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lunedì 3 novembre 2014

L'AMBRA DI TALAMELLO

XXIX Fiera del formaggio di fossa
Periodo di svolgimento: l'evento si svolge nei giorni 09/11/2014, 16/11/2014
Talamello (RN) 
Talamello, nell'Alta Valle del Marecchia, stuzzica golosi ed appassionati con la 26° Fiera del suo inconfondibile formaggio di fossa, stagionato nelle fosse scavate nella roccia arenaria come da antica tradizione introdotta nel Medioevo. La fiera sarà ricca di sorprese, iniziative ed eventi, tra cui risalteranno inconfondibili sapori. Nei punti ristoro oltre che nei ristoranti del centro si troveranno appetitosi menu a base di formaggio di fossa. Come ogni anno, anche in questa edizione saranno proposti “gemellaggi gastronomici” con altre produzioni tipiche e tradizionali d’Italia. Incontri, conferenze e spettacoli arricchiranno le giornate della fiera. Da prodotto di nicchia di una piccola terra di confine, il prodotto si è espanso fino alle soglie del mercato internazionale. Il formaggio di fossa continua a scalare posizioni nella gerarchia gastronomica e dopo aver conquistato il palato del Belpaese si prepara ora al grande salto verso la certificazione di qualità. Tra mito e storia la leggenda ne fa risalire l’origine al XV secolo, quando nacque l’esigenza per i contadini dell’Appennino romagnolo-marchigiano di difendere le proprie provviste dalle truppe di Alfonso d’Aragona. Sconfitto dai francesi, il principe spagnolo aveva infatti ottenuto l’ospitalità del Signore di Forlì Girolamo Riario; ma in breve a palazzo le risorse cominciarono a scarseggiare e i soldati iniziarono a saccheggiare le campagne in cerca di cibo. I contadini, per difendersi, presero l’abitudine di nascondere le provviste nelle fosse di arenaria. A novembre, una volta partiti gli eserciti e finite le scorrerie, le dissotterrarono e il miracolo si era compiuto: scoprirono che il formaggio aveva cambiato le proprie caratteristiche organolettiche ed era nato quel prodotto tipico che oggi, a distanza di oltre 500 anni, viene inserito a pieno titolo tra le peculiarità della cucina italiana. Ogni estate tutte le fosse vengono ripulite e asciugate con un falò di paglia e sterpi, poi, una volta sistemato con un tavolato il fondo per creare un incavo in cui raccogliere il liquido, si ricoprono le pareti con un’intelaiatura di legno e canne foderata di paglia. Quindi vi si depongono forme di pecorino, vaccino o misto in sacchi di cotone bianchi, si chiude la sommità con tavole e gesso e dopo tre mesi si “raccoglie” l’inconfondibile prodotto.

 Fonte: http://www.emiliaromagnaturismo.it/

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