Il Castagno d'Andrea è una stazione climatica a 725 metri sul livello del mare e a 7 Km da San Godenzo e si presenta come una delle località più suggestive dell'Appennino centro-settentrionale. Come tutta questa zona anche Castagno fu dominato fin da prima del Mille dalla famiglia dei Conti Guidi; nel 1335 venne distrutto da una grossa frana e fu ricostruito più a valle, dove di trova tuttora. Nel 1366 fu acquistato dalla Repubblica fiorentina e reso libero Comune con il potere di fare le leggi, fino al 1796-1798 quando il Granduca Ferdinando III lo unì a San Godenzo in un unico Comune. Dalla fine del Trecento alla prima metà del Quattrocento l'economia paesana era legata soprattutto alla lavorazione del legname, destinata all'Opera del Duomo di Firenze. Qui nacque verso il 1421 Andrea del Castagno, un grande pittore del Rinascimento fiorentino. Era un uomo rude e terribile nel disegno, nell'affresco e, secondo Vasari, anche nei rapporti con il prossimo. Nei secoli successivi la vita del paese andò avanti seguendo i ritmi della montagna e delle vicende cui l'uomo è soggetto da sempre (terremoti, smottamenti, carestie). All'alba dell'Ottocento il paese è ormai accorpato al Comune di San Godenzo. Dopo la prima guerra mondiale, nel 1919, ci fu un forte terremoto che distrusse l'intero paese. E di lì a poco, nel 1944, Castagno d'Andrea - che si trovava proprio a ridosso della Linea Gotica - fu completamente raso al suolo dai tedeschi.
Oggi è la porta d'accesso al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e accoglie chi è in cerca della montagna e della natura con il Centro Visita, frutto della fusione tra testimonianze storiche, culturali e naturali del territorio. Il paese vive soprattutto di turismo ambientale. Un'importante risorsa è poi quella del marrone, quello che per i nostri nonni era "il pane della montagna" e che oggi si presenta come un prodotto insostituibile sulle tavole autunnali.
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