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mercoledì 28 aprile 2010

PIEVE DI S. DONATO IN POLENTA

Ricordata per la prima volta in una pergamena del 24 luglio 911, l'umile chiesa romanica di Polenta ha raggiunto fama nazionale grazie a Giosuè Carducci e all'ode "La Chiesa di Polenta", in cui il Poeta ricorda l'ospitalità ricevuta da Dante Alighieri da parte di Guido Da Polenta ("forse qui Dante inginocchiossi?"). Raccontano di questo episodio anche gli stemmi di città posti sulla parete dell'adiacente canonica e i raduni che ogni anno vi si svolgono: sul sagrato, dove un'erma ricorda il Carducci, nei mesi di maggio e settembre professori e letterati di prestigio si alternano nella lettura e commento della Divina Commedia. Il secondo sabato di settembre si ripete invece il raduno carducciano.
La pieve si presenta a forma di basilica con travature scoperte. Le colonne, presumibilmente di origine longobarda, sono grosse e rotonde a strati di mattoni e pietra locale, con capitelli molto originali. L'altare maggiore presenta un raffinato palio di marmo, ornato di croce latina e bassorielievi, di provenienza greca (del VII sec., restaurato nel 1960). Pregevole anche la cripta, divisa in tre serie di volte da semplici colonne; era rimasta a lungo interrata ed è stata recuperata dal restauro del 1960. Oltre ai motivi storico-artistici la pieve, posta lungo una strada costeggiata da cipressi, è avvolta da un'atmosfera romantica e, salendo un poco lungo la Via Crucis, si gode una magnifica prospettiva sulla pianura sottostante.

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