La
Riserva protegge una parte della dorsale appenninica compresa tra Badia Tedalda
e Sansepolcro, conosciuta con il nome di Alpe della Luna. Questa lunga dorsale
comprende una serie di rilievi ad andamento nord-ovest sud-est, culminanti con
il Monte dei Frati (m 1.453) e con il Monte Maggiore (1.384 m ), che segnano
rispettivamente il confine occidentale e orientale dell’area protetta. Insieme
al Monte Sodo Pulito (1.225
m ), sua naturale prosecuzione verso sud-est, l’Alpe
della Luna fa da spartiacque tra l’alta valle del Tevere, nel versante
tirrenico, e quella del fiume Marecchia, nel versante adriatico. L’area, in
buona parte di proprietà pubblica, è confinante con l’omonima Oasi di
Protezione faunistica, che amplia in modo consistente il territorio destinato
alla conservazione delle specie animali. Dai
pendii settentrionali della dorsale si origina il torrente Presalino, affluente
del Presale, che si getta nel fiume Marecchia poco dopo aver attraversato il
paese di Badia Tedalda. Il versante meridionale è invece solcato dagli affluenti
del torrente Afra e dal Fosso di Stianta, tributari del Tevere. Il Fosso di
Moscheto, uno degli affluenti dell’Afra, segna il confine meridionale della
Riserva. L’area protetta racchiude un territorio prevalentemente boscato, nel
quale si susseguono cerrete, faggete e interessanti boschi misti.
Caratterizzano il paesaggio anche alcune aree prative, punteggiate da piccoli
insediamenti storici come Monterano e Montelabreve, quest’ultimo esistente già
nel XIII sec., a cui si aggiungono numerosi sparsi edifici rurali,
testimonianze di un passato in cui l’Alpe era senz’altro molto più affollata di
oggi. La Spinella, Montagna, Pian della Capanna e altri edifici oggi
inghiottiti dalla vegetazione sono stati protagonisti della lotta partigiana,
fungendo da luoghi di rifugio e di ritrovo. Oggi, percorrendo il crinale e le
radure che si aprono nella zona di Monterano, la vista spazia sul territorio di
Badia Tedalda e su buona parte della Valmarecchia, dal Montebotolino fino alle
inconfondibili sagome del Sasso di Simone e del Simoncello.
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