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lunedì 3 gennaio 2011

Non ci siamo ancora....

La questione sulla quale si punta il dito, tuttavia, non riguarda tanto la diffusione della bicicletta in Italia; quanto il “come” queste possono essere utilizzate. Non c'è niente di peggio dell'essere costretti a zigzagare stretti stretti fra auto e marciapiedi, a causa della mancanza di arterie viabili costruite apposta per rendere la mobilità a pedali più fluida possibile. Eppure, il dato emerso dal sondaggio indica che per 7 italiani su 10 le piste ciclabili sono “gravemente insufficienti”. A dire il vero, gli stessi organizzatori non hanno indicato quante persone siano state intervistate. Ma indicano – e questo deve, in ogni caso, far pensare – che sul campione di pareri richiesti, la presenza di piste ciclabili in Italia viene considerata “buona” solo dall'1 per cento delle persone. Per uno striminzito 4 per cento esse sono
 “sufficienti”. Al contrario, la stragrande maggioranza (un 67 per cento del quale non si potrà non tenere conto) ritiene le piste ciclabili italiane “gravemente insufficienti”; un più ottimista 28 per cento, invece, è del parere che sono “Appena sufficienti”.
Risultato: pochissimi vanno in bici per lavoro; moltissimi per hobby.
Questo sondaggio, di per sé “arido”, nasconde in realtà una faccia molto più complessa. Tanto per fare un esempio: la bicicletta, che in potenza è uno dei mezzi di trasporto privati più efficienti (e lo dimostrano le numerose prove comparative sullo stesso percorso urbano compiuto in bici, in scooter o in autobus, che vedono sempre al primo posto la bicicletta per rapidità di spostamento), viene utilizzata per gli spostamenti casa – lavoro solo dal 6 per cento degli intervistati nel sondaggio. Il 69 per cento considera la bicicletta nel suo aspetto sportivo e agonistico; per il 17 per cento è sinonimo di “tempo libero”.
Fonte:  http://www.greenme.it/

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