Drop Down MenusCSS Drop Down MenuPure CSS Dropdown Menu

sabato 28 aprile 2012

Portico di Romagna

Il nome deriva dal latino “porticum", il luogo del mercato, elemento architettonico che predomina ancora nel cuore del paese, e solo nel XX secolo fu aggiunta al toponimo la dicitura che sottolinea l’appartenenza alla Romagna, alla quale il Comune fu annesso nel 1923 per istanza di Mussolini. Portico conobbe il periodo di massimo splendore in epoca comunale quando, dopo essere stata a lungo contesa fra i conti Guidi, i Visconti di Milano e la Repubblica di Firenze, nel 1386 passò definitivamente sotto quest’ultima, divenendo la capitale della Romagna Toscana. La lunga dominazione fiorentina ha lasciato un’evidente impronta alla città, che mantiene ancora intatta l’originaria struttura urbanistica, tipicamente medioevale, di tre piani distinti collegati tra loro da ripidi passaggi, chiara allusione alla rigida piramide sociale del tempo. Nella parte alta, il nucleo più antico, sorgevano il Castello fortificato dei Conti Guidi, di cui rimane solo una torre, e la Pieve di Santa Maria in Girone, rispettivamente simboli del potere politico-militare e religioso. Il
 girone più basso, costruito sul fiume, era destinato alle abitazioni di artigiani, servi e popolani ed è caratterizzato dalle pittoresche casette a torre, alte e strette, che costituivano l’antica cinta muraria. E’ proprio qui che il Montone viene attraversato dall’elegante arcata a schiena d’asino del Ponte della Maestà, che conserva perfettamente la sua pavimentazione in pietra. Ma il centro nevralgico del paese è sempre stato il piano intermedio, dove si trovavano i portici del mercato e i palazzi nobiliari, edificati a partire dal XIII secolo da potenti famiglie romagnole e toscane che a Portico cercarono rifugio dalle sanguinose lotte politiche. Tra questi spiccano Palazzo Mazzoni, Palazzo Traversari, ma soprattutto Palazzo Portinari, che secondo la tradizione appartenne a Folco Portinari, padre di Beatrice, la celebre donna cantata da Dante Alighieri. La leggenda narra che proprio a Portico sbocciò l'amore tra il poeta, esiliato dalla patria e ospitato presso il castello dei conti Guidi, e la giovane fanciulla, in villeggiatura con la famiglia. Gli storici rabbrividiscono a questi racconti e ribattono che Beatrice morì nel 1290 mentre Dante fu a Portico intorno al 1302, ma il fascino del borgo, dove il tempo sembra essersi fermato a quel secolo, provoca facili allucinazioni: è sufficiente passeggiare pochi minuti fra le sue tortuose e suggestive stradine del paese per essere catapultati nel pieno Medioevo e sorprendere il Poeta a contemplare castamente la sua musa ispiratrice.
Testo tratto da: Periodico edito da CERDOMUS Ceramiche S.p.A. ”I Sensi di Romagna” numero 8. ottobre 2004




Nessun commento:

Posta un commento