Con tutte le incognite, derivanti dagli obbligati cambi di percorso e dalla nuova data di svolgimento, si è svolta ieri, l'edizione 2010 di questa classica GF AVIS Faenza appartenente al Circuito Romagnolo, in tutta la sua "volontà di farcela" che contraddistingue da tempo un indirizzo intrapreso da parte della società organizzatrice.
E' evidente che quando si giudica si ha come metro l'eccellenza, ma è altrettanto importante evidenziare alcuni aspetti affinchè chi ascolta con atteggiamento critic, può senza dubbio apportare miglioramenti in futuro.
Sul percorso, purtroppo, le critiche sarebbero troppo facili, soprattutto sulla parte conclusiva (discesa S. Martino in Monte / Tratto Sarna - Errano), ma è noto che sono scelte obbligate da permessi & C; mentre non è comprensibile collocare il primo ristoro e quindi quello di maggiore afflusso in una area adiacente ad una curva ampia e veloce come quella della SS che da Dovadola porta a Rocca S.Cassiano: una scelta errata!!! anche perchè è dato di fatto l'intrinseca maleducazione del cicloturista in generis, che fottendose altamente del traffico in transito, occupava liberamente una mezza carreggiata, gennerando una pericolosità diffusa. La causa di ciò è da riscontrarsi anche nelle dimensioni troppo esigue dell'area prescelta che certo non poteva assorbire il flusso delle centinaia di cicloturisti in arrivo a blocchi, della troppo contenuta area ristorazione (fronte) e la non differenziazione, in almeno due punti opposti tra loro, del servizio idrico.
Sulla qualità dei ristori NIENTE da dire, variegata offerta dal dolce al salato.
La segnaletica è stata ben distribuita ma è poco leggibile da lontano a causa delle piccole dimensioni delle scritte (domanda: "ma è possibile che un Circuito Romagnolo non possa disporre freccie e segnali uniformi e fatti a modo? Probalimente le organizzazioni risparmierebbero qualcosa...), ottimo il servizio di presidio e supporto agli incroci più pericolosi.
Concludo questa mia personale analisi sul PUNTO ARRIVO (in un parcheggio di una mensa), molto insipido, non dice nulla e ancor di più, - niente di niente - di Faenza ...... strano! dovrebbe essere il core-motiv di queste manifestazioni cicloturistiche, che per le loro caratteristiche dovrebbero essere proprio viste (dagli amministratori locali) come le vere cartoline, il biglietto da visita turistico, di ogni cittadina ospitante.
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Venendo invece alla cronaca prettamente cicloturistica, gli Ad Maiora Friends si sono presentati numerosi alla nostra convocazione (anche chi in stato malandato...vedi Bru) ma soltanto in 6 abbiamo condiviso l'impresa di percorre l'intero percorso Gf partendo però da Lugo (182 km) e vi assicuro che non è stata così impossibile anzi vi confesso che ora sono tentato di iscrivermi alla Randonnèe di domenica prossima di 300 km.
Comunque... Faenza, Monte Carla, Modigliana e Trebbio... il mitico Trebbio, lo spauracchio per le sue punte iniziali a base di un 15% di pendenza, ma che per il cicloturista dei giorni nostri, che si allena tutto l'anno e sempre con maggiore intensità, è diventata una salita come tante... ma comunque sempre bella.
Il ritrovo sulla vetta, come sempre, e poi giù per questa interminabile e fredda discesa; la giornata non è delle migliori, sembra autunnale per quelle nebbie e nuvole che avvolgono le colline: maledizione arriverà primo o poi il caldo!
Ci fa compagnia quest'oggi anche il Geom. Tino che di solito ci snobba preferendo percorsi baby (a suo modo più allenanti) ma che in verità gli consentono di mettere -i-piedi-sotto-la- tavola- a mezzogiorno.
La strada che porta fino a San Benedetto è interminabile ma è altrettanto molto panoramica, soprattutto lasciato il borgo di Bocconi, il traffico è scarso consentendoci di pedalare affiancati per scambiare qualche chiacchera che lenisce la fatica.
La salita del Peschiera è una opera d'arte, anche quest'oggi avvolta in queste tinte non proprie della primavera avanzata, si pedala senza strappi e compatti: che meraviglia.
Sulla sommità posta 930 mt di altitudine un vento tagliente ci induce ad indossare il giubbino antivento anche soltanto per affrontare la buca che ci porterà fino sul Passo dell'Eremo e dove ritroveremo l'agognato primo ristoro.
A Marradi fa la sua presenza il sole, cambia la temperatura e anche il nostro umore.
Lo Zio (bentrovato) si mette in testa e ci trascina fino a Brisighella a ritmo sostenuto in quel TAGADA' di quei miciadiali su e giu; ogni tanto dalle retrovie si sente un urlo per rallentare il ritmo e risvegliare lo Zio sprofondato in uno stato di coma agonistico (che fortuna che oggi Omer non era dei nostri, sarebbe stata una ecatombe!).
A Brisighella l'ultima scesa della Cottignola e qui ci sarebbe da raccontare molto... soprattutto su colui che, abbandonando con un impetuoso scatto il gruppo, ha apostrofato " ci vediamo in cima..." e poi invece l'incontro è avvenuto molto prima..., ma è forse meglio sorvolare e sorridere, così come abbiamo fatto per ogni chilometro pedalato insieme.
A Brisighella l'ultima scesa della Cottignola e qui ci sarebbe da raccontare molto... soprattutto su colui che, abbandonando con un impetuoso scatto il gruppo, ha apostrofato " ci vediamo in cima..." e poi invece l'incontro è avvenuto molto prima..., ma è forse meglio sorvolare e sorridere, così come abbiamo fatto per ogni chilometro pedalato insieme.
Grazie amici e Ad Maiora a voi.
25 aprile / 155 km percorsi / 2.160 mt dislivello / Tempo di pedalata 7.20 ore Temperatura rilevata a San Benedetto in alpe 13°
Salite: Monte Carla, Trebbio, Peschiera, Passo dell'Eremo, Cottignola.
Partecipanti n°17
25 aprile / 155 km percorsi / 2.160 mt dislivello / Tempo di pedalata 7.20 ore Temperatura rilevata a San Benedetto in alpe 13°
Salite: Monte Carla, Trebbio, Peschiera, Passo dell'Eremo, Cottignola.
Partecipanti n°17
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