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lunedì 3 novembre 2014

Montecodruzzo

Comune di Roncofreddo
Il paese è situato a 439 metri s.l.m., il punto più alto di tutto il territorio comunale e domina il vasto altopiano delimitato dai due corsi d'acqua, il Pisciatello e l'Ansa, offrendo una visione ampia e piacevole. Alcuni storici, confortati anche dal ritrovamento di reperti archeologici, sostengono che all'epoca romana fosse un quartiere militare per la sua posizione lungo la frequentata scorciatoia alle strade consolari che attraversava il monte di Strigara e, per il passo dei Meloni, si congiungeva alla via Garampa e proseguiva fino a Cesena. Montecodruzzo fu un possedimento degli Arcivescovi di Ravenna fino al 1484, quando fu data in signoria a Carlo Malatesta, alla cui morte toccò a Leonida Malatesta e poi a Giacomo. Il castello fu sempre residenza stabile di Giacomo Malatesta e della sua famiglia anche dopo la nomina di questi a marchese di Roncofreddo e Montiano. Nel 1602, dopo la morte di Giacomo, la famiglia trasferì la residenza a Montiano e il figlio Carlo Felice cedette il castello al conte Antonio Ruini di Bologna: questa famiglia ne tenne il possesso non oltre l'anno 1701, perchè già nel 1702 il nuovo signore era Rinaldo Albizzi di Cesena e poi la Congregazione dei Baroni di Roma. Di notevole interesse è la chiesa di S. Maria Liberatrice, costruita per volontà di Giacomo Malatesta nel 1572 inriconoscenza alla Madonna per la sua liberazione dai Turchi. La campana nel minuto campanile porta la data del 1570 ed una breve iscrizione con i nomi dei due marchesi e gli stemmi di entrambe le famiglie Malatesta e Ferretti, unitamente alla corona marchionale. La facciata esterna non rimaneggiata conserva sul portale uno stemma del 1573 e le finestre laterali hanno massicce inferriate dell’epoca. Nel medesimo anno fu costruito, attiguo alla chiesa, il monastero dei frati Minori Osservanti, abbandonato agli inizi del XVII secolo, quando il castello fu ceduto dalla famiglia Malatesta al conte Ruini.Sulle fondamenta di un antico bastione, utilizzandone in parte il materiale edile residuo, nel dopoguerra è stata costruita una torre civica dotata di orologio e campana. Montecodruzzo, che nel dopoguerra aveva una popolazione di circa 1000 abitanti, ha subito una violenta emigrazione e attualmente conta solo poche decine di abitanti con età media superiore ai 60 anni. Nel territorio di Montecodruzzo furono in passato sfruttati gli affioramenti di rocce calcaree e gessose come cave di materiali per costruzioni edilizie. Il maggior prelievo e uso di questi materiali simili al marmo si ebbe nel XV secolo in epoca malatestiana ampiamente utilizzati in edilizia. Una cava posta tra il Casetto e la Greppa fu sfruttata prevalentemente per ricavare breccia stradale, un’altra denominata Gorgos curo a est del paese pare abbia fornito il materiale per il colonnato della Biblioteca Malatestiana di Cesena e per molti altri edifici pubblici e chiese del cesenate, del faentino e ravennate.
Fonte : http://www.terredelrubicone.it/

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