmo crociera buttando ripetutamente lo sguardo a destra e a sinistra per gioire di tanto.... ora mai delle nostre sfuriate agonistiche, nelle edizioni passate, ci rimane solamente un tenue pensierino che però teniamo vivo a "perenne ricordo".
Da Alfonsine a Fusignano preferiamo percorre la "linea del Fronte", una carrareccia senza traffico automobilistico che costeggiando il fiume Senio corre parallela alla direttrice che passa da San Savino: e scelta non fu più appropriata per quel pugno di residuati bellici quali siamo... ma il prossimo anno, non sia mai detto, si potrebbe anche rinverdire i fasti di un tempo: ne voglio parlare con il Cinghiale. Bye.
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