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lunedì 27 giugno 2011

Swiss Climbs (1)

Sabato 25 giugno
Ritornare a Andermatt dopo 8 anni e ricalcare le stesse gesta, sullo stesso percorso circolare che allora ci aveva a tal punto entusiasmati da far sbocciare quella che doveva diventare in seguito una ricerca quasi spasmodica del "sublime pedalare", è stato ugualmente un momento altrettanto carico di emozioni e di esperienze uniche. Il paese è mutato, in meglio indubbiamente, con nuovi locali e vita paesana che lo rendono diverso da quel quieto agglomerato di case solamente noto al pubblico perchè in inverno perennemente sommerso da una coltre spessa di neve e posizionato su un ampio altipiano in cui si stagliano queste imponenti vette alpine. Ci siamo dati appuntamento qui, ancora qui, per il gusto di comprendere come trascorre il tempo e come lo stesso può influire nelle nostre sensazioni percepite: un vero déjà vu!.
Le ore scorrono, ma in questi momenti, mai velocemente come vorresti. Attendiamo di partire, di pedalare con impazienza, ripetendo un copione noto e identico ad ogni tour di Ad Maiora: sveglia all'alba per scrutare il cielo e ronzare attorno all'Hotel fino all'ora sempre-tarda della colazione dove i confronti, i suggerimenti, le previsioni, le personalissime interpretazioni sono il let-motiv di quella mezz'ora seduti di fronte a pane fragrante, marmellate e caffè fumante.

Ultimi preparativi non dimenticando certamente una attenzione particolare alle nostre specialissime e poi via senza indugi, si parte lungo la Valle di Urseren, costeggiando la linea ferroviaria del Glacian - Express, fino a Realp dove ha inizio la salita del Furka, dove ha inizio la nostra impresa.
Il meteo, dopo una illusione mattutina, non è dei migliori; è nuvoloso e non si prevede un miglioramento sensibile per tutta la giornata ma questo non ci frena nel proseguire anzi ci fortifica nell'essere determinati a concludere il percorso in toto.
Si sale per per il Furka e i suoi lunghi tornantoni che si arrampicano sulla montagna ci aiutano nel disperdere meno energie e regalandoci una vista fantastica sull'Oberalp Pass che ci sta in fronte; dodici sono i km che ci conducono fino al Passo al 7,30 di media e sempre in "tirata" ma è la prima salita e quasi non ci si accorge della fatica espressa. Sulla cima solo uno squallido cartello recita il nome FurkaPass e la sua altimetria di 2.431 mt, ma invero si apre davanti a noi una visione paradisiaca della Valle di Goms con la sua lingua pendente del ghiacciaio del Rodano, il toboga del GrimselPass e tutte le vette innevate a corollario di questo palcoscenico naturale.
Piove e fa freddo (3°), ci vestiamo rapidamente per non disperdere calore con giubbotti sigillanti, guanti e ginocchiere... ora si scende velocemente fino Ulrichen tenendo ben saldo il manubrio spazzato dal vento sostenuto, buttando gli occhi qua e là in questo quadro d'autore.
I tanti motociclisti che scorazzano in questa parte della Svizzera Alpina ci guardano con compassione comprendendo la nostra fatica ma non la nostra passione che ci da una forza immensa, determinazione e un sentimento di grande autostima.
Seconda salita quella del Nufenen Pass in cui la pendenza media del 8,5% inganna e ce ne rendiamo immediatamente conto appena lasciato il paese di Ulrichen con due ripidi tornanti e poi lunghi rettilinei che non mollano mai fino al quarto km, all'uscita dal bosco, dove un falsopiano di 500 mt ci permette un ampio respiro. Ci spostiamo sulla parte opposta del torrente e qui ha inizo la parte più impegnativa della salita con lunghi rettilinei mezzacosta la cui pendenza media non scende dal 11%  fino a giungere sulla vetta e a un corroborante ristoro a base di dolci prelibatezze (very expensive). La spettacolarità della vista è unica e rincompensa ampiamente gli sforzi effettuati per giungere sulla sommità a quota 2.478 mt (14 km) , si gode e ci si ricarica solamente osservando il ghiacciaio del Gries  e la Valle sottostante dell'Agene: fantastico!
Ci si riveste dopo il ristoro, di nuovo giubbotti su giubbotti e protezioni ovunque, ha ripreso a piovere leggermente e ci attende ora una lunga discesa di 30 km per la Val Bedretto che ci conduce fino a Airolo nel Canton Ticino.
L'ultima asperita' è il S. Gottardo, altri 13 km da sommare ai 14 + 13 precedenti ma con in più il fondo stradale in pavè che per i primi tratti ti fa rimpiangere di aver scelto questa antica via (del 1819) ma poi ti adatti alle vibrazioni dei sanpietrini e immagini che sia un dolce massaggio alle povere membra di un corpo già molto logorato. Anche le moto hanno scansato questo capolavoro d'ingegneria e ai suoi tornanti ravvicinati che dall'alto appaiono come un lungo biscione che si contrae, il silenzio regna incontrastato se non interrotto dalle carrozze d'epoca che portano turisti da Airolo al Passo in un viaggio fuori dal tempo.
Sulla cima spira un forte vento e incomincia a piovere con insistenza, non perdiamo tempo per affrontare la discesa con maggior sicurezza vista l'intensità della pioggia e la stanchezza che ci attanaglia, scegliendo naturalmente come via del ritorno la superstrada che ci condurrà ad Hospental e subito dopo ad Andermatt.
Percorsi 104 km - Dislivello 3.201 mt

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