Sabato 13 febbraio.
Il Grande Spirito, l'essenza spirituale che risiede in tutte le cose che esistono, si è mostrato, ma soltanto per chi ha occhi per vedere: ecco cosa direbbero gli indiani Lakota se avessero avuto modo anch’essi di sublimarsi, mente e corpo, nel percorrere l’odierna salita programmata.
Un estasi di paesaggi imbiancati dalla lontana Carpegna fino al Cimone, luci e colori nuovi, inediti…. così si è presentato il mitico Trebbio a noi, escursionisti domenicali ma pur sempre assetati di emozioni.
La giornata era di quelle ideali, serena, limpida e con una temperatura accettabile (considerando questo inverno come uno dei più rigidi negli ultimi 15 anni) e pertanto abbiamo deciso di “allungare” (termine ciclistico) partendo da Boncellino, inutile ritrovo per fantacicloturisti, fino a Casone in un interminabile e noioso percorso: Villafranca, Forlì, Castrocaro, Dovadola, qualche chiacchera e tanto cazzeggio per sollevare gli animi negli oltre
E poi…. si è aperto il sipario…. lo spettacolo è servito!!!
Il Trebbio è indubbiamente una salita ostica soprattutto se affrontata in questo periodo di fuoriforma ma pur sempre piacevolissima nei suoi
Ma chi lo conosce…. non lo evita (come si potrebbe pensare) anzi !!! lo affronta nel modo e nella maniera più consona al suo stato di preparazione se si vuole gustare a pieno tutte le prelibatezze visive che ci dona.
L’ultimo chilometro è un paradiso bianco, per l’alto innevamento (
Non mangiamo per alimentarci ma per gustare.
Qualche tratto ancora innevato ci ha consigliato di optare per la discesa in direzione di Modigliana, esposta al sole, invece che percorrere il tratto più selvaggio della Samoggia. Scelta appropriata anche perché le gambe incominciavano a perdere energia e quindi meglio non rischiare oltre.
Da segnalare le performance di “puledro Omer” il Redivivo “Pyron”, il sempreverde "Berta" e tutti gli altri splendidi compagni di questo splendido sabato invernale.
Km percorsi 105 / Media 24 km/H / Dislivello 695 mt
Nessun commento:
Posta un commento