Al visitatore che raggiunge questi luoghi, risalendo le irte e selvagge valli dell’alta Romagna, o il corso del fiume Arno lungo lo storico e ricco d’arte fondovalle casentinese, oppure l’imponente valle del torrente Falterona nel versante fiorentino, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi offre un’emozione unica e un’esperienza indimenticabile: scoprire una fra le foreste più antiche d’Europa. Foreste imponenti, ricche di boschi misti ricoprono infatti quasi tutto il territorio del Parco, al punto che lo si potrebbe attraversare in tutta la sua estensione senza mai uscire dal lussureggiante e rigoglioso manto verde che lo avvolge. Foreste millenarie, testimoni del continuo evolversi della natura e impregnate di storia, dove il rapporto con l’uomo ha radici lontane nel tempo e ben documentate fin dal 1012, allorquando San Romualdo diede vita all’Ordine dei Monaci Camaldolesi, che per secoli saranno custodi e gestori di questo patrimonio. Foreste rigogliose e prodighe di sostentamento e ricovero per tante piccole e grandi comunità, dalle quali si è tratto il pregiato legname per le impalcature di opere monumentali come il gigantesco Duomo di Firenze, o le travi lunghe e dritte per costruire le navi della flotta pisana. Foreste accoglienti, che ai nostri giorni permettono ai visitatori di vivere sensazioni vive e profonde; affascinanti nei loro colori, con tutte le tonalità del verde che in autunno esplodono in suggestive macchie di colore ambrate e rossastre; cariche di meditativi silenzi che in un attimo si possono trasformare in stupefacenti rumori, regalando l’occasione di avvistamenti e incontri da raccontare.
La perla del Parco: Sasso Fratino
Nel cuore del suo territorio, come una lucente perla, il Parco racchiude un tesoro prezioso: la Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino. Questo tratto di rigogliosa foresta, aggrappato alla scoscesa parte centrale del bastione che dà vita a due importanti rami del Bidente, ricco di fossi e torrenti, è quanto oggi di più vicino "all'antica silva”. Una morfologia aspra, con ripide pendenze e numerosi affioramenti rocciosi, e la mancanza di vie di accesso hanno reso nei secoli difficile la penetrazione dell’uomo e hanno permesso al bosco di rimanere nella condizione più prossima alla massima “naturalità”, con un’eccezionale ricchezza di specie arboree che in piena libertà nascono, crescono, si adattano e naturalmente muoiono. Un luogo incantato e così fondamentale per capire e studiare la “vita” dei boschi, che sin dal 1959 lo si è voluto salvaguardare, precludendo a chiunque il libero accesso e ogni forma di intervento, con l’istituzione della prima Riserva Naturale Integrale in Italia. Dal 1985 la Riserva viene insignita, con cadenza quinquennale, del Diploma Europeo delle Aree Protette.
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