Il percorso di sei chilometri che si snoda sulla gola di Garnitzen, in Austria, mette i brividi al solo pensiero di doverlo percorrere. Sarebbe rischioso a piedi, figuriamoci dunque sulla sella di una bici, con le due ruote a pochi centimetri dal precipizio. Ci vogliono i nervi d'acciaio di questi bikers - e un pizzico di incoscienza, forse - per trasformare una pericolosa discesa in una spettacolare "passeggiata" sospesa nel vuoto.
giovedì 29 dicembre 2011
Capodanno
Il 31 dicembre a Rimini andrà in scena non uno, ma tanti
eventi diffusi: I Capodanni di Rimini. Si partirà con il grande concerto
gratuito in piazzale Fellini. L'atteso appuntamento musicale avrà come
protagonista Franco Battiato. A partire dalle 22.00, il maestro accompagnerà in
un viaggio di note e poesia i suoi fan e chi trascorrerà il capodanno in piazza
a Rimini, a due passi dal mare e dal Grand Hotel. Allo scoccare della
mezzanotte, come da tradizione, a dare il benvenuto al nuovo anno sarà il
magnifico spettacolo di fuochi d'artificio che accenderà il cielo sul mare
d’inverno nella zona della Rotonda. La festa continuerà poi in centro storico,
al Teatro degli Atti, con la
"Milonga di Capodanno" dedicata a tutti gli amanti
del tango e del flamenco, che potranno trascorrere una notte di ballo e di
passione sulle note travolgenti della musica dal vivo. Ma nella terra di
Romagna non può certo mancare il Capodanno folk. Ed ecco “Vai col liscio!”, una
notte in compagnia delle scuole di ballo locali capitanate da pluri campioni
italiani come Mirko e Sandra, Paolo e Debora, Enrico e Chiara nella grande sala
del nuovo Palacongressi. La festa, dedicata a tutta la famiglia, proporrà il
classico cenone, il liscio con l’Orchestra “La storia di Romagna”, la sala
caraibica e la sala con musica per i giovani. “Arriva Godot!” è invece il
Capodanno degli artisti riminesi, a partecipazione libera, che si terrà presso
lo Spazio Duomo, in centro storico, con musica - teatro - arti visive.
Fonte: Portale Turismo Emilia Romagna
mercoledì 28 dicembre 2011
Ciclo-Alpinismo
Se avete voglia di sognare in mountain-bike, pedalando sulle vette
più estreme con dei panorami mozzafiato e ad altitudini da veri
"alpini", vi consiglio di consultare il sito web http://www.cicloalpinismo.com a cura del Gruppo Mtb CAI Savona. Sito per appassionati
di itinerari in mountain bike con un occhio di riguardo per i grandi spazi e la montagna. Potrete
visualizzare descrizioni dettagliate di percorsi fuori dai luoghi comuni
corredati da foto, video e tracce GPS scaricabili. Pongo particolare attenzione
ai bellissimi video-racconti francesi, delle zone Queyras, Brianconnais e della
regione Piemonte – Valle Stura (che trovate nel menu ITINERARI DIVISI PER ZONE
di destra).
Buona lettura.
lunedì 26 dicembre 2011
Santo Stefano sulla neve
Non ci aspettamo certo di pedalare oggi sulla neve e soprattuto ritrovarla a quote basse ma vi assicuro che è sempre una gran libidine; oggi, giornata festiva, abbiamo preferito temporeggiare in branda dopo i bagordi natalizi e pertanto siamo montati sulla MTB a Fognano alle 9,00 circa, baciati da un'aria frescolina che non lasciava certamente ad indugiare sul da farsi. Ci siamo indirizzati, dal centro del paese, su una carrareggia in direzione Croce di Rontana, così tutto d'un fiato! ma almeno con il beneficio di un effetto di riscaldamento immediato!. Fondo ghiacciato e quindi massima attenzione: decidiamo di non scendere sul versante del Parco in quanto in ombra e quindi pericoloso, scegliendo di proseguire in direzione Cavina via sentiero 505.
Fantastico! il resto sono parole superflue. Neve compatta.... 20 cm e un bosco da favola.
Si prosegue a "vista" optando per una discesa esposta al sole per evitare il fondo ghiacciato che rende pericolosa qualsiasi strada forestale. Giunti sulla SP Casolana ci siamo indirizzati verso S. Eufemia per imboccare la lunga, interminabile salita Valpiana che ci conduce fino al crinale opposto e per far ritorno al punto di partenza, ma senza fare i conti che sulla cima la mattinata soleggiata a riscaldato il terreno creando tratti fangosi che ci hanno fatto "sputare l'anima" percorrendoli parzialmente anche con bici-a-mano. Comunque questo non ha certo inficiato il giudizio finale di questa vera giornata freeride in MTB.
32 km pedalati / 3,30 h.
giovedì 22 dicembre 2011
MTB appuntamento natalizio
Durante questo periodo natalizio sono sospese le attività del Circuito Challenger UISP (riprende il giorno 6 gennaio a Faenza) a cui abbiamo aderito nei mesi scorsi e pertanto per "muovere" la gamba e smaltire le leccornie del weekend natalizio, abbiamo concordato una uscita MTB per il giorno 26 Santo Stefano - ritrovandoci al Bar Briko alle ore 8,30 e poi.... vedremo il da farsi!. Merry christmas.
martedì 20 dicembre 2011
Meraviglioso Sud Tyrol
- Località di partenza: Anterselva
(BZ)
- Pendenza media: 6.8%
- Località di arrivo: Passo
Stalle (2050 m )
- Lunghezza: 12 km
- Dislivello: 821 m
Per chi ama le scalate solitarie
e le atmosfere di confine, il Passo Stalle conserva il romanticismo delle sfide
alla Bartali e il sapore dei paracarri sulle note di Paolo Conte. Il versante
italiano di questa avventura sulla cresta delle Alpi è un nastro d'asfalto a
corsia semplice, con senso di marcia alternato, percorribile da maggio a
ottobre e chiuso sia al traffico pesante che a roulotte e rimorchi.
Si parte dal paese di Anterselva, davanti all'ufficio del Turismo (1.245 m ) da cui si
raggiunge la strada principale della valle (SP44) in lieve discesa 150 m a SE. Seguendo la SP 44 in direzione NE si passa
per la frazione Dorfl al Km 1,5 e (3,5%) e Arbusti al Km 3 (8,5%). La strada
compie anse generose nel fondovalle ancora ampio, per guadagnare la testata
della valle, oltre Anterselva di Sopra (1.563 m ; 9%). I campi da sfalcio lasciano
spazio ad una vegetazione arborea sparsa oltre la quale, al Km 5,6 si raggiunge
il Centro di Biathlon (1.632
m ; 7%). Al Km 6,2 si apre lo sguardo sul famoso lago di
Anterselva (1.642 m ;
2%) e la frescura che ne deriva, insieme al tratto pianeggiante lungo la sua
sponda orientale, sciolgono la pedalata in vista del tratto più impegnativo
della salita. Dopo avere costeggiato il lago per 1 Km , la strada imbocca il
corridoio boscoso che puntando verso E raggiunge la base del versante
terminale, da affrontare con 8 tornanti assolutamente panoramici. Il 1°
tornante si trova al Km 7,6, quota 1.750 m e si lascia alle spalle un tratto al 8%
in un paesaggio sempre più severo e alpino. Il 3° tornante al Km 10 ha quasi raggiunto la
soglia dei 1.900 m
e mantiene costante la fatica di un 10% privo di strappi. Lo scenario è
magnifico, alternando lingue di ghiaia, superate da brevi ponticelli, e un
paesaggio alpino ormai affrancato da insediamenti umani e una scenografia che
cambia in continuazione grazie ai frequenti cambi di versante e al tracciato
articolato. La quota 2.000 m
è vinta subito dopo il 4° tornante (Km 11) con pendenze che non superano mai
l'11%. Al 5° tornante la vegetazione si fa sempre più rarefatta lasciando
intuire la vicinanza del ventoso valico tra Italia e Austria. L'ultimo tornante
è destrorso e gode già della vista e della brezza che lo scalatore riceverà in
premio allo scollinamento. Al Km 12 non resta che tirare il fiato, godersi una
sosta in bilico tra il Mare Adriatico e il Mar Nero, e magari concedersi un
dissetante Radler al “fienile delle streghe”.
Si parte dal paese di Anterselva, davanti all'ufficio del Turismo (
Canale dei Mulini
Legambiente ha presentato a Lugo di Romagna (RA) la Guida al Canale dei Mulini,un itinerario alla scoperta della storia e del paesaggio della “Bassa Romagna”,dagli appennini al Parco del Delta del Po, realizzata con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Erano presenti Luigi Rambelli, Presidente nazionale di Legambiente Turismo, Fiorenzo Baldini, Assessore all'Ambiente del Comune di Lugo, Romano Boldrinie Yuri Rambellidel circolo Legambiente “Bassa Romagna”.
Realizzato in epoca medievale per fornire adeguata potenza idraulica alle macine dei mulini cittadini, il canale scorre lungo la pianura per circa 40km collegando numerosi centri abitati. Esaurita da tempo la sua funzione primaria, il corso d'acqua rappresenta un importante, e forse unico, itinerario storico/testimoniale che ricollega un ampio territorio della pianura romagnola e ne disegna buone possibilità di rilancio dell'agricoltura di qualità e sviluppo di nuove attività turistiche.
Lungo il corso d'acqua è infatti possibile riscoprire manufatti di origine medievale (mulini, opere di regimazione idraulica), aree di riequilibrio ecologico e di interesse storico naturalistico (Ponte della Lavandaie, Parco del Loto, Bosco di Fusignano, Riserva Naturale di Alfonsine). Un itinerario che rappresenta anche un percorso attraverso la storia del paesaggio. In un'epoca in cui è sempre più palpabile la necessità di riscoperta della storia dei territori, anche come chiave di lettura per capire il presente, ci auguriamo che questa piccola guida possa servire a stimolare un maggiore interesse verso questi luoghi, che non hanno bisogno di grandi interventi strutturali (il percorso già oggi è pienamente fruibile, con qualche accortezza), quanto piuttosto di un lavoro costante di valorizzazione, di manutenzione e più in generale di “cura”per i territori e per le nostre radici. La realizzazione di questa guida vorrebbe perciò servire anche da stimolo alle amministrazioni pubbliche e a tutti i soggetti interessati a coordinarsi sulla base di un progetto che sia realmente in grado di “mettere in rete”tutte i punti di pregio storico, culturale e naturalistico presenti lungo il corso d'acqua.
La guida sarà resa disponibile nei prossimi giorni alle Amministrazioni comunali, biblioteche, istituti scolastici e a tutti i cittadini che ne faranno richiesta, è inoltre consultabile direttamente online in versione pdf : Brochure Canale dei Mulini
Fonte: www.legambienteturismo.it
Fonte: www.legambienteturismo.it
Opportune riflessioni
Proprio in questo momento di evidente recessione economica che sta vivendo l'Italia, è opportuno aprire una riflessione al momento delle festività natalizie ri-pensandolo al di fuori della superficiale frenesia dei regali. Per questo desideriamo unire i nostri auguri di Buon Natale e Buon Anno con quello che diceva del Natale, Charles Dickens: “Ho sempre pensato al Natale come ad un bel momento. Un momento gentile, caritatevole, piacevole e dedicato al perdono. L'unico momento che conosco, nel lungo anno, in cui gli uomini e le donne sembrano aprire consensualmente e liberamente i loro cuori, solitamente chiusi.”
AUGURI DI BUON NATALE E BUON ANNO A TUTTI!
AUGURI DI BUON NATALE E BUON ANNO A TUTTI!
Buoni propositi
Riciclare: per decorare casa a Natale, risparmiamo su ghirlande, alberi e centri tavola nuovi. Diamo spazio invece alla nostra creatività usando gli “avanzi” di casa: carta, giornali, nastri, stoffe, plastiche in disuso, fondi e tappi di bottiglia che, assemblati dalla nostra fantasia e, magari, da qualche suggerimento web, possono generare un’atmosfera natalizia altrettanto magica, ma a costo praticamente azzerato.
Riutilizzare e Recuperare: piuttosto che acquistare di nuovo, usiamo il vecchio: vecchi sacchetti come contenitori per i pacchetti dei regali; fumetti colorati come originale carta da imballaggio; vecchi cartoni per alberi di Natale 100% riciclabili.
Riproporre: Natale significa anche avere più tempo e spazio per proporre e riproporre momenti di convivialità, di condivisione di esperienze artistiche, culturali, di divertimento ovviamente ad impatto zero. Una di queste? Trovarsi sotto il “BioChristmas Tree” di Milano, l’imponente ed ecologico albero di Natale, la cui illuminazione proviene dalla sola energia prodotta dalle pedalate dei cittadini oppure in piazza Nettuno a Bologna, per ammirare l’albero destinato a tutta la cittadinanza e ai turisti, non solo per le decorazioni ecologiche ma perchè rientra in un progetto più ampio di un Bosco di Natale. L’abete rosso, o ecotree, regalato dalla Provincia autonoma di Bolzano è alto 14 metri e è decorato con barattoli riciclati e lucine che saranno alimentate dalle pedalate dei visitatori. Infatti, intorno all’albero a raggiera, sono state posizionate 12 biciclette, di cui 4 a misura di bambino, che forniranno, se qualcuno pedalerà, l’energia necessaria a tenere le lucine bianche e rosse accese.
Fonte: www.innovet.it
lunedì 19 dicembre 2011
Il pranzo di Natale
La Tradizione Romagnola richiama i tortellini
fatti in casa alla vigilia del Santo Natale nell’attesa di arrivare all’ora per
la S. Messa. Si facevano cappelletti, li si contava mettendoli in fila come
tanti soldatini.. Il primo riferimento ai cappelletti si trova, secondo uno dei
maggiori studiosi del campo, il riminese Piero Meldini, in una fonte del 1811,
precisamente un’inchiesta napoleonica sugli abitanti delle campagne. E secondo
Meldini, i cappelletti dovrebbero risalire ad almeno 50-100 anni prima,
parlando il documento di ‘tradizione’. Inizialmente il ripieno doveva essere
costituito da formaggio, uova e aromi, ma ben presto I romagnoli vi aggiunsero
vari tipi di carne, tra cui troneggiano il maiale, il vitello e il cappone. Se
avete sentito da qualche parte che il ripieno debba comprendere prosciutto e/o
mortadella, ebbene vi state riferendo ai tortellini bolognesi. E qui
chiudo con le polemiche! I cappelletti sono un piatto semplice e sontuoso, e a
ragione sono diventati parte del menu natalizio in un’epoca in cui l’abbondanza
di oggi era un’aspirazione per la maggior parte della gente, essendo, come era,
riservata ad una fortunata élite. La tradizione vede le donne di casa riunirsi
la vigilia di natale per preparare centinaia di cappelletti, aiutate dai bimbi (Si
riuniva tutta la famiglia per la preparazione perchè in tanti si faceva più in
fretta evitando così che la pasta si asciugasse) mentre gli uomini sono
impegnati a scegliere il più bel pezzo di legna da ardere nel camino, il cosiddetto
‘ceppo di Natale’, il quale, secondo credenze semi-pagane, doveva bruciare
tutta la notte per portare conforto alle anime erranti dei defunti e a Maria
nella sua visita notturna per lavare ed asciugare il Bambin Gesù. Le ceneri poi
venivano usate per tener lontano il malocchio, per curare il bestiame ammalato
e per proteggere le vigne dagli acquazzoni. A seguire l’arrosto o il bollito
accompagnato da una saporita salsa verde (a base di capperi, acciughe e
sottaceti), patate al forno, contorni verdi, e per finire zuppa inglese (una
crema molto densa con strati di pan di spagna imbevuti di rossissimo alkermes)
oppure il latte brullè.
Fonte: www.threemonkeysonline.com/
Fonte: www.threemonkeysonline.com/
E' luneri di Smembar
Tra le tante cose bizzarre che caratterizza la nostra
Romagna c’è anche la passione legata ai calendari e agli
almanacchi. Il più famoso e conosciuto da tutti i romagnoli è senza
dubbio “E' luneri di Smembar”, che è anche uno tra più belli e più
antichi d’Italia.
Nacque la notte di S. Silvestro del 1844 durante una riunione di artisti che erano riuniti nell’Osteria di Marianàza a Faenza per festeggiare l’anno nuovo, in modo modesto, come era costume a quei tempi.
Al termine della serata, mancavano i quattrini per pagare l’oste, allora uno della combriccola (l’artista e scenografo Romolo Liverani) si fece portare un foglio di carta e su di esso disegnò un uomo dal vestito a brandelli a cavalcioni di un magro ronzino seguito da altri personaggi anch’essi malmessi: era il generale degli Smembri che si dirigeva verso la Locanda della Miseria. Poi il Liverani, assieme ai suoi amici, scrisse sul foglio un «Discorso generale» nel quale faceva profezie e pronostici sulle stagioni e sugli avvenimenti politici. Finito il lavoro, gli artisti consegnarono il foglio all’oste esclamando: «Prendi, sarà la tua fortuna». Ed è stata davvero un’impresa fortunata la pubblicazione di questo Lunario; iniziatosi nel 1845 col nome di Lunario Faentino e proseguito poi dal 1847 col nome attuale di Lunêri di Smémbar ora il popolarissimo Lunario stampa oltre 100.000 di copie distribuite in tutta la Romagna. Ogni romagnolo lo affigge in casa o nella bottega dove lavora.
Al termine della serata, mancavano i quattrini per pagare l’oste, allora uno della combriccola (l’artista e scenografo Romolo Liverani) si fece portare un foglio di carta e su di esso disegnò un uomo dal vestito a brandelli a cavalcioni di un magro ronzino seguito da altri personaggi anch’essi malmessi: era il generale degli Smembri che si dirigeva verso la Locanda della Miseria. Poi il Liverani, assieme ai suoi amici, scrisse sul foglio un «Discorso generale» nel quale faceva profezie e pronostici sulle stagioni e sugli avvenimenti politici. Finito il lavoro, gli artisti consegnarono il foglio all’oste esclamando: «Prendi, sarà la tua fortuna». Ed è stata davvero un’impresa fortunata la pubblicazione di questo Lunario; iniziatosi nel 1845 col nome di Lunario Faentino e proseguito poi dal 1847 col nome attuale di Lunêri di Smémbar ora il popolarissimo Lunario stampa oltre 100.000 di copie distribuite in tutta la Romagna. Ogni romagnolo lo affigge in casa o nella bottega dove lavora.
Purtroppo i primi numeri sono ormai rarissimi, e i collezionisti che ambiscono di averli, pagano cifre da capogiro quelle annate ormai introvabili. Dal 1989 il lunario, sempre nella sua veste grafica tradizionale, è passato dal bianco e nero al colore.
Un libro per... respirare
“Andamento Lento” è il blog di Ediciclo Editore (http://www.ediciclo.it/blog/), uno spazio che vuole riunire tutti gli amanti del mondo della bicicletta, del viaggio a piedi, i viandanti e i pellegrini, i ciclisti e i cicloappassionati, pensatori e filosofi della lentezza, passisti, scalatori, corridori… Tutti quelli che guardano il mondo da un altro punto di vista rallentando i ritmi per soffermarsi, osservare, respirare l’aria seguendo le frequenze della natura. Il motto è: "non si va mai abbastanza piano". Ma Ediciclo è anche altro nella sua veste di Casa Editrice con una unica specializzazione nel campo delle due ruote a pedali: quattro amici sullo Stelvio, stanchi, soddisfatti, appoggiati alle loro fide
biciclette che li hanno condotti fin lassù, dove volano le aquile. L'urgenza di
trasmettere immagini ed emozioni in un libro, di aiutare altri a realizzare il
proprio sogno a pedali.
Cosi nasce Ediciclo Editore, che nel 1987 pubblica i primi tre volumi della collana Il Grimpeur (poi diventata "Passi e Valli") dedicata proprio alle salite in bicicletta. Il suo esordio viene salutato dalla stampa in questi termini: "tre volumi che non dovrebbero mancare nella biblioteca di ogni ciclista, e dovrebbero essere presenti nella sede di ogni organizzatore di corse... Tre libri scritti con passione e... sudore...
Cosi nasce Ediciclo Editore, che nel 1987 pubblica i primi tre volumi della collana Il Grimpeur (poi diventata "Passi e Valli") dedicata proprio alle salite in bicicletta. Il suo esordio viene salutato dalla stampa in questi termini: "tre volumi che non dovrebbero mancare nella biblioteca di ogni ciclista, e dovrebbero essere presenti nella sede di ogni organizzatore di corse... Tre libri scritti con passione e... sudore...
Da allora il percorso della casa editrice e stato tutto in volata: sono nate
diverse collane che hanno riscosso il consenso nazionale come quella dedicata
alle ciclopiste (Cicloguide) oppure quella dedicata ai reportage di viaggi
estremi in bicicletta (Altre Terre). Nel tempo la casa editrice ha conquistato
nuovi territori, ha allacciato rapporti di collaborazione con enti e aziende di
rilievo e ha stimolato la promozione e diffusione dei propri libri partecipando
alle principali fiere e manifestazioni nazionali e internazionali.
domenica 18 dicembre 2011
Una vista "Bolognese"
Indubbiamente per le passate edizioni, gli organizzatori erano giustificati nell'implorare contro il maltempo e precisamente contro la neve caduta copiosa e che come un mantello copriva l'intero percorso della manifestazione MTB Bitone - con partenza dalla prima periferia di Bologna e precisamente dal noto "Circolo Benassi" conosciuto dal popolo delle due ruote come luogo di ritrovo di molti raduni cicloturistici e anche sede della società suddetta.
Ma.... se allora ci eravamo esaltati sul fondo nevoso alla guida del "mezzo agricolo", sfiancheggiando a destra e sinistra con derapate all'insegna del miglior rallysta, oggi abbiamo pedalato per 36 km senza particolari emozioni ma pur sempre in un contesto piacevole e unico nel rendere all'escursionista, una vista sulla città di Bologna dall'alto dei colli Croara, Pizzocalvo e Montecalvo. Unica parentesi offroad, il passaggio incantevole (siamo nel Parco dei Gessi Bolognesi e dell'Abbadessa!!) in single-track nella zona Ca' in Piano di sopra.
Altrettanto c'è sempre da segnalare l'impareggiabile mole organizzativa che questa società dispone e dispiega per questa manifestazione facente parte del Challenger UISP, che non si limita ad un servizio di ristorazione finale di ottima qualità e in una location difficilmente eguagliabile da altri, ma anche per l'ottima segnalazione sul percorso, ben disposta e coadiuvata da segnalatori nei punti maggiormente pericolosi.
Concludendo... è vero che siamo sempre incontentabili e talvolta critici, ma crediamo che se al percorso fosse dato un maggiore brio, allora saremo alla presenza di un appuntamento in MTB da "mille e una notte". Non è mai troppo tardi...
giovedì 15 dicembre 2011
MTB Domenica 18 dicembre
14^ prova - ASD Bitone
Ritrovo: Bar Briko Lugo ore 7.45
Partenza: presso: Circolo BenassiViale Cavina 4 - BOLOGNA
Parcheggio consigliato: vicino Piscina Comunale
Percorsi: km 36 Parco dell'Abbadessa - Gessi
Iscrizione € 4,00 – dalle ore 8.00 alle ore 10.00;
Ristoro di percorso + Pasta Party
Le ultime due edizioni le abbiamo percorse con neve abbondante sul percorso, che lo ha reso divertente e piacevole... non particolarmentre difficoltoso. E' certamente interessante notare che partendo da Bologna (Via Murri) si può giungere in un battibaleno su strada sterrata, grazie alla carrareggia che dal Parco dei Cedri percorre il gretto del fiume Savena, fino alla prima ascesa alla Croara. Un percorso tecnicamente approcciabile da chiunque con un discreto fondo "muscolare. Da segnalare l'ottima organizzazione della Bitone e del succolento pasta-party che conclude un appuntamento da non mancare.
mercoledì 14 dicembre 2011
Una idea illuminante
Il sistema di illuminazione per biciclette di Revolights è costituito da due cerchi di LED da montare direttamente in ogni ruota utilizzando una serie di clips specifiche di attacco. Attraverso una alimentazione, prodotta da batterie agli ioni di litio montate nella parte anteriore e posteriore del mozzo, si fornisce l'alimentazione per i LED illuminanti. Le batterie sono sottili e leggere e possono essere ricaricate tramite USB. Un magnete piccolo, montato sulla forcella fornisce velocemente i dati ai cerchi, permettendo che i LED di accendersi soltanto quando sono orientati verso il suolo e quindi illuminando esclusivamente l'area o la strada percorsa, senza disperdere energia e concentrando il fascio.
Essere a conoscenza delle regole
Nuovo Codice della Strada; art. 182 punto 1."I ciclisti devono procedere su unica
fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e,
comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai
centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia
minore di anni dieci e proceda sulla destra dell'altro."
Dolori
Tutto il mondo pensa che essendo il ciclismo uno sport da seduti, non ci siano problemi!!! Sulla bicicletta dovreste avere male soltanto ai muscoli interessati dall'attività sportiva, tutti gli altri dolori (cervicali, trapezio, schiena, lombari) sono anormali ed hanno per origine cattive posizioni in bici. In occasione degli STUDI POSTURALI che vengono svolti, si arriva spesso ad apprendere che il ciclista soffre per dolori particolari e di solito quest'ultimo pensa che "è normale". Si può invece affermare che i dolori aventi per origine l'intensità dello sforzo sono i soli che siano "normali". Tramite studi posturali è possibile individuare le origini probabili dei vari dolori in modo da poter correggere "la POSIZIONE" del ciclista. Vengono qui esposte nei dettagli patologie che possono avere come origine una "cattiva posizione o una cattiva messa a punto della bicicletta".
TENDINITE ROTULEA: pedali troppo lunghi, sella troppo bassa, utilizzo di rapporti troppo lunghi , posizione in "becco di sella". La "buona lunghezza di pedali" deve permettere al ciclista "di girare le gambe a 90/110 giri/min". Se il ciclista pedala in punta di sella significa o che si siede troppo avanti o che il manubrio è troppo lontano dalla sella.
TENDINITE del QUADRICIPITE: Sella troppo bassa e flessione eccessiva del ginocchio. L'altezza sella è importante soprattutto da quando siamo forniti di pedali automatici e di scarpe con talloni "virtuali" di 4 o 5 cm. Per verificare l'altezza della sella occorre misurare il valore del cavallo e moltiplicarlo per 0.885 e seguire le indicazioni riportate qui (Misure Telaio / Altezza Sella). Attenzione quando cambiate le scarpe, verificare le "altezze di talloni".. .
DOLORI del GINOCCHIO (faccia esterna) generalmente ciò arriva quando la sella è troppo alta. Tuttavia l'esperienza ha provato molte volte che può trattarsi di altri problemi generalmente posti quando il ciclista utilizza pedali aventi una grande libertà in rotazione e laterale e che gli comporta uno spostamento leggero del bacino, non sufficientemente importante per generare un dolore immediato.Tenuto conto del numero di colpi di pedale questa situazione genera una tensione e tendinite. Occorre dunque pensare di vedere il medico Osteopata con questo tipo tendinite per un controllo completo non solo del ginocchio ma anche del bacino.
TENDINITE della GAMBA (in cima della tibia all'interno della ginocchio): pedale automatico che orienta l'asse del piede verso l'esterno, asse del pedale distorto verso il basso. Quando il ciclista è fornito di pedali "TIME" o "SPEEDPLAY" i controlli visivi sono impossibili. Invece se quest'ultimo è fornito di pedali LOOK un controllo del modo in cui si utilizzano i bloccaggi permette di determinare rapidamente l'origine del problema: cattivo orientamento delle tacchetta o sella che non è nell'asse del telaio e che disorienta il bacino o crea uno spostamento del bacino non sufficientemente sensibile per essere dolorosa.
DOLORI ai GEMELLI (muscoli dei polpacci nella cavità della ginocchio): sella troppo alta; flessione eccessiva delle gambe; generalmente ci dovrebbe essere
martedì 13 dicembre 2011
Guanti riscaldati a batteria
I guanti Thermo
Gloves sono dotati di fibre ad altissima tecnolgia in carbonio che
scaldandosi e conducendo il calore in modo uniforme forniscono alle mani un
piacevole calore ed offrire quindi comfort ideale anche nelle giornate più
rigide. Grazie a queste fibre
sono morbidi e ben aderenti sulle mani al punto che possono essere utilizzati
anche sotto i propri guanti da sci, da pesca, da moto ecc. Thermo
Gloves hanno, sul polso, un comodo tasto per accensione e spegnimento ed
offrono la possibilità di scegliere tre diversi livelli di temperatura: 34°, 39°
oppure 44°. Li potete acquistare online al prezzo di 128 euro al sito web: www.gialdini.com
domenica 11 dicembre 2011
Posto di frontiera
E' strano ma oggi abbiamo attraversato una frontiera... storica, ma pur sempre ancora "presidiata" dalle fatiscenti costruzioni dell'antica dogana sorta a protezione dei confini tra le
Legazioni e gli stati del Granduca di Toscana, lungo la via di crinale che sostituiva al ruolo dell' attuale strada "Montanara",
costruita soltanto alla metà dell' Ottocento. Un percorso piacevole di 43 km, di facile interpretazione tecnica, che da Baffadi prende quota immediatamente per circa 6 km su strada asfaltata dirigendosi verso Frassineta, per poi deviare verso i Prati Piani e Macchia del Cane: un fondo perfetto della strada forestale ha permesso al gruppo numeroso di rimanere compatto e pedalare con il giusto ritmo.
Giunti ai Prati Piani, il gruppo si è diviso per consentire una discesa a Palazzuolo in sicurezza per la strada del Paretaio, mentre altri hanno preferito percorrere la vallata dei prati, prima in discesa poi in salita, dove è collocato un grosso castagno ultracentenario, e proseguire poi in un impegnativo e pietroso singletrack fino alle porte del paese, per riunirci nuovamente tutti insieme. Niente male come appuntamento domenicale MTB, considerando anche la variabilità del meteo.
Le Fantastorie di....
Sicuramente uno dei personaggi piu’ curiosi del gruppo Ad Maiora e ’ il grande "vecchio" Nisio.
Indomito ciclista sia su strada che in mountain bike e’ per tutti un punto di riferimento e un esempio da seguire. E se lo prendiamo in esame sulla disciplina della mountain bike il suo carisma aumenta e tutti non possono che riconoscergli una grande capacita’ , un grande coraggio e tanta esperienza.
MA ATTENZIONE...
Se vi avventurate in un giro con Nisio state sicuri che:
Il percorso di 35 km diventera’ almeno il doppio....la salita facile con un fondo buono diventera’ una parete invalicabile da fare a piedi immersi nelle sabbie mobili. Nisio e’ un profondo conoscitore dell’arco alpino avendolo percorso in lungo e in largo con il camper e ovviamente con la fedelissima Mountain bike.... non esiste posto che lui non abbia solcato....sembra che quando venne ritrovato sullo Simalaun “Otzi” la mummia dei ghiacci nelle vicinanze ci fossero una traccia di pneumatici da bici e uno zainetto che in un primo tempo fu attribuito all’uomo preistorico ma in seguito fu restituito dal museo della montagna al legittimo proprietario lughese.
Nisio dalle nostre parti invece si avvale di una mappa dell’appenino tosco-emiliano appartenuta al Corsaro Nero risalente al sedicesimo secolo e i sentieri tracciati sono alquanto approssimativi...un cercatore di tartufi chiese una indicazione sulla mappa a Nisio ...... l’hanno trovato dentro una stalagmite a Frasassi.
A volte invece utilizza il navigatore satellitare con percorsi pre-memorizzati e forse un po’ per la disabitudine delle persone anziane verso le nuove tecnologie non sempre l’utilizzo da’ risultati positivi... resta famosa quella volta che grazie al suo satellitare per andare da casa al bar Croazia e’ stato arrestato alla dogana di Luino.
Nisio classifica la validita’ di un raduno in base al ristoro finale... ai chilometri finali di un raduno lo vedi pian piano accelerare , e come il cavallo che sente l’odore della stalla, lui inizia a sentire l’odore del ragu’ gia’ da 7 km di distanza (l’orso polare individua una foca al massimo a 2).
Durante le escursioni e’ sempre pronto a lanciare sfide e scatenare zizzania.... ma al di la di tutto e’ incredibile vedere come ancora riesce a pedalare con facilita’ nonostante la sua non piu’ tenera eta’..... Purtroppo l’estate scorsa una brutta e stupida caduta (ha centrato l’unico Sanpietrino fuori posto nella provincia di Ravenna) lo ha costretto ad un periodo d’inattivita’ causa una frattura ad una gamba. Ma questo non e’ stato sufficiente a fermarlo ...anzi gia’ da pochi giorni dopo l’operazione Nisio sfidava gli altri ricoverati a piccole gare ad eliminazione sulla carrozzella in reparto ..e dopo 1 mese gia’ pedalava sulla sua bici con tanto di stampelle al seguito. Oggi dopo 4 mesi e’ in pieno recupero e si presenta impavido a tutti gli appuntamenti e piu’ competitivo di un tempo...
A tutti i ciclisti piu’ giovani diciamo: Nisio e’ un esempio da seguire.... se ci riuscite!
venerdì 9 dicembre 2011
MTB Domenica 11 dicembre
Escursione ai Prati Piani
Ritrovo: Bar Briko ore 7,45
Ritrovo: Bar Briko ore 7,45
Partenza: Casola Valsenioore 8,45
Parcheggio consigliato: Pargheggio Campo Sportivo
Percorso: 35 km - circa 3 ore
Ristoro: non previsto
Percorso tecnicamente facile ma decisamente interessante. Bellissimi paesaggi e discesce con
differenti particolarità, molto varie e divertenti. Partenza dal Campo sportivo fuori Casola Valsenio, girare a destra per Baffadi e salire per la via Trerio fino a 600 mt di quota. Si prende a sinistra la forestale sterrata ( tornante a 180°) che sale fino al Monte del Puntale ( 756 mt) Si prosegue seguendo la strada ( sentiero 625 CAI ) fino alla sbarra, dove si abbandona il sentiero per seguire la strada ( si fa per dire ) in discesa. Al bivio in fondo, a sinistra si torna verso la SS 306, nei pressi di Misileo, a destra si prosegue in dolce salita verso i Prati Piani, dove si trova la sede della Dogana del Granducato di Toscana. A sinistra si tornerebbe verso Palazzuolo, prendendo la sterrata fra i due edifici si scende invece al borgo di Bibbiana. Tenere la destra sulla SP32 fino al valico della Faggiola. Ora si scende a Palazzuolo e si rientra a Casola via strada asfaltata.
Il programma potrebbe modificare, viste le condizioni meteo previste.
Tecno-pausa natalizia
Per guarire dalla dipendenza
tecnologica, aiutare l’ambiente e ridare valore al nostro tempo libero,
proponiamo per le prossime ferie natalizie una “dieta ferrea” dalle tecnologie.
Il digiuno è un vecchio rimedio contro eccessi e intossicazioni. L’idea è
applicarlo alle tecnologie che hanno invaso la nostra vita, chi vuole provare!?
1 : La televisione è il primo
elemento di cui privarci, perché più di ogni altro opprime la nostra mente e la
nostra fantasia. Riscopriamo i benefici di una vita senza programmazione
televisiva.
2. Il cellulare. L’emblema della
reperibilità in ogni istante. Che ne dite durante le ferie di renderci per un
po’ “utenti non raggiungibili”?
3. L’automobile. Nelle ferie il
maggior tempo a disposizione ci permette di fare belle passeggiata, o di
rivalutare i mezzi alternativi, come la nostra bicicletta, ormai ferma a
prendere polvere in garage.
4. Internet. Quindici giorni senza
social network potrebbero farci riscoprire le nostre amicizie vere, trascurando per un po’ le
centinaia di amici virtuali che abbiamo su facebook!
5. L’energia elettrica.
Chiaramente si tratta in questo caso di tecnodigiuno parziale. Il solo pensare all’energia che alimenta tutte le
apparecchiature di casa, ci aiuterà a farne un uso moderato, che gioverà al
portafogli e all’ambiente.
6. Cibo confezionato. Anche in
questo caso il tempo ci aiuta a cercare alimenti acquistabili sfusi, magari al
di fuori della grande distribuzione. Riscopriamo i prodotti freschi e genuini.
7. L’integrale Se volete
cimentarvi con l’esperienza estrema del tecno-digiuno integrale anche solo per un
giorno, i risultati potrebbero essere sorprendenti!
Soli, senza nessun mezzo
tecnologico ad affrontare il mondo. Chi è pronto alla sfida?
Fonte: Terranuova
giovedì 8 dicembre 2011
Un Eremo da riscoprire
L'Eremo era un luogo "destinato al ritiro,
alla pietà ed alla meditazione delle cose celesti" e tale è la
collocazione di quello di Gamogna, fondato da San Pier Damiani nel 1053 in una posizione
isolata sul crinale appenninico tosco-romagnolo... in luogo talmente sperduto e
silenzioso, da rendere all'escursionista la sensazione di un armonioso
intonarsi degli oggetti creati dall'uomo con la bellezza della
natura. Questo è il "manifesto" della escursione odierna in
MTB.... l'impressione ricevuta pedalando in celati sentieri, boschi ingialliti,
creste di fragili colline appenniniche, che ha reso la calda giornata un'estasi per gli occhi e per la mente. Indubbiamente un appuntamento differente,
reso ancor più interessante per quel senso di esplorazione, di ricerca della
giusta via da intraprendere alla quale non siamo avvezzati, a causa delle nostre
abitudini domenicali indirizzate principalmente verso raduni organizzati: una sensibile differenza
come lo è un pollo ruspante da quello allevato in batteria! Pedalare senza
stress e scegliere il percorso che più ti aggrada... non è male vero?.
Trentadue
sono stati i km pedalati con un dislivello di 1300 mt, con base di partenza a
Lutirano in direzione Badia della Valle, per salire in quota scegliendo
l'impegnativa salita del Pian della Meda; ora si prosegue in direzione sud,
verso Gamogna, pedalando agevolmente in quota (900 mt). Giunti all'Eremo
abbiamo scelto di proseguire a "naso" verso il Passo dell'Eremo
(tratto in single track - impegnativo e con molti tratti a piedi) seguendo il
sentiero CAI 521 pedalando lungo il fianco della montagna e tagliando un fitto, ed in alcuni punti buio, bosco di faggi. Oltrepassiamo due ruderi, che
identificano i Valloni di Gamogna, e finalmente "riaffioriamo" allo
scoperto, su un poggetto che ci permette di osservare in lontananza i monti
Bruno e del Becco. Sul Passo dell'Eremo imbocchiamo la strada asfaltata,
per scendere e risalire nuovamente al Passo della Peschiera e ancora
ridiscendere verso l'imbocco della forestale del Valico Tramazzo, una vera
autostrada sterrata: il giusto premio odierno per le faticose risalite di
Gamogna. Scegliamo di non scendere a Tredozio e svalicare il Monte Collina
per via asfalto ma deviare verso Trebbana e fare ritorno via Badia della Valle,
ma senza fare"conto" di un versante fangoso che ha reso difficoltoso
il rientro. Per concludere questa incredibile giornata trascorsa non poteva non
mancare un succulento ristoro, con tanto di "gambe sotto alla tavola"
e tante chiacchere, presso il ristorante dell'Eremo della Badia della Valle. Voto: 8
mercoledì 7 dicembre 2011
Che maialata !!!!
Una serata speciale, un appuntamento da non perdere... per tutti gli amici di Ad Maiora, che si ritrovano
il 17 dicembre, alle ore 20, presso la sala conviviale del Mutuo Soccorso di
Villa San Martino per la cena degli Auguri (a base di carne di maiale e altro, naturalmente) e per rivivere insieme la fantastica
annata cicloturistica 2011 e conoscere le nuove idee che abbiamo in mente per il prossimo anno cicloturistico. Quindi vi aspettiamo numerosi…
l’invito è esteso ai vostri familiari e amici (figli sotto i 25 anni sono esenti
dal pagamento della quota!!!).
Prenotazione obbligatoria entro il
13/12, scrivendo a: admaiora2004@libero.it
martedì 6 dicembre 2011
MTB Giovedì 8 dicembre
Escursione all'Eremo di Gamogna
Ritrovo: Lutirano (presso fontana) ore 9,00
Parcheggio consigliato: Pargheggio prospiciente la chiesetta di Lutirano
Percorso: 28 km - disl 1400 mt - circa 4 ore
Ristoro: non previsto
Rifornimento idrico: Presso Eremo
Ritrovo: Lutirano (presso fontana) ore 9,00
Parcheggio consigliato: Pargheggio prospiciente la chiesetta di Lutirano
Percorso: 28 km - disl 1400 mt - circa 4 ore
Ristoro: non previsto
Rifornimento idrico: Presso Eremo
Descrizione: Si lascia Lutirano prendendo una strada asfaltata (direzione sud-ovest) verso Badia della Valle; qui comincia una salita molto graduale ma continua verso il Passo del m.te Cavallara. Il primo tratto in asfaltato poi arrivati sul crinale si segue il segnavia CAI 583. Il primo tratto è molto ripido (bici a spinta) poi tende a spianare, ma altri strappi si ripresentano quasi tutti pedalabili. Il sentiro prosegue sul crinale con salite e discese. Passa per il poggio Grilletta e all’incrocio con il Cai 521 (proveniente da Marradi) si segue quest’ultimo girando a Sx; breve strappo iniziale poi uno stupendo single track in crinale con saliscendi pedalabili. Si segue il CAI 521 fino al bellissimo Eremo di Gamogna si continua a salire per i boscosi Valloni di Gamogna (pedalabile a meno di alcuni brevi strappi molto ripidi da fare a piedi). Arrivati sull’asfalto prendere a Sx, breve discesa e poi risalita fino p.sso Peschiera. Qui segliamo la strada più semplice, scendendo su asfalto e poi risalire per lo sterrato P.sso Tramazzo; da qui ripida salita cai 553A fino al m.te val dei Porri, da qui parte un single track molto impegnativo, con ripido slalom in discesa tra gli alberi . Il sentiero si allarga dopo l’incrocio con il cai 557 (proveniente dal lago del Ponte) Il precorso prosegue su bel crinale panoramico con saliscendi fino alla congiunzione con Cai587 (prendere a Sx) che porta fino a Lutirano ( spettacolare discesa sul crinale con tratti che alternano roccia e terra, prati e bosco, passaggi tecnici e veloci toboga) Attenzione nella parte finale a seguire la traccia Cai o GPS (sulla Sx è segnalata una cavedagna che porta a valle che è meno interessante e ha più asfalto). L’arrivo a Lutirano è proprio in prossimità della Chiesa.
Fonte: http://gps.teocomi.com
lunedì 5 dicembre 2011
Route du Parpaillon
Una volta era una rotta chiave per i trasporti militari, la Route
du Parpaillon fu abbandonata poi in favore del più agevole Col de Vars che
consentiva la transitabilità anche in inverno. Oggi il vecchio tracciato è
diventato mitico e popolare per escursionisti e ciclistici offroad, offrendo paesaggi
mozzafiato delle Alpi Sud francesi. Siamo ai confini tra la Vallè dell’Ubaye e quella
del Vars: un mitico passo, interamente sterrato, selvaggio che viene menzionato
sulle mappe sia per l’imponenza della salita di 28 km che raggiunge i 2.640
mt di altitudine, sia per quella particolarità di dover attraversare un tunnel
buio e umido di ben 450 mt di lunghezza, se si vuole “passare dall’altra parte”.
Incredibile. Questa ascesa ha inizio da Embrun, centro nelle vicinanze
del più noto lago di Serre Pocon, seguendo le indicazioni per Crevoux; dopo
alcuni chilometri siete già fuori dal mondo, pedalando con tranquillità viste
le modeste pendenze, ma tutto ciò solamente per i primi 9 km quando nei pressi della
frazione Le Villard ci attendono 7 interminabili km severamente impegnativi
nella pendenza. Ci accompagna un paesaggio selvaggio e il fondo stradale è
buono per pedalarlo esclusivamente con la MTB: durante la salita non c’è alcuna
possibilità di ristoro se non un bicchiere di latte che può essere offerto dai
pastori che risiedono nelle “cabanes” che si possono incrociare lungo il
percorso. Giunti sul colle, ci si para davanti un muro, una parete che giunge
fino alla sommità del monte e l’unica scappatoia per oltrepassarlo è quella di
sfidare il tunnel (necessita un equipaggiamento obbligatorio di illuminazione e
vestiario impermeabile) per sbucare nella parte opposta, quella che scende
nella valle dell’Ubaye e precisamente a Le Condamine. Un salita, ma non soltanto…. un vero mito per i cicloturisti
francesi.
Foto: Galleria di Yves Laignel
domenica 4 dicembre 2011
Corolla delle ginestre
Un’altra giornata di quelle…. una giornata in cui il sole è nascosto dietro una coltre nebbiosa spessa, umida e presente fino a quote alte come abbiamo potuto riscontrare al nostro arrivo mattutino a Casola Valsenio. Ma ormai è consuetudine, questo è il nostro clima padano… e come abbiamo scritto più volte, l’utilizzo della Mountain Bike proprio in questo periodo dell’anno, è indubbiamente l’attività ciclistica più idonea e più “goduriosa”.
Il percorso odierno (P. Lungo), nel contesto del raduno MTB organizzato da ASD Cardello, può essere considerato impegnativo in una valutazione complessiva per l’impegno fisico alla distanza di 35 km con 1400 mt/disl. ma altrettanto molto piacevole nel percorrerlo con le numerose varianti che gli organizzatori quest’anno hanno approntato, approfittando del fondo collinare asciutto e ben compatto.
Piacevole variante iniziale del Monte Fortino, sempre splendido il castagneto di S. Ruffillo, troppo impegnativo il single-track (essendo percorso anche da coloro che optano per un percorso medio e quindi neofiti della MTB) quello che scende fino al ristoro di Ca’ Budrio, fantastico il susseguente single-track… molto tecnico ma scorrevole e panoramico, la lunga risalita al sentiero Cai 701 Corolla delle Ginestre e il passaggio sul crinale del Cardello.
Il pasta-party conclusivo è sempre ben accettato dal popolo delle Ruote Grasse, basta poco per accontentarlo… anche un semplice piatto di maccheroni al ragù e un buon bicchiere di sangiovese per concludere in allegria una giornata pedalando in modo piu' casuale e variopinto… più rilassante certamente!.
Attenzione: Giovedì prossimo è festa e non essendoci appuntamenti programmati Challenger, appronteremo una escursione MTB per la giornata. Quindi, seguiteci nel blog nei prossimi giorni.
venerdì 2 dicembre 2011
Zia ferrarese
La “Zia Ferrarese” fa parte dei
salumi tradizionali e caratteristici delle campagne ferraresi. Il suo impasto, interamente
a base di carne suine, viene aromatizzato con sale, pepe ed aglio fresco, lasciato
precedentemente macerare nel vino bianco. Proprio l’aggiunta di questo
ingrediente, da sempre coltivato con successo nelle campagne ferraresi, lega in
modo chiaro ed inconfondibile la paternità del prodotto al territorio della
città estense. Le origini della "Zia
ferrarese" o “Zzié ferrarese” sono antiche e riconducibili principalmente
al periodo tardo rinascimentale. I primi cenni a preparazioni simili
all’attuale prodotto si ritrovano già nei ricettari del maestro Cristoforo da
Messisbugo, scalco alla corte dei Duchi d’Este, ed in particolare nel suo
ricettario “Banchetti, compositioni di vivande et apparecchio generale” del 1549,
nel quale si rileva la presenza dell’aglio come aromatizzante delle carni di
maiale. Nel 1775 Don Domenico Chendi da Tresigallo, comune all’interno della
provincia di Ferrara, pubblica un manuale dal titolo “Il vero campagnolo
ferrarese” nel quale descrive con cura le pratiche per la “domestica beccaria”,
ovvero l’uccisione casalinga dei suini e la preparazione dei salumi. Il metodo
riportato dall’autore è perfettamente assimilabile alle tecniche odierne per la
lavorazione della "Zia ferrarese" o “Zzié ferrarese” che conserva, in
alcune fasi della lavorazione, una buona parte di artigianalità. Nel secolo
successivo ritroviamo nel testo “Manuale del Cuoco o del Pasticcere di raffinato
gusto moderno” (Pesaro 1832) di Vincenzo Agnoletti, credenziere presso Maria
Luigia d’Austria duchessa di Parma e Piacenza, la ricetta per la preparazione
dei cosiddetti “salami con l’aglio alla ferrarese”, ad ulteriore conferma delle
origini locali del prodotto. Attualmente il prodotto viene censito tra le più
tipiche specialità della salumeria locale. Chiamata, nel linguaggio corrente
dei ferraresi, anche con il nome generico di “Salame ferrarese” la "Zia ferrarese"
o “Zzié ferrarese” è citata su tutti testi di gastronomia per la presenza
dell’aglio nell’impasto, ingrediente che la differenzia da altri prodotti della
medesima categoria.
giovedì 1 dicembre 2011
MTB Domenica 4 dicembre
13^ prova MTB ASD Il Cardello - Casola Valsenio
Ritrovo: Bar Briko Lugo ore 7.45
Partenza: presso: Giardino Officinale - Casola Valsenio
Parcheggio consigliato: vicino Piscina Comunale
Percorsi: 35 / 25 km mappati nelle zone limitrofe
Iscrizione € 4,00 – dalle ore 8.00 alle ore 10.00;
Ristoro di percorso + Pasta Party
Ritrovo: Bar Briko Lugo ore 7.45
Partenza: presso: Giardino Officinale - Casola Valsenio
Parcheggio consigliato: vicino Piscina Comunale
Percorsi: 35 / 25 km mappati nelle zone limitrofe
Iscrizione € 4,00 – dalle ore 8.00 alle ore 10.00;
Ristoro di percorso + Pasta Party
Se la pioggia prevista per venerdì non sarà troppo copiosa (... ma indubbiamente necessaria vista la scarsezza idrica che riguarda la nostra provincia) consentendo al fondo stradale di "tenere" e rendere percorribile il percorso disegnato senza castrazioni, allora l'appuntamento di Casola è uno di quelli da non perdere assolutamente per gli amanti delle ruote grasse. Due sono le proposte di percorso con un itinerario di massima che passa per monte dei Pini, gli Ortali, San Rufillo, monte
Battaglia, Val Maggiore, Ca' Budrio e si conclude nella sede del Giardino officinale per il pasta-Party conclusivo.
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