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domenica 9 maggio 2010

Una perla da tutelare

Giro della Romagna 2010
Quale cicloturista non conosce il "Romagna"? ... credo proprio che non esista alcun pedalatore che ignori e non sia a conoscenza che questa manifestazione rappresenta il non-plus-ultra del ciclomondo amatoriale nazionale, ora mai da considerarsi sua parte storica,una pietra miliare di colui che NON corre contro il tempo ma altresi, pedala & gode.
Oggi si è disputata l'ennesima edizione, un successo organizzativo... come sempre, anche se le incertezze di una stagione dal meteo ad alta variabilità, hanno indubbiamente condizionato il numero dei partecipanti (in calo rispetto al 2009) e sommate ad altre problematiche organizzative che la società Baracca ha dovuto affrontare, correndo rapidamente ai ripari, per consentire un eguale standard qualitativo.

Ma ugualmente bravi! a cominciare dall'essere riusciti ad attrarre un popolo di 4.000 pedalatori, provenienti da tutta l'Italia (ed è qui la grande differenza dalle altre manifestazioni equivalenti), che si sono riversati a Lugo, regalando alla nostra città un involontario palcoscenico, una cartolina, un alto valore comunicativo che purtroppo non viene valorizzato ed enfatizzato dalle istituzioni locali nella giusta direzione: si preferisce accontentare tutti e in modo generico, senza un progetto strutturato.
Andiamo avanti.... ugualmente.
Nel merito della manifestazione, il nuovo percorso tracciato (per esigenze di percorribilità) è piaciuto, intendendo ciò come una ventata di novità: una GF cicloturistica non è una "Nove Colli" dove il partecipante osserva solo ed esclusivamente il tempo impiegato, come un parametro di confronto con le edizioni precedenti e perciò è appropriato un percorso stabile.
In una cicloturistica altri sono i valori di osservazione e di giudizio: il panorama territoriale offerto, la qualità dei ristori, la sicurezza, i servizi connessi, e non da meno il percorso, che ripetuto alla lunga degli anni, stanca, annoia.
E' altrettanto vero che variare un percorso è oggi una impresa... in quanto soltanto chi organizza può sapere cosa vuol dire innanzittutto trovare sedi stradali idonee, che siano equilibrati i percorsi nelle varie distanze proposte, ma soprattutto ottenere il "via libera", i permessi di transitabilità, dai vari Comuni che ne hanno competenza territoriale.
Se volessimo fare una critica a questa "perla", si potrebbe sfruttare meglio la piazza d'arrivo, oggi molto dispersiva, insignificante e priva di qualsiasi attrattiva ed inoltre riposizionare il ristoro di Riolo che sicuramente avrà lavorato molto meno rispetto a quello tradizionale di Casola a causa del suo posizionamento decentrato e poco visibile.
Sarebbe altrettanto importante internazionalizzare la manifestazione (consiglio un gemellaggio con una classica come il Giro delle Fiandre), aprendo un canale di discussione con la Regione e gli Enti preposti per promuoverla in tale direzione, spostare la data alla terza settimana di maggio (per un maggiore afflusso turistico presente sulla costa adriatica) e una automazione nella rilevazione dei passaggi.
La cronaca: ore 6,30 la partenza, cielo terso, temperatura più che accettabile.
Non tutti gli Ad Maiora Friends hanno aderito al nostro invito del percorso GFondo, chi non se la sentiva, chi era postumo da malanni stagionali, chi ha preferito altro o altri, comunque dopo i 20 km iniziali la prima salita dei Tre Monti ha chiarito ogni dubbio... e ci siamo ritrovati in 8 in mezzo a quel fiume di ciclisti in preda a raptus agonistici; compatti e con occhio attento, ora mai abituato, siamo scesi dal Bergullo e poi, senza tragua, su per l'ostico Mazzolano.
Da Riolo a Palazzuolo ci siamo poi "infilati" in uno dei tanti grupponi che sfilano imperterriti a buona velocità e incuranti del  vento sostenuto e contrario; da un lato sono una manna ma dall'altro ti tirano nel collo ad una andatura fast che non è la nostra, ma oggi siamo disposti a tutto, ci immoliamo al sacrificio, pur di concludere bene questa GFondo.
Finalmente la Sambuca, 10 km dallo stile dolomitico, una anomalia nel panorama delle salite del nostro Appennino, ma per è affascinante.... per quanto non finisce mai, soprattutto nella sua parte conclusiva e i suoi ampi tornati.
La vetta, oggi, è avvolta nelle nubi, segno premonitore che dal valico della Sambuca al ristoro posizionato, come sempre, dopo la "Buca" sarà un patema pedalare, sia per la bassa temperatura (8°) che per il vento gelido contrario: ed infatti è così!
Al punto di ristoro una abbuffata di calorie, dolci, una deliziosa torta di riso... ci infiliamo tutti gli indumenti protettivi che ci siamo preventivamente portati appresso + una fodera fatta con un foglio di un quotidiano (metodo ora mai arcaico ma pur sempre efficace).
Sempre lunga la discesa verso Marradi, il fondo stradale è stranamente accettabile.
Da S. Adriano inizia la penultima salita del Torretto (noi la chiamiamo così) 4 km finalmente al sole e al ritrovato buon umore del gruppo... si cazzeggia; la temperatura si è innalzata a 25°, ora si pedala con gusto.
La Collina, the last climb, è lunga solo 2,7 km, ma a questo punto con 120 km nelle gambe diventa interminabile e faticosa, solo il ristoro posto sulla cima ci regala una piccolo momento di relax, utile per rigenerare le nostre stanche membra. Da Tredozio, a Modigliana, a Faenza, a Lugo, ci siamo voluti ulteriormente "bastonare", alzando il ritmo di pedalata per una media di oltre i 40 km/h (vento a favore). Ma grazie a ciò alle 13,55 siamo giunti a Lugo.
Solo un lauto e succolento pasta-party (ottimo il ragù) ci ha reso consapevoli di essere veramente arrivati, stanchi ma soddisfatti.

9 maggio / 172 km percorsi / 2.250 mt dislivello / Tempo di pedalata 6.55 ore / Media 24,5
Temperatura rilevata a Passo Colla 8° - Tredozio 25°
Salite: Tre Monti - Mazzolano - Sambuca - Beccuggiano - Collina
Partecipanti n°8

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