Ottimo dilettante, capace di distinguersi sul passo ed a
proprio agio anche in salita, riuscì a passare professionista molto presto,
alla fine del 1961, al Trofeo Baracchi, dove in coppia col coetaneo Giacomo
Fornoni, campione olimpico nella 100
km a squadre, fu autore di una prova maiuscola: i due
finirono secondi, ad oltre 47 di media, dietro la coppia Baldini-Velly.
Dopo una grigia stagione in seno alla Molteni nel 1962, passò
alla Salvarani l'anno successivo, voluto proprio dal "nocchiero" di
quella celebre formazione: l'imolese Luciano Pezzi. L'esordio di Battista con
la nuova maglia fu subito degno del botto, in quanto colse la vittoria
nell'allora classica Sassari Cagliari. Anche il resto della stagione fu
positivo in quanto ricco di buoni piazzamenti. Di nota il suo 2° posto nella
tappa di Gorizia al Giro d'Italia, a pochi secondi dal vincitore Vendramino
Bariviera. Nel 1964, con l'arrivo di Adorni in seno alla Salvarani, Babini
assunse il ruolo di ottima pedina di squadra, continuando a cogliere, in
qualche giornata di libertà, significativi piazzamenti, come ad esempio nella
tappa di Orleans, al Tour de France, dove fu bruciato allo sprint dall'ex
iridato Jean Stablinski. In quel Tour, Battista, fu più che discreto anche nel
piazzamento finale: 25°. Nel '65, dopo aver chiuso con la solita capacità nel
gioco di squadra il Giro d'Italia, mentre si apprestava a partecipare al Tour,
fu colto da un attacco di paratifo che lo bloccò e al suo posto la Salvarani
schierò Felice Gimondi che poi vinse la "Grande Boucle "!
Babini, dopo il problema fisico che gli impedì quella importante
partecipazione, non ritrovò più il colpo di pedale di un tempo e, nel 1966, a soli ventisette
anni, abbandonò l'attività agonistica.
Ma ora invitato d'onore a Parigi tra gli eroi della Gran B0ucle. Grande Battistone!!!
Fonte: www.museociclismo.it
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