Una giornata speciale, una di quelle da mettere nell'album dei ricordi... quello che ognuno di noi custodisce gelosamente dentro di sè, perchè le senzazioni provate, le immagini proiettate nei nostri occhi, il silenzio percepito, sono componenti di quelle piccole-grandi emozioni personali che non si possono condividere: bisogna solamente viverle!.
La pioggia battente della notte e le previsioni meteo che invitavano a rigirarsi nel proprio letto al suono noioso e troppo "early-in-the-morning" della sveglia, non hanno fatto breccia nella nostra fede escursionistica, una arsura a cui si può solamente porre rimedio.... partendo!.
A Fontanelice le nuvole sono basse e coprono le cime delle montagne, il sole fa breccia qua e la, ma che importa: "ora o mai"! Si parte senza alcun timore affrontando l'ascesa della
Maddalena, sette km di chiacchericcio fanno volare il tempo e la distanza nascondendo la sua intrinseca difficoltà, dalla Cima Bordona a Piancaldoli è un passaggio piacevole per quel altalenante su e giù che permette di osservare tutt'intorno con tranquillità.
Ci ricompattiamo al Sasso di San Zanobio per la foto di rito; sul Passo della Raticosa la visibilità è scarsa, le nubi avvolgonono le cime e la temperatura di conseguenza è diminuita per via dell'umidità che ci circonda: si scende a Pietramala e poi ci attende l'interminabile passaggio in costa fino allo storico Passo della Futa dove un caffè non è mai di troppo. Siamo impazienti, il bello deve ancora venire.
La lunga discesa per spingersi fino a Pian del Voglio, deviamo finalmente per Val Serena e da questo momento ha inizio la "musica", una stretta carreggiata che in modo tortuoso a tornanti si arrampica all'interno di un bosco di conifere fino a giungere a Pian di Balestra, insomma .... un posto magico che sembra uscito da una fiaba. Sei chilometri impegnativi, che non lasciano tregua e con impennate di pendenza che regalano stanchezza ma anche grande adrenalina.
Madonna dei Fornelli è il seguito del percorso, poi proseguendo incontriamo Castel dell'Alpi, piccolo borgo collocato sul bordo di un romantico lago appenninico formatosi a causa di una frana che ostrui il torrente Savena: il traffico è assente, le valli sono ampie e regalano una sublime vista.
Attraversato il bacino costeggiamo l'affluente per alcune centinaia di metri e poi su di nuovo per l'ultima salita programmata: Montefreddi (6,5 km). Non si scherza... la sua pendenza quasi costante al 8-10% con punte al 15%, non lascia scampo al cicloturista non allenato e soprattutto con il carico di sforzo già effettuato, la fatica muscolare sopravvanza ma l'esperienza compensa: è l'ascesa più bella della giornata senza alcun dubbio per quel pizzico di... verginità che ancora si può godere nella nostra regione e per i colori differenti della natura che l'avvolge.
La corta discesa ci riporta sui nostri passi in località Pietramala, ci troviamo nuovamente, ma in senso inverso, sulla SP della Raticosa, siamo stanchi e affamati ma godenti.
Una focaccia al prosciutto e una birra al Ristorante del Passo soccorrono il fisico, ora mai in piena riserva di energie: è un break rapido, i cavalli sono stanchi e vogliono far lesto ritorno alla stalla.
Un circolare di intensità, che con i suoi 2.300 mt di dislivello non è certamente per tutti ma per quello che rende.... può diventare un obiettivo di valore da perseguire.
La pioggia battente della notte e le previsioni meteo che invitavano a rigirarsi nel proprio letto al suono noioso e troppo "early-in-the-morning" della sveglia, non hanno fatto breccia nella nostra fede escursionistica, una arsura a cui si può solamente porre rimedio.... partendo!.
A Fontanelice le nuvole sono basse e coprono le cime delle montagne, il sole fa breccia qua e la, ma che importa: "ora o mai"! Si parte senza alcun timore affrontando l'ascesa della
Maddalena, sette km di chiacchericcio fanno volare il tempo e la distanza nascondendo la sua intrinseca difficoltà, dalla Cima Bordona a Piancaldoli è un passaggio piacevole per quel altalenante su e giù che permette di osservare tutt'intorno con tranquillità.
Ci ricompattiamo al Sasso di San Zanobio per la foto di rito; sul Passo della Raticosa la visibilità è scarsa, le nubi avvolgonono le cime e la temperatura di conseguenza è diminuita per via dell'umidità che ci circonda: si scende a Pietramala e poi ci attende l'interminabile passaggio in costa fino allo storico Passo della Futa dove un caffè non è mai di troppo. Siamo impazienti, il bello deve ancora venire.
La lunga discesa per spingersi fino a Pian del Voglio, deviamo finalmente per Val Serena e da questo momento ha inizio la "musica", una stretta carreggiata che in modo tortuoso a tornanti si arrampica all'interno di un bosco di conifere fino a giungere a Pian di Balestra, insomma .... un posto magico che sembra uscito da una fiaba. Sei chilometri impegnativi, che non lasciano tregua e con impennate di pendenza che regalano stanchezza ma anche grande adrenalina.
Madonna dei Fornelli è il seguito del percorso, poi proseguendo incontriamo Castel dell'Alpi, piccolo borgo collocato sul bordo di un romantico lago appenninico formatosi a causa di una frana che ostrui il torrente Savena: il traffico è assente, le valli sono ampie e regalano una sublime vista.
Attraversato il bacino costeggiamo l'affluente per alcune centinaia di metri e poi su di nuovo per l'ultima salita programmata: Montefreddi (6,5 km). Non si scherza... la sua pendenza quasi costante al 8-10% con punte al 15%, non lascia scampo al cicloturista non allenato e soprattutto con il carico di sforzo già effettuato, la fatica muscolare sopravvanza ma l'esperienza compensa: è l'ascesa più bella della giornata senza alcun dubbio per quel pizzico di... verginità che ancora si può godere nella nostra regione e per i colori differenti della natura che l'avvolge.
La corta discesa ci riporta sui nostri passi in località Pietramala, ci troviamo nuovamente, ma in senso inverso, sulla SP della Raticosa, siamo stanchi e affamati ma godenti.
Una focaccia al prosciutto e una birra al Ristorante del Passo soccorrono il fisico, ora mai in piena riserva di energie: è un break rapido, i cavalli sono stanchi e vogliono far lesto ritorno alla stalla.
Un circolare di intensità, che con i suoi 2.300 mt di dislivello non è certamente per tutti ma per quello che rende.... può diventare un obiettivo di valore da perseguire.
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