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martedì 31 maggio 2011

Casoni di Romagna

Una ascesa quasi artificiale... dico quasi, perchè tutti gli ampi tornanti sono stati allargati negli anni scorsi per permettere agli autocarri di trasportare i pezzi delle gigantesche pale eoliche che dominano i Casoni di Romagna. E per fortuna sono state rese più ampie le curve, utili anche per dare respiro ai muscoli severamente impegnati ad affrontare questa salita di ben 5,5 km con un dislivello di 343 mt. e una pendenza media del 6.4%. Interamente soleggiata.
Si imbocca dal paese di Bisano sulla SP 7 che porta da Monterenzio al Passo della Raticosa.
Dal versante opposto la salita non è certo da meno... anzi! Lasciando la Valle del Sillaro seguendo le indicazioni Villa di Sassonero, si devono affrontare 2 km severissimi con pendenze che sfiorano il 15%.

lunedì 30 maggio 2011

L'inventore del cicloturismo

In Italia è una figura pressoché sconosciuta, vista anche la scarsa diffusione del cicloturismo, ma Paul de Vivie è una figura notevole nella storia del ciclismo per vari motivi. Innanzitutto per l'essere stato uno dei primi esponenti di una "cultura" ciclistica, in un'epoca in cui la bici era semplicemente un mezzo per spostarsi. E quindi per aver contribuito all'evoluzione tecnica del mezzo ed alla sua pratica. Paul de Vivie nasce in Francia a Pernes-les-Fontaines, nel dipartimento della Vaucluse, in Provenza, il 29 Aprile 1853. Figlio di un nobile della Guascogna, dopo gli studi liceali comincio' a lavorare come intermediario nell'industria della seta. Questo lavoro lo porto' spesso a viaggiare in Inghilterra, dove, all'epoca l'industria ciclistica era molto più sviluppata e votata alla qualità che in Francia. Cio' gli servi' da stimolo per creare uno dei primi "club" di ciclismo francesi: ilClub des cyclistes stéphanois di Saint-Etienne. Una delle città più industriali della Francia dell'epoca e quindi fornite di meccanici ed ingegneri. Il primo articolo dello statuto recitava che il club : "si offriva di dare la possibilità agli aderenti la possibilità di fare in compagnia di altri amatori delle gradevoli escursioni, corse e viaggi". In realtà il concetto di amatore dell'epoca era molto diverso da quello odierno, ed intendeva, sul modello inglese, una concezione piuttosto elitista, per cui ad esempio erano esclusi gli operai. D'altronde il costo di una bicicletta all'epoca segnava già un netto spartiacque sociale. Il costo di una bici da corsa in quegli anni (fine anni '70 dell'ottocento) era di circa 500 franchi. Il salario medio giornaliero di un operaio era di 3,30 franchi. In seguito, sempre stimolato dall'esempio inglese, fu uno dei più attivi fondatori delTouring Club de France (1889). Copiando il modello delCyclist Touring Club britannico. la più antica organizzazione turistica del mondo (fondato nel 1878). De Vivie, sempre più appassionato pedalatore di GrandBi (le antiche bici col ruotone) ed intuendo che la progressiva industrializzazione avrebbe reso più abbordabile l'aquisto delle biciclette si lancio' nella loro produzione, fondando nel 1882 la "manifattura di cicli" a Saint-Etienne dal nome la "Gauloise". Ed in seguito un'altra denominata "Agence Générale Vélocipédique" (AGV). All'inizio importando e rivendendo "Rovers" (il nome bicyclette si imporrà più avanti) da Coventry in Inghilterra e poi costruendo la prima bicyclette francese con la marca la Gauloise. Era finita l'epoca delle bici coi ruotoni anteriori ed iniziata quella delle "Safeties", le bici con le ruote di uguale diametro. Ovvero l'epoca d'oro della bicicletta. 

Memorial Pezzi

E' sempre un piacere pedalare al Memorial Pezzi innanzitutto per il suo scopo benefico e in secondo luogo perchè sono gli unici "imolesi" che mostrano di essere veri cicloturisti quando mappano il percorso, regalandoci nelle sue recenti edizioni uno spettacolo di salite e strade nascoste: alcuni anni fa si percorreva con stupore escursionistico il Peglio ora la Raticosa e i Casoni di Romagna. Bravi!
Bravi anche nell'organizzazione, nei ristori e nell'ospitalità che quel fantastico borgo, quale è Dozza, ci regala tra le mura nobili e dipinte delle strette viuzze ciotolate che portano alla Rocca.
Percorso GFondo: 106 km 1830 mt disl.
Ritrovo: Parcheggio Dozza (BO) ore 7,00
Iscrizioni: a seguito, Piazzale della Rocca Sforzesca.
Arrivo: Dozza, Piazzale Rocca Sforzesca entro le ore 14,00.
Euro 3,50 - Pasta-Party - Pacco gara.

domenica 29 maggio 2011

Un "Topone" da record

Chi non conosce Vittorio Piva, alias "Topone" per gli amici... a Lugo credo in pochissimi; ebbene anche quest'anno ha voluto regalare alla sua città l'ennesima impresa di una "Cento chilometri del Passatore" partendo ieri da Firenze alle ore 15 e giungere dopo circa 25 ore e 116 km percorsi, a Lugo! ... a piedi naturalmente. E' l'unico concorrente ad aver terminato sino al 2007 tutte le edizioni della corsa e noi lo abbiamo immortalato al suo arrivo nel centro della città dove erano pronti ad attenderlo oltre a suoi fans anche le autorità comunali. Ma che fantastico spettacolo, bravo Vittorio!

mercoledì 25 maggio 2011

Non tutti sanno che....

Domenica prossima 29 maggio è in programmazione la tredicesima edizione della Gfondo cicloturistica  "Città di Lugo" organizzata dagli amici del Pedale Bianconero: è un evento di rilievo per i pedalatori senza tempo in quanto è parte del Circuito Romagnolo e della neo-nata CT League e per essersi contraddistinta in questi anni in un crescendo di gradimento.
L'edizione 2011 ha in riserbo alcune novità tra cui un nuovo percorso, anzi per la precisione due nuovi... quello GFondo (178 km) e quello Fondo (107 km) sui quattro programmati.
Naturalmente noi andremo ad osservare il percorso "Long-way" e tutte le sue particolarità: partenza alle ore 6,00 dallo storico Pavaglione lughese, lasciando la cittadina in direzione Faenza. Superati i Monti Coralli (km 1,2), Tebano, Villa Vezzano, si scende a Riolo Terme per salire al Colle del Mazzolano (Km 2,1) e arrampicarsi, dopo la conseguente discesa, allo strappo di Bergullo; si scende di nuovo in direzione Imola fino al Circuito automobilistico e seguendo la strada che lo costeggia sul lato superiore si giunge al 1° Ristoro.
Si prosegue per la stessa via per imboccare dal ghiandolino la seconda ascesa del Toranello (Via Sabbioni km 3,9) una panoramica salita di cui solamente i primi 500 mt sono impegnativi con unamedia di pendenza dell'11% poi si stende in un piacevole sali e scendi interminabile e panoramico che si conclude dopo circa 8 km con la vertiginosa picchiata della Gallisterna. Ora proseguiamo sulla SS 306 oltrepassando Borgo Rivola e giungere dopo 8 km al bivio che ci porterà al Passo del Prugno (536 mt / 5,5 km) che segna anche il confine tra la provincia di Bologna e quella di Ravenna; sulla vetta ci attende il corroborante secondo Ristoro.
A Fontanelice si svolta in direzione Firenzuola percorrendo la SP 610 che attraversa in successione Castel del Rio, la frazione di Valsalva e giungere a Coniale (vedi grafico): un tratto di 18 km da non sottovalutare con i suoi rilanci, strappetti & C. e il chilometro della Valsalva. Si fa tosta! ora ci attende la Cima Coppi della manifestazione e cioè il Passo del Paretaio che con i suoi 900 mt di altitudine e i 10 km di salita assolata, può creare qualche difficoltà anche al ciclista più allenato (fontana a inizio ascesa) che sulla vetta può ristorarsi al 3° punto predisposto.
La discesa verso Palazzuolo è veloce e ben asfaltata, le gambe si possono concedere momenti importanti di relax che sono da cogliere e gestire in quanto siamo solamente a circa metà percorso; al paese fiorentino si inverte la rotta direzionando il mezzo verso la pianura e Casola Valsenio che dista 17 km: dal centro si attraversa il Fiume Senio e su per la sesta salita programmata, quella del Monte Albano (412 mt / 4,5 km) e giungere al borgo di Zattaglia e al 4° Ristoro. Non è finita, anzi! ci attende la "chicca" conclusiva, l'ultima fatica che giustifica una impresa, la salita della Bitella (406 mt/ 3,2 km) ... corta, ma maledetta con le sue impennate che giungono spesso in doppia cifra e gli indimenticabili due tornati conclusivi da affrontare "on dance" sui pedali: che spettacolo.!
Le forze sono al limite nel giungere sulla Croce di Rontana (Timbro + Ristoro Idrico) e indirizzarci verso Lugo, verso l'arrivo.... verso casa!

martedì 24 maggio 2011

Dozza, città d'arte

Il centro storico di Dozza, con la caratteristica forma a fuso, è posto sul crinale di una collina che domina la valle del Sellustra e digrada dolcemente verso la via Emilia.
L'integrità dell'originale tessuto edilizio risalente al medioevo è rimasta salvaguardata, immune da interventi stridenti e la stretta simbiosi tra l'imponente rocca all'apice del paese e il sottostante insediamento residenziale, che segue il tracciato delle antiche mura, comunicano immediatamente l'armonia tra natura e intervento dell'uomo. Ancora oggi il borgo è percorso da due strade parallele che dalla porta d'ingresso terminano nello spiazzo della Rocca. Si accede al borgo da una porta ad arco del 1614, aperta nel Rivellino, opera di difesa tre-quattrocentesca a pianta rotonda e ora parzialmente interrata, insieme all'intero ponte levatoio. L'arte si fa paesaggio urbano ed arreda i muri delle case, le strade e le piazze, dando luce ad ogni angolo ed aprendo suggestioni improvvise. Anche questo è Dozza. Per la precisione èla Biennale d'arte del "Muro Dipinto", singolare manifestazione settembrina di pittura sui muri delle case, nel corso della quale gli artisti dipingono "dal vivo", davanti al pubblico. La prima edizione fu organizzata dalla Pro Loco nel 1960, da un'idea di Tommaso Seragnoli e grazie alla collaborazione di altri cittadini dozzesi quali Fernando Baroncini, Ennio Sangiorgi, Gino Gardi, Mario Guermandi e Gino Nereidi. Da allora la manifestazione si è sempre più qualificata divenendo biennale d'arte moderna, nobilitata dalla partecipazione di importanti maestri della pittura, fra i quali Matta, Saetti, Sassu, Licata, Purificato, Brindisi, Sughi, Schweizer, Zancanaro, Frasnedi, Gagliardi, Mascellani e Zigaine.
Il "Muro Dipinto" lasciò infatti, ben presto, la formula dell'estemporanea indiscriminata e fu una delle prime rassegne italiane ad abolire premi e graduatorie per puntare al primato dell'artista rispetto alle tentazioni egemoniche della critica. Sono stati oltre 200 gli artisti che hanno preso parte alle 18 edizioni fin qui svolte, trasformando il borgo medievale in un vero e proprio museo a cielo aperto, con oltre 90 affreschi ad impreziosire le facciate delle case. Da qualche anno vengono effettuate anche sessioni di restauro delle opere per garantirne la migliore conservazione. Un'edizione speciale del "Muro Dipinto" si è svolta nel 2000, nell'ambito di "Bologna capitale europea della Cultura". Alcuni "strappi" degli affreschi sono conservati nella Pinacoteca, allestita all'interno della Rocca.
Fonte: www.sitai.provincia.bologna.it

lunedì 23 maggio 2011

Ciclovia ALPEN ADRIA doc

Avevamo già scritto qualcosa sulla fantastica ciclabile Alpen Adria costruita sulla linea ferroviaria dismessa che da Grado porterebbe fino a Salisburgo attraversando il Friuli e l'Austria e che nel Tour estivo ADM "Alpi Giulie" avremo modo di percorrere. Buone notizie in quanto il tratto Pontebba - Dogna è stato completamente asfaltato e quindi esclusivamente transitabile dalla biciclette. Nel web ho trovato questo recente filmato proprio sulla ciclabile... guardate che roba!

Che impresa, ma.....

Che impresa! ma quanto è stata dura conquistare questo Brevetto Calderaro 2011. Questa è la sintesi dell'appuntamento di ieri in quel di Castel San Pietro, una giornata spettacolare all'insegna del vero spirito cicloturistico Ad Maiora, quelle che non si dimenticano facilmente perchè da conquistare con tutta la grinta disponibile, l'esperienza, e con un gran "cuore". Evviva!.
La temperatura ideale alla partenza mattutina con un aria quasi "friccicorina", ci ha spronato immediatamente a scalare con una allegra pedalata il Cerere, la prima delle quattro salite previste, poi la discesa vertiginosa dal versante di Palesio, il passaggio offroad sul tratto sterrato fino a Ozzano, la risalita della valle dell'Idice fino quasi a Monterenzio, la panoramica ascesa del versante Monte Armato, la discesa dal Monte Cerere, il ritorno a Castel S.Pietro per salire nuovamente per Liano al Calderaro, la discesa dal Monte Armato, il passaggio veloce fino a Ozzano ed infine l'ultima, agognata, terribile "scalata" dal versante di Palesio dove abbiamo dato a fondo le nostre ultime energie per "sverniciarlo": per non dimenticarci a conclusione, la discesa fino a Castel S.Pietro transitando da Liano, con le sue due corte risalite ma che in quel momento ci sono sembrate uno"Stelvio".
Sarà stato il caldo eccessivo che nelle ore centrali è stato deleterio rendendo molli le nostre gambe, sarà stato il nuovo percorso disegnato con una programmazione delle salite-discese differente rispetto alla scorsa edizione, sarà stata la variante "bucolica" di S. Pietro... insomma è stato quello che volevamo che fosse e cioè "una bella soddisfazione avercela fatta".
I conti sono presto fatti, 135 km percorsi con 2.515 mt di dislivello... lasciamo stare la media.... ma le ore effettive di pedalata sono state 7h + 4 min.
Quindici i partecipanti, ma solo dieci si sono BREVETTATI:
Nigrini Angelita, Gualtieri Roberta, Baroncini Vilma, Piatesi G. Luca, Ancarani G.Luca, Brignani Antonio, Burzatta Alfredo, Nuti Sergio, Morozzi Fabio, Brignani P. Luigi, ma una lode anche per coloro che hanno partecipato a questa nostra iniziativa senza completare tutto il percorso.

giovedì 19 maggio 2011

Calderaro versante Liano

Quello di Liano è il versante più conosciuto e più frequentato dai cicloturisti in genere sia per il facile accesso provenendo dalla pianura e precisamente con inizio dalla splendida cittadina di Castel S. Pietro, ma anche perchè è abbordabile per le sue pendenze a portata di cicloturista.
E' anche la più lunga... su uno sviluppo di 12 km ma è bene spiegare che tale ascesa è composta da tre tratti in salita intervallati da due che discendono e pertanto danno la possibilità di rifiatare.
Spettacolare è il tratto che lambisce un calanco che ci regala una vista particolare di un grigio e unico panorama collinare fatto di guglie sabbiose, quelle che compongono queste creste appenniniche. Percorso interamente soleggiato.

La Via Flaminia minore

Sul crinale fra l'Idice e il Quaderna e poi, più a sud, il Sillaro, con inizio sulla via Emilia presso il ponte dell'ldice, correva nel Medioevo una strada che si dirigeva verso il Mugello orientale e la val di Sieve, per giungere, da un lato, a Firenze, oppure, dall'altro, ad Arezzo, comunemente chiamata nei documenti medievali Fiamenga o Flamegna o simili. Questo nome così particolare, dotato di una persistenza secolare, dal momento che lo si ritrova dal 1105 fino al catasto del 1924 in vari punti del crinale, ha fatto pensare che si trattasse della via che ereditava percorso e funzione della strada romana tracciata fra Bologna e Arezzo dal console Gaio Flaminio nel 187 a.C.1 , nello stesso anno in cui il suo collega al consolato Marco Emilio Lepido tracciava quella che si chiamerà poi e fino ad oggi via Emilia.
Nel Medioevo questa strada fu costellata di fondazioni religiose che svolgevano attività di cura e di assistenza ai viandanti, a cominciare dall'ospedale di S. Giacomo dell'ldice, ricordato fin dall'inizio del XII secolo e ancora esistente come abitazione privata, ma che reca ben

Calderaro versante Monte Cerere

Lungo la SP 21 del Sillaro che porta da Castel S. Pietro a Sassoleone, passato il borgo di San Martino in Pedriolo si incrocia sul lato destro la Via Monte Cerere: qui ha inizio la nostra salita al Calderaro.
E' una bella sfida con il versante di Palesio per aggiudicarsi il titolo quale ascesa al Monte Calderaro maggiormente impegnativa: senza dubbio il Monte Cerere non è così  arido come l'altro versante che è collocato al confine del Parco dei Gessi Bolognesi, ma è piacevolemente ombreggiato e si caratterizza per la sua asprezza (9% media) concentrata nel tratto dei 4 km centrali e per la stretta carreggiata assai impegnativa e tortuosa, che ci conduce fino al punto più alto (575 mt) del Monte Grande. L'analisi tecnica della salita si riassume quindi nello sviluppo di 9,1 km su un dislivello di 431 mt.

.... da non perdere: Varignana

Questa località, situata sopra un colle, ad una altezza di 194 metri s. l. m. dista circa tre chilometri dalla Via Emilia, e circa nove chilometri dal capoluogo.
E' sicuramente preesistente alla nascita di Castel San Pietro e viene già citata in documenti della città di Bologna nel 1136.
Nel maggio 1297 il suo castello fu preso da Maghinardo da Susinana, alleato dei ferraresi, nel 1350 da Astorgio di Durafort, Conte di Romagna, nel 1360 da Bernabò Visconti, a cui fu tolto il 28 settembre da Galeotto e Malesta. Tornata in mano ai Visconti, Varignana fu ancora ripresa dal Card. Albornoz. Non riuscirono ad espugnare Varignana gli inglesi assoldati dal Papa nel 1376, ma riuscirono a conquistarla Alberico da Barbiano nel giugno 1401, le truppe pontificie nel 1428, il Duca Valentino nel 1501, le truppe di Papa Giulio II nel 1506.
Varignana vanta un clima salubre e ventilato, oggi come un tempo, tanto che l'anti Papa Giovanni XXIII, fuggito da Bologna dove infuriava la peste, divise il suo soggiorno per due mesi, nell'autunno del 1410 fra Castel S. Pietro e Varignana.

mercoledì 18 maggio 2011

Castel S. Pietro città slow

PERCHE' E' UNA CITTA' SLOW?
…Perché è bello esserlo! Potrebbe bastare questa semplice risposta alla domanda che ci siamo sentiti porre più volte. Siamo molto contenti di appartenere al movimento delle Città Slow, la “Rete internazionale delle città del buon vivere”, perché crediamo a questa filosofie e perché è il vestito migliore per una città come Castel San Pietro Terme, unica nella Provincia di Bologna.
La scelta di diventare Città Slow viene fatta sia in funzione di migliorare la qualità della vita dei propri abitanti, sia per attrarre nuovi visitatori. Siamo stati certificati Città Slow il 18 marzo 2005 ed i dati dei flussi turistici e delle presenze alberghiere evidenziano un aumento dal 2004 al 2006, segnale che, come in altre Città Slow italiane, la qualità della vita, lo stile di vita a Castel San Pietro Terme è tra il buono e l’ottimo. Un giudizio espresso da chi arriva in città per visitare lo stabilimento termale, per giocare a golf, per disporre dell’attrezzato

Calderaro versante Monte Armato

E' il "lato nascosto" del Calderaro o almeno è l'ascesa meno battuta e conosciuta dai cicloturisti ravennati forse perchè troppo distante l'imbocco da Casella di Monte Armato, piccola frazione di Monterenzio.
Una ascesa che si sviluppa su 11 km ma anche se con i quattro centrali di facile interpretazione; la prima parte è subito impegnativa e si inizia con la scalata al Monte Armato con strappi superiori al 10% di pendenza, poi si prosegue in agilità fino a Cà del Vento (km 8). Si scende e si riprende quota lungo una cresta che domina dall'alto il Parco dei Gessi Bolognesi e dei calanchi dell'Abadessa. A Farneto la strada ricomincia a fare sul serio per gli ultimi chilometri e con pendenze rilevanti. Entrati nel bosco di Monte Grande si ridiscende nuovamente, oltrepassando il bivio Monte Cerere, per giungere al Calderaro climb-point.

martedì 17 maggio 2011

Road-Book Brevetto

Nel menù orizzontale del blog, alla voce PRIMO PIANO, si può visualizzare, scaricare o semplicemente stampare (da portarsi appresso) il documento ROAD-BOOK del Brevetto: potrete così disporre della mappatura descrittiva del percorso 2011 corredato per ogni track point di altimetria e distanza chilometrica. Questa utility rende indipendenti coloro che vogliono interpretare il Brevetto Calderaro ad un ritmo proprio, senza perdere troppo tempo con quei pentoloni dei Ad Maiora Friend's.... che non arrivano mai!!!
E all'arrivo ci si autocertifica del risultato ottenuto compilando l'apposita cartolina. Brevetteremo naturalmente chi riuscirà a "sverniciare"tutti i versanti del Calderaro (dalle ore 8,00 alle 15,00) senza mai ripercorrere una identica salita/discesa.
E se qualcuno pensa che questo sia soltanto "cazzeggio".... come si può non dargli torto, in fin dei conti il cicloturismo dovrebbe (dico...dovrebbe) essere un hobby, un passatempo, e pertanto sarebbe veramente preoccupante se il "nostro" Brevetto  fosse esattamente intepretato diversamente: vogliamo soltanto spassarcela sulle nostre specialissime!

Calderaro versante Palesio

E' il versante più breve delle quattro salite che salgono alla vetta del Calderaro, ma senza alcun dubbiu la più tosta in termini di pendenza. Partendo dal piccolo borgo di Palesio ci attendono 6,7 km di cui i primi 2,5 al 8,4%, poi un km di falsopiano che ci porta sotto ad un  terrificante muro di 500 mt la cui punta massima è del 22%!!!!.
Gli ultimi due chilometri si pedalano invece agevolemente fino a giungere sul vetta a quota 515 mt, dove è collocato un ristorante-osteria e dove ci si può ristorare. Non ci sono fontane lungo il percorso.
Nel suo totale questa salita esprime un 6,5% di media altimetrica su un dislivello di 439 mt. Grado di difficoltà 73

lunedì 16 maggio 2011

Una impresa indimenticabile

Ecco l'altimetria del Brevetto: 2.516 mt di dislivello non sono bazzeccole... anzi sono una "impresa" da conquistare con i denti e che soltanto pochi ciclisti "impavidi" potranno esibire come un traguardo raggiunto.

MonteCalderaro

E' la località più elevata del territorio di Castel San Pietro, con i suoi 568 metri s.l.m., e si trova a nove chilometri dal Ponte Quaderna, sulla Via Emilia e a tredici chilometri dal capoluogo. Di questa località si hanno notizie certe già dal 1223, anche se si presume che nella zona fossero presenti insediamenti abitativi già secoli prima. Vi sorgeva una rocca, considerata tra le 74 più importanti del bolognese, che fu danneggiata dalla guerra con i ferraresi e loro alleati nel 1296-97 e che fu espugnata da Baldaccio d'Anghiari nel 1411 e dalle truppe pontificie nel 1506. Montecalderaro, ritenuta una delle località strategiche nell'ambito della Linea Gotica durante la seconda guerra mondiale, fu al centro di lunghi combattimenti, che provocarono danni ingenti e la distruzione quasi completa delle chiese e delle case esistenti, oltre che a tanti lutti tra la popolazione locale.
La chiesa parrocchiale di S.Martino, che si trovava sulla cima del monte (dal quale si gode uno splendido panorama), venne nominata per la prima volta nell'anno 1300, assieme alla chiesa di S.Michele di Montepiano, che probabilmente si trovava a pochi chilometri a nord della frazione (dove si trova un luogo ancora con la stessa denominazione) e poi si fuse con la prima. La chiesa di S.Martino era stata rifatta nel 1699 e fu distrutta completamente, unitamente al suo campanile, dalla guerra: aveva sull'altare maggiore una Madonna col Bambino, circondata da vari santi e, in primo piano, S.Martino e S.Michele del Cavedoni; di buon pregio erano pure i due quadri dei Misteri e all'Angelo Custode. Questo patrimonio è completamente scomparso durante la guerra. Oggi restano le rovine della chiesa, con un arco della navata principale che ancora si staglia verso il cielo e che rappresenta una testimonianza ed un monito contro la guerra e le conseguenze che ne derivano.
A due chilometri a sud est c'è la cima di Monte Cerere (m. 594), sulla quale, fino all'ultima guerra, fu l'antica chiesa plebana di S.Maria, certamente anteriore al mille e nominata in scritti del 1178, sorta forse sopra un tempio pagano, dedicato alla dea Cerere, dal cui nome potrebbe essere derivato il nome al torrente Sillaro, detto ancora Selere nel 1578. Questa chiesa nell'anno 1300 aveva ben 24 chiese dipendenti, tra cui Castel S. Pietro, mentre il 29 agosto 1939 era stata dichiarata parrocchia e ne fu nominato parroco mons. Dante Dallacasa.
Anche in questo caso le vicende belliche hanno creato danni tali che la chiesa non è stata più ricostruita.
Ad un chilometro a nord di Montecalderaro sorge il Santuario della Madonna del Lato, forse così detto perché "a lato" di Monte Calderaro e della strada che congiunge la frazione con Palesio e Varignana. Fu eretto per venerare una immagine della Madonna col Bambino, apparsa ad un contadino in occasione della famosa peste del 1630. Il tempio attuale risale al 1826 e agli anni 1863-68: fu gravemente danneggiato dalla guerra, è fu rifatto negli anni 1948-52. L'immagine venerata nel Santuario fu trafugata con le due preziose corone nel 1907: fu subito sostituita da un'altra, che andò perduta durante la guerra e fu sostituita dall'attuale, realizzata in ceramica di De Ruta di Lucca.

domenica 15 maggio 2011

Brevetto Calderaro 2011

Siamo pronti per l'evento dell'anno.... sempre sperando che il meteo non ci riservi un'altra sorpresa ma ci regali, a compensazione dell'annullamento del Monte Grappa Day, una calda giornata di fine maggio. Rispetto allo scorso anno abbiamo introdotto alcune novità (che nel corso dei prossimi post saranno specificate nei minimi dettagli) per rendere ancora più intrigante questa cavalcata sui pedali:
  • Innanzitutto abbiamo spostato la partenza da Ozzano a Castel San Pietro, perchè è raggiungibile più facilmente, e  in secondo luogo lo Start-Point individuato per la partenza (Parcheggio Viale Terme, di fronte alla Fonte Fegatella) è molto ampio per parcheggiare le autovetture ed è anche corredato di servizi WC.
  • E' stato variato l'ordine delle salite-discese rendendo quindi il tutto come novità anche per coloro che hanno partecipato nella scorsa edizione.
  • Da Palesio-Varignana a Ozzano e ovviamente da Ozzano a Palesio-Varignana non transiteremo sulla Via Emilia ma percorreremo una affascinante strada collinare dal sapore "toscano"... una chicca!
  • Verranno consegnati alla partenza a Castel San Pietro, i Road-Book personali per l'autocertificazione del Brevetto e dell'obiettivo raggiunto.

Fonte Fegatella

La Fonte Fegatella si trova nella città di Castel San Pietro in Viale delle Terme.
I poteri curativi dell'acqua erogata dalla Fonte Fegatella furono scoperti oltre sette secoli fa, nel 1338, quando, si narra, un branco di pecore gravemente ammalate di fegato, bevendo quell'acqua, ritornarono in piena salute. Il fatto fu ancor più significativo in quanto avvenne in presenza di noti luminari universitari, presenti a Castel San Pietro in seguito al trasferimento dell'ateneo bolognese nella cittadina in riva al Sillaro, a causa della scomunica pronunciata dal Papa contro la città di Bologna.
Da allora iniziò la tradizione di attingere acqua a questa fonte per curare gli animali, ma anche l'uomo. In qualche modo l'acqua della fonte fu incanalata per poterne usufruire in maniera sempre migliore. Già in un disegno del 1830 la fonte viene illustrata con una struttura in mattoni lungo il viale delle Terme, che a quel tempo era semplicemente un sentiero di bosco, con una fitta vegetazione.
In una pubblicazione degli anni '30 la fonte si presenta già con un aspetto diverso, con una colonnina ed un bocchettone per l'uscita dell'acqua, ma è solamente negli anni 1950-1954 che assume un aspetto simile all'attuale, grazie all'opera dell'Azienda Autonoma di Cura e Soggiorno e dell'Amministrazione Comunale.
Viene realizzata una struttura in cemento e pietra, con più punti di prelievo d'acqua e la possibilità di sostare per sorseggiare l'acqua fresca della fonte.

venerdì 13 maggio 2011

Monte Grappa ANNULLATO

Sarà una casualità o un probabile malocchio, ma anche quest'anno ci tocca annullare l'appuntamento del Monte Grappa Day previsto per domenica prossima 15 c.m., a causa delle pessime condizioni meteo previste.
Questo il bollettino diffuso: "attenzione, maltempo intenso al nord per il transito di un fronte perturbato dalla Francia con rovesci e temporali diffusi un po' ovunque ma forti o violenti tra est Piemonte, Lombardia e settori centro orientali tutti."
Comunque non desistiamo e lo riprogrammiamo per il mese di luglio

mercoledì 11 maggio 2011

Sullo Stelvio in bicicletta

Quattro amici sullo Stelvio, stanchi, soddisfatti, appoggiati alle loro fide biciclette che li hanno condotti fin lassù, dove volano le aquile. L'urgenza di trasmettere immagini ed emozioni in un libro, di aiutare altri a realizzare il proprio sogno a pedali.
Cosi nasce Ediciclo Editore, che nel 1987 pubblica i primi tre volumi della collana Il Grimpeur (poi diventata "Passi e Valli") dedicata proprio alle salite in bicicletta. Il suo esordio viene salutato dalla stampa in questi termini: "tre volumi che non dovrebbero mancare nella biblioteca di ogni ciclista, e dovrebbero essere presenti nella sede di ogni organizzatore di corse... Tre libri scritti con passione e... sudore. (...) Una fatica che merita un plauso, incondizionato". (Alberto Carobba, Il Gazzettino, 16 aprile 1988). Da allora il percorso della casa editrice e stato tutto in volata: sono nate diverse collane che hanno riscosso il consenso nazionale come quella dedicata alle ciclopiste (Cicloguide) oppure quella dedicata ai reportage di viaggi estremi in bicicletta (Altre Terre). Nel tempo la casa editrice ha conquistato nuovi territori, ha allacciato rapporti di collaborazione con enti e aziende di rilievo e ha stimolato la promozione e diffusione dei propri libri partecipando alle principali fiere e manifestazioni nazionali e internazionali.
Se siete appassionati di salite, le pubblicazioni della casa editrice Ediciclo potranno certamente saziare la voglia di conoscere ed esplorare attraverso informazioni e una serie di dati precisi e descrittivi.
Per saperne di più potete consultare il sito web: www.ediciclo.it   

Monte Grappa ver. Semonzo

Questa salita è in assoluto una delle più belle e difficili delle prealpi e non ha nulla da invidiare alle grandi salite alpine. Non è facile trovare neanche nelle Alpi, infatti, valichi con 1500 m di dislivello e con pendenze medie come questa. La scalata è sempre impegnativa con pochissimi tratti di respiro e, anzi, concentra le difficoltà maggiori nella seconda parte.
La prima parte si svuluppa su 21 tornanti a pendenza constante (8,5% di media) con l'eccezione del 17°, il più duro. Le difficoltà terminano alla galleria di quota 1005 dopo circa 9,5 km. Poi una breve discesa, un tratto di salita più moderata ed un falsopiano portano al pianoro della malga Campo Croce. I cipressi che fiancheggiano la prima parte della salita offrono, solo parzialmente ombra adeguata, mentre la seconda parte della salita corre decisamente allo scoperto. Oltre malga Campo Croce c'è solo malga Cà Mol, 1,5 m più sopra, poi nient'altro fino al rifugio Bassano.
Dopo 700 da Campo Croce inizia la parte più dura, che passa davanti alla Malca Cà Mol e termina, dopo un tornante, a malga le Saline, (2,3 km all'10,8%) Da qui breve tratto in discesa, poi un altro molto duro (700 m all'11%) a cui seguono altri strappi dall'11 al 14% fino all'innesto con la Cadorna a 700 m dal rifugio Bassano.
Lunghezza 18,5    Dislivello 1530 mt    Pendenza media 8,3
Bibliografia: Aldo Maroso - Passi e valli in bicicletta - Prealpi Venete 2 - Ediciclo Editore

martedì 10 maggio 2011

Agganciati al telaio!

I pedali  a sgancio "automatico" che oggi offre il mercato (Look, Shimano, Time, Campagnolo, Matrix, Speedplay, ecc.) rappresentano un vero e proprio balzo in avanti nel progresso tecnologico delle due ruote. Non a caso sono stati adottati - nella totalità - nel mondo delle corse, ove, se è vero che talvolta gli accordi economico - pubblicitari prevalgono su altre considerazioni, resta, tuttavia, fermo il fatto che soluzioni tecniche prive di validità raramente trovano cittadinanza. In altre parole, se questo pedale non avesse una sua piena funzionalità, sarebbe stato rifiutato dopo poco tempo, come è, del resto, accaduto per qualche altro componente. E invece è successo esattamente l'opposto. Al punto che oggi ad essere guardato come un uomo delle caverne è proprio il ciclista che ricorre ancora ai tradizionali cinghietti e fermapiedi. Pedali a sgancio rapido, perché?
Vediamone rapidamente i pregi fondamentali: comodità nella calzata e nello sgancio, senza obbligare il ciclista a chinarsi per allentare i cinghietti; tranquillità, anche per il ciclista meno esperto che può svincolare senza problemi di equilibrio il piede, anche a bassissima andatura; sicurezza dello sgancio in caso di malaugurata caduta: la bici si separa dal ciclista senza coinvolgerlo in conseguenze ancora più disastrose. Ma ci sono anche vantaggi di tipo fisiologico, affatto trascurabili. Come, ad esempio, quello di una migliore circolazione sanguigna nei piedi. Senza la costrizione di un cinghietto e di una gabbietta serrati attorno alle estremità il sangue pulsa più facilmente e questo porta a due conseguenze principali. Entrambe estremamente positive. Una minore stanchezza muscolare, perché l'ossigeno trasportato dal sangue riesce a raggiungere facilmente i distretti più periferici per un ricambio più funzionale; una migliore termoregolazione degli arti. In pochi forse ricordano i fastidiosi formicolii dei piedi cui spesso si andava incontro serrando i cinghietti tradizionali. E altrettanto pochi rammentano la continua necessità di regolarli, serrandoli in previsione di un'azione decisa (in salita, ad esempio) e rilasciandoli in altre occasioni (discesa). E poi il gelo e la sensazione di freddo, talvolta inspiegabili perché la temperatura esterna non era eccessivamente rigida… Sono questi gli inconvenienti che i pedali a sgancio rapido eliminano del tutto. A patto, però di essere abbinati ad un paio di scarpe adatto. Con questo componente, infatti, il ruolo della scarpa diventa ancora più importante. Deve essere adatta alla pianta del piede, ben fasciante, capace di serrare bene il piede senza costringerlo, costruita in materiali che non si deformano oltre certi limiti per effetto dell'uso o in circostanze particolari come la pioggia. A queste condizioni rappresenta un componente che porta reali miglioramenti nell'antichissimo gesto della pedalata.

domenica 8 maggio 2011

Volere è volare

Sono stanco, muscolarmente dolorante, ma pienamente soddisfatto di questa giornata trascorsa, pedalando per le strade del Giro della Romagna; ma credo, sono fermamente convinto, che questa sensazione possa essere condivisa da tutta quella moltitudine di cicloturisti che all'alba era pronta ed agguerrita per conquistare il rispettivo obiettivo.
Le previsioni parlavano chiaro: " la giornata perfetta", cielo sereno e bassa umidità, quindi le condizioni ideali per arrampicarsi sul Passo della Sambuca e toccare il cielo con un dito, spaziando con la vista su tutte le verdi cime dell'Appennino che scendono gradualmente fino alla pianura: che quadro d'autore!.
170 km e 2200 mt di dislivello non sono uno scherzo, ma volere è potere!
E allora un plauso a tutti coloro che in modo arduo hanno affrontato il percorso Gfondo, quelli che senza una preparazione da "granfondisti", hanno voluto gustare il sapore della fatica ciclistica per godersi una salita dall'aspetto alpino, quale è la Sambuca con i suoi tornantoni a mezza costa, l'insidioso svallo al Prato dell'albero, la lunga discesa della Colla con l'ampia vista sulla valle circostante al borgo di Crispino, il soleggiato Beccugiano, l'ombrosa Collina e per concludere il veloce rientro a Lugo reso sempre spumeggiante dei vari gruppi che raccolgono i ciclisti solitari coinvolgendoli nel "rimanere attaccati al treno" mantenendo elevata la velocità di pedalata, forse anche eccessiva per le possibilità fisiche di alcuni.
E quando si giunge all'arrivo, stanchi... stremati dallo sforzo, spesso superiore allo stato di forma personale, allora sorge un sentimento di rilassamento e di soddisfazione per avercela fatta, una sorta di autogratificazione che annulla la fatica: Noi siamo fatti così ed è difficilmente comprensibile dall'esterno il senso di ciò: anzi...
Oggi non abbiamo esclusivamente pedalato, ma volato in alto... con la mente.
Volere è volare!

venerdì 6 maggio 2011

Randonnèe della Romagna

Pedalare per 300 o 400 km con un dislivello rispettivo di 2774 e 3592 mt e per di più in notturna.... non è mica uno scherzo e che solo una ristretta elite di veri amatori del ciclismo-di-durata possono affrontare. E tutto ciò si concretizza nella giornata di domani, 7 maggio, alla Randonnèe che gli amici della Baracca hanno organizzato come manifestazione a corollario del Giro della Romagna: un appuntamento per altro valido come prova di qualificazione della Parigi - Brest.
Quindi se volete vedere la partenza di questi temerari delle due ruote, organizzati di tutto punto con luci e armamentario idoneo per trascorrere sui pedali la fredda notte, l'appuntamento è per sabato alle ore 18,00 presso il Piazzale dello Stadio Comunale di Lugo. Che spettacolo!

giovedì 5 maggio 2011

Giro della Romagna

Ritrovo: alle ore 06,15 Bar Life (in fronte Stazione FS)
Iscrizione Euro 7 – Pre-iscrizione obbligatoria
Consegna del foglio di via entro le ore 16.00 (Piazz. Stadio Comunale).
                                          
La regina delle GranFondo cicloturistiche: il fondo non ci manca certamente e allora ci arrampicheremo sulla Sambuca per affrontare il percorso GF e suoi 170 km. La novità di questo ora mai storico appuntamento, e’ la collocazione della partenza e dell’arrivo presso il piazzale dello Stadio Comunale di Lugo (che peccato!).
Il nostro primo ristoro è programmato sulla Cima della Sambuca.




















Percorso GF Km. 170 - Dislivello 2.040 m
Lugo, Faenza, Celle, Monti Coralli, Tebano, Villa Vezzano, Zattaglia, Monte Albano, Casola V. , Palazzuolo, Cima Sambuca, Passo della Colla, Marradi, S. Adriano, Monte Beccugiano, Lutirano, Collina, Tredozio, Modigliana, Faenza, Lugo.

Energia eolica Monterenzio

Il Parco eolico di Casoni di Romagna, nei comuni di Monterenzio e Castel del Rio: con le sue 16 grande pale è il più grande del Nord Italia, con una potenza complessiva di circa 13 Megawatt. L’impianto ha uno sviluppo complessivo di circa 4 km, con una distanza tra ogni aerogeneratore di circa 200 metri: dodici sono stati posizionati lungo il crinale principale, mentre gli altri quattro sul crinale minore che scende verso la Valle dell’Idice. Per ogni pala l’altezza della torre è di 60 metri, mentre il diametro del rotore è di 53 metri. La produzione di energia elettrica dell’impianto di Casoni di Romagna sarà sufficiente a soddisfare il 50% circa dei fabbisogni annuali di tutte le abitazioni delle due Comunità Montane in cui si trovano i Comuni di Monterenzio e Castel del Rio. La produzione annua sarà di 25 milioni di kilowattora di energia pulita e rinnovabile pari al consumo annuale di 25 mila persone.

mercoledì 4 maggio 2011

E' sempre bene sapere che....

Ora mai si perdono nella notte dei tempi le prime edizioni (1979) di questa classica del cicloturismo italiano e sarebbe anche piacevole leggere nel sito della società che organizza questo evento, UC Baracca (www.ucfbaracca.it) qualche frammento relativo appunto alla storia di questa manifestazione: so per certo che il percorso GF era più di 200 km  e dal Passo della Sambuca si scendeva per il lato appenninico toscano per poi fare sempre rientro a Lugo. Comunque, ritornando a noi e al nostro 5°appuntamento Ad Maiora, il Giro della Romagna è indubbiamente un percorso Gfondo piacevole e sempre gradito per una distribuzione graduale dell'altimetria complessiva di 2000 mt su 170 km e senza salite impegnative nella loro pendenza espressa: le prime tre, Albano (6,1% Grado diff. 43,9),, Sambuca (5,7% Grado diff. 66), Beccugiano (6,3% Grado diff. 51,2), non superano il 7% di media e l'ultima, il Monte Collina ha certamente una media superiore del 7,9% ma la sua lunghezza è solo di 2,6 km (Grado diff. 49,3).
 Se invece possiamo dispensare consigli a qualche neofita che affronta appunto per la prima volta il percorso "hard" Gfondo, allora ci soffermiamo ad evidenziare il tratto Casola V. - Acquadalto ( ai piedi della Sambuca) che nei suoi 18 km di sviluppo + 284 mt dislivello, non viene mai tenuto in considerazione ed invece è la chiave della performace del Giro, nel senso che, da come lo si interpreta come ritmo pedalatorio, può indubbiamente inficiare nel risultato sportivo nella parte conclusiva del tracciato.
Altro punto da non sottovalutare è il tratto di km 5,4 (vedi grafico altimetrico) che congiunge il Passo della Sambuca a quello della Colla di Casaglia, denominato il buco... "la busa" e ben ricordato dai cicloturisti in quanto è facile riscontrare in questo avallamento, di 100 mt di dislivello e a 1000 mt di quota, un clima quasi mai favorevole, rigido o in alternativa umido. Quindi giunti sulla vetta del Sambuca si scende in forte pendenza per 2,2 km (è meglio ripararsi con antivento) per poi risalire nuovamente per 1,5 km a quota 1.020 mt (con dei tratti al 10%) fino a giungere al ristoro situato nei pressi l'Area attrezzata di Prato all'Albero. Da questo punto si riprende a discendere per altri 1,7 km fino a giungere al Passo della Colla e seguire le indicazioni per Marradi.
Per concludere questa carrellata di notizie riguardanti il Giro della Romagna credo che sia altrettanto importante sottolineare che quando si è percorsa l'ultima discesa programmata e cioè quella della Collina e si giunge a Tredozio, mancano esattamente 50 km, tondi, tondi, e quindi non cantate vittoria.... c'è ancora molta strada da fare per guadagnarsi un buon piatto di pasta all'arrivo a Lugo!

martedì 3 maggio 2011

Beccugiano o Torretto?

S.Adriano è un piccolo Paese situato nell' Appennino tosco romagnolo ai confini con S.Martino in Gattara  e Popolano. Appartiene al comune di Marradi. Appena fuoriusciti dal paese sulla SR 302 in direzione Faenza, sulla destra, ritroviamo il bivo per la salita del Beccugiano o come molti cicloturisti lughesi l'hanno battezzata, il Torretto.
E' una ascesa di media difficoltà (6,3% media) e di media lunghezza (4,7 km) con i due tratti estremi che si impennano al 10% di pendenza. Interamente scoperta che la rende più severa nei mesi estivi, offre una ampia vista sulla valle del Senio. Il Valico è posto a mt. 579.
Dalla vetta si può optare di proseguire scendendo in direzione Lutirano, Abeto - Modigliana oppure svoltare a destra pedalando lungo un affascinante crinale di 2,5 km in quota per poi lanciarsi a capofitto in una impegnativa discesa che passa da Pian di Sopra e si conclude nei pressi di Villa Fabbri.

lunedì 2 maggio 2011

Una rivoluzione delle due ruote?

StringBike è il nuovo concept di bicicletta realizzato dall’azienda StringDrive la quale, grazie a questo progetto, cerca di rivoluzionare il mercato delle biciclette. Secondo i PR di StringDrive il sistema di locomozione classico utilizzato nei cicli che prevede rapporti, catena e corone tutte dallo stesso lato crea un assieme non simmetrico e dunque inefficente.
Utilizzando dunque un doppio sistema di corde poste in modo simmetrico a fase alternata StringBike assicura un peso della bici ed una ripartizione della locomozione perfettamente simmetrica e quindi con miglior efficienza. Non avendo mai provato una bici con sistema di locomozione differente è impossibile per noi capire e poter misurare l’inefficienza delle classiche biciclette quindi sarebbe senz’altro necessario provare questa nuova StringBike per poter decidere se vale la pena cambiare.

domenica 1 maggio 2011

Bravehearts - Cuori impavidi

Una giornata speciale, una di quelle da mettere nell'album dei ricordi... quello che ognuno di noi custodisce gelosamente dentro di sè, perchè le senzazioni provate, le immagini proiettate nei nostri occhi, il silenzio percepito, sono componenti di quelle piccole-grandi emozioni personali che non si possono condividere: bisogna solamente viverle!.
La pioggia battente della notte e le previsioni meteo che invitavano a rigirarsi nel proprio letto al suono noioso e troppo "early-in-the-morning" della sveglia, non hanno fatto breccia nella nostra fede escursionistica, una arsura a cui si può solamente porre rimedio.... partendo!.
A Fontanelice le nuvole sono basse e coprono le cime delle montagne, il sole fa breccia qua e la, ma che importa: "ora o mai"! Si parte senza alcun timore affrontando l'ascesa della