Nel 1057 il sito di Oriolo venne fortificato con un castello voluto dall'Arcivescovo di Ravenna. Alla Chiesa di Ravenna appartenne formalmente con discontinuità fino al 1474. Successivamente Carlo II Manfredi acquistò la rocca esistente e la ristrutturò, costruendo la possente torre esagonale "a doppio puntone", unica in Italia, che ancora oggi ammiriamo e che da allora è il simbolo di Oriolo.
Conquistato e saccheggiato da Cesare Borgia, il castello venne restaurato dai Veneziani; nel 1509 la rocca, unitamente alla città di Faenza, divenne definitivo dominio dello Stato Pontificio perdendo importanza militare vera e propria. Fin dal XIV secolo al territorio di Oriolo fu riservata un'ampia autonomia amministrativa che garantì sicurezza e prosperità ai suoi abitanti. Il Comune di Oriolo continuò ad esistere anche sotto il governo pontificio ed ebbe i propri Statuti nel 1518. Il Consiglio del Castello, formato da dodici tra i maggiori possidenti residenti in zona, nominava alcuni pubblici ufficiali e gestiva i proventi delle imposte locali sui terreni, sotto la sorveglianza del castellano nominato dal Consiglio Generale di Faenza.
L'acquisizione di vaste estensioni di terreno da parte del clero cittadino portò alla scomparsa quasi totale dei piccoli coltivatori locali, causando un generale impoverimento della località e la crisi del Comune di Oriolo, che fu soppresso nel 1689.
Nel 1753 la Rocca, ormai in rovina, venne ceduta in enfiteusi a Sebastiano Orioli; nel 1771 passò a Vincenzo Caldesi. Infine nel 1983 attraverso un atto di donazione la Torre, con il parco circostante vasto un paio di ettari, è ritornata di proprietà del Comune di Faenza, ed è stata in parte restaurata.
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