La questione sulla quale si punta il dito, tuttavia, non riguarda tanto la diffusione della bicicletta in Italia; quanto il “come” queste possono essere utilizzate. Non c'è niente di peggio dell'essere costretti a zigzagare stretti stretti fra auto e marciapiedi, a causa della mancanza di arterie viabili costruite apposta per rendere la mobilità a pedali più fluida possibile. Eppure, il dato emerso dal sondaggio indica che per 7 italiani su 10 le piste ciclabili sono “gravemente insufficienti”. A dire il vero, gli stessi organizzatori non hanno indicato quante persone siano state intervistate. Ma indicano – e questo deve, in ogni caso, far pensare – che sul campione di pareri richiesti, la presenza di piste ciclabili in Italia viene considerata “buona” solo dall'1 per cento delle persone. Per uno striminzito 4 per cento esse sono
“sufficienti”. Al contrario, la stragrande maggioranza (un 67 per cento del quale non si potrà non tenere conto) ritiene le piste ciclabili italiane “gravemente insufficienti”; un più ottimista 28 per cento, invece, è del parere che sono “Appena sufficienti”.
“sufficienti”. Al contrario, la stragrande maggioranza (un 67 per cento del quale non si potrà non tenere conto) ritiene le piste ciclabili italiane “gravemente insufficienti”; un più ottimista 28 per cento, invece, è del parere che sono “Appena sufficienti”.
Risultato: pochissimi vanno in bici per lavoro; moltissimi per hobby.
Questo sondaggio, di per sé “arido”, nasconde in realtà una faccia molto più complessa. Tanto per fare un esempio: la bicicletta, che in potenza è uno dei mezzi di trasporto privati più efficienti (e lo dimostrano le numerose prove comparative sullo stesso percorso urbano compiuto in bici, in scooter o in autobus, che vedono sempre al primo posto la bicicletta per rapidità di spostamento), viene utilizzata per gli spostamenti casa – lavoro solo dal 6 per cento degli intervistati nel sondaggio. Il 69 per cento considera la bicicletta nel suo aspetto sportivo e agonistico; per il 17 per cento è sinonimo di “tempo libero”.
Fonte: http://www.greenme.it/
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