XXIX Fiera del formaggio di fossa
Periodo di svolgimento: l'evento si svolge nei giorni 09/11/2014,
16/11/2014
Talamello (RN)
Talamello, nell'Alta Valle del Marecchia, stuzzica golosi ed
appassionati con la 26° Fiera del suo inconfondibile formaggio di fossa,
stagionato nelle fosse scavate nella roccia arenaria come da antica tradizione
introdotta nel Medioevo. La fiera sarà ricca di sorprese, iniziative ed
eventi, tra cui risalteranno inconfondibili sapori. Nei punti ristoro oltre che
nei ristoranti del centro si troveranno appetitosi menu a base di formaggio di
fossa. Come ogni anno, anche in questa edizione saranno proposti “gemellaggi
gastronomici” con altre produzioni tipiche e tradizionali d’Italia. Incontri,
conferenze e spettacoli arricchiranno le giornate della fiera. Da prodotto
di nicchia di una piccola terra di confine, il prodotto si è espanso fino alle
soglie del mercato internazionale. Il formaggio di fossa continua a scalare
posizioni nella gerarchia gastronomica e dopo aver conquistato il palato del
Belpaese si prepara ora al grande salto verso la certificazione di qualità. Tra
mito e storia la leggenda ne fa risalire l’origine al XV secolo, quando nacque
l’esigenza per i contadini dell’Appennino romagnolo-marchigiano di difendere le
proprie provviste dalle truppe di Alfonso d’Aragona. Sconfitto dai francesi, il
principe spagnolo aveva infatti ottenuto l’ospitalità del Signore di Forlì
Girolamo Riario; ma in breve a palazzo le risorse cominciarono a scarseggiare e
i soldati iniziarono a saccheggiare le campagne in cerca di cibo. I
contadini, per difendersi, presero l’abitudine di nascondere le provviste nelle
fosse di arenaria. A novembre, una volta partiti gli eserciti e finite le
scorrerie, le dissotterrarono e il miracolo si era compiuto: scoprirono che il
formaggio aveva cambiato le proprie caratteristiche organolettiche ed era nato
quel prodotto tipico che oggi, a distanza di oltre 500 anni, viene inserito a
pieno titolo tra le peculiarità della cucina italiana. Ogni estate tutte
le fosse vengono ripulite e asciugate con un falò di paglia e sterpi, poi, una
volta sistemato con un tavolato il fondo per creare un incavo in cui
raccogliere il liquido, si ricoprono le pareti con un’intelaiatura di legno e
canne foderata di paglia. Quindi vi si depongono forme di pecorino, vaccino o
misto in sacchi di cotone bianchi, si chiude la sommità con tavole e gesso e
dopo tre mesi si “raccoglie” l’inconfondibile prodotto.
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