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martedì 26 luglio 2011

Passo del Pura


Che strana combinazione.... una delle salite più... della Carnia per i suoi panorami grandiosi e la carovana di Ad Maiora la sfiora per ben due volte ( nel 2009 annullata per maltempo) senza pedalarla! quest'anno alloggeremo persino nell'Albergo Al Pura siturato proprio hai suoi piedi ma per salire alla Casera Razzo sceglieremo la strada principale della diga per non alzare ulteriormente l'altimetria e la difficoltà della tappa, che prevede il finale con il mostro Crostis.
Peccato, ma non è mai detto e vogliamo almeno immaginarcela con questa descrizione che C. Turchetto ha pubblicato sul mensile "La Bicicletta".
- Una strada secondaria, completamente priva di traffico, con numerosi tornanti, ma con tratti piuttosto ripidi e con una pendenza media, nei primi 5 kilometri, che non scende mai al di sotto del 10 per cento. La partenza è da Ampezzo precisamente dal bivio che dalla statale (duecento metri dopo l’Albergo Ristorante Al Pura) si svolta  a destra seguendo le indicazioni per il Passo, il Rifugio Tita Piaz e la Baita Torino. La pendenza si fa di colpo decisa, ma in compenso entriamo in un magnifico bosco di faggi che ci copre completamente con la sua benefica ombra. Quando la vegetazione si dirada, un bel panorama a destra su Ampezzo e sulla sua valle ci accompagna in questo tratto in cui la pendenza non ha ancora raggiunto livelli elevati, quasi ad aiutare le nostre gambe ad abituarsi al nuovo ritmo. Sette sono i tornanti che si susseguono, abbastanza ravvicinati, in poco meno di tre kilometri, senza grandi strappi, ma senza, neppure, alcun momento di vero recupero. Superato il settimo, più largo degli altri, in un punto in cui la strada risulta scavata nella parete rocciosa che incombe sulla nostra destra, la pendenza si inasprisce ulteriormente, senza comunque mai superare l’11 per cento. È il colpo di coda che questa salita vuole darci prima di lasciarci liberi di procedere verso lo scollinamento. Ora la pendenza si abbassa di colpo, portandosi su livelli più miti, e dopo altri 200 metri quasi si annulla, mentre la strada indugia serpeggiando, regalandoci un buon momento di recupero per preparare un arrivo alla grande. Uno spiazzo sulla destra segna la ripresa, ma qui i giochi sono ormai fatti. Ricomincia la pendenza, senza comunque mai superare il 9 per cento, e un paio di tornanti ci portano, in breve, in vista della depressione dove si delinea il Passo. Superato il secondo e ultimo tornante, sinistrorso, 350 metri di pedalata al 6 per cento ci fanno raggiungere un altopiano, in fondo al quale si staglia il Passo del Pura. Chi ha saputo gestire le proprie forze fino a questo punto avrà, già da qualche metro, innestato il rapporto più lungo per volare verso lo scollinamento che dista ormai circa 400 metri, preceduto dal cartello che indica “Passo del Pura, 1428 m”. Sulla cima si trova solo una cappella e non c’è, invece, alcuna possibilità di ristoro. Scendendo però per 300 metri sull’altro versante, incontriamo il Rifugio Tita Piaz, dove si può mangiare e dormire.
Lunghezza 11,8 km Dislivello 869 mt P.Media 7,8%
Fonte: http://www.cycling.it/
articolo pubblicato su "La Bicicletta", ottobre 2002 di Carlo Turchetto

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