Casualmente durante la mia immancabile ricerca passatempo "estivo", mi è capitato tra le mani questo libro dal sapore ironico e con una chiave di lettura del tutto personale ma estremamente reale di questa variegata terra chiamata, appunto, Romagna. E vi assicuro che è stato uno spasso!.
Nelle 144 pagine del saggio "Romagna Mia", Cristiano Cavina cerca di dipingere tramite la lingua personaggi, situazioni, eventi e particolarità che definiscono il suo essere romagnolo a tutto tondo. Un pedigree di confine, quasi montuoso rispetto all'idea che un po' tutti hanno di questa terra fatta di pianura e litorali infiniti, che in una serie di snelli e simpatici capitoli viene esplicitato da Cavina attraverso ritratti di sano teatro popolare. Dalle infinite sfide a Becaccino (Busso, striscio, volo) alle donne (Le belle bastardine) fino ad arrivare alle personalissime classifiche delle migliori discoteche romagnole frequentate si alternano in un pout pourri di situazioni, fatti ed aneddoti di grande carica emotiva. Lo stesso Cavina afferma coma “la Romagna in fin dei conti è più un’invenzione dei suoi abitanti che una precisa espressione geografica: uno stato della mente, insomma, un’isola del carattere.
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